Negrini, re delle granfondo non è Cannavaro
Negrini, re delle granfondo non è cannavaro
Il Tribunale nazionale antidoping, visti
gli artt. 2.1 e 10.4 del codice Wada, rilevato l’illecito commesso, ha
inflitto a Emanuele Negrini, la sanzione della inibizione per 6 mesi, con
decorrenza dal 2/12/2009 e con scadenza al 1/06/2010, a rivestire in futuro
cariche o incarichi in seno al Coni, alle Fsn, alle Dsa, ovvero a frequentare
in Italia gli impianti sportivi, gli spazi destinati agli atleti e al personale
addetto ovvero a prendere parte alle manifestazioni od eventi sportivi
che si tengono sul territorio nazionale o sono organizzati dai predetti
enti sportivi. Il ciclista era risultato positivo al betemetasone e
triamcinolone, corticosteroidi che ufficialmente i ciclisti (purtroppo
da anni) dichiarano di assumere come antinfiammatori, ma la realtà ha più
volte dimostrato che anche queste sostanze rientrano spesso nei
trattamenti
dopanti per i loro effetti anabolizzanti e a livello ormonale.
Negrini era risultato positivo ad un controllo della Cvd, la commissione
di vigilanza sulla legge antidoping (376/2000) al termine della Granfondo
Sportful il 21 giugno scorso. Nel test erano stati rinvenuti betametasone
(lo stesso cortisonico di Cannavaro) e triamcionolone. Sulla carte, si
trattava di uno dei tanti atleti che per correre si deve curare, soffrendo
di una qualche patologia. Emanuele Negrini aveva voluto precisare
per bocca del suo avvocato, Alessandro Lovato di non aver assunto alcuna
sostanza vietata, bensì, appunto un cortisonico a uso terapeutico. «Regolarmente
dichiarato alla Commissione per la vigilanza ed il controllo sul doping
e per la tutela della salute nelle attività sportive». «Ciò che gli viene
contestato - aveva spiega l'avvocato all'agenzia Ansa - è un errore nella
predisposizione della Dut (Dichiarazione di uso terapeutico) successivamente
inviata alla procura antidoping». Un errore non da poco, perché il principio
attivo rilevato dal test era diverso da quello dichiarato nel documento
di esenzione terapeutico. Per il regolamento l'atleta è comunque responsabile
di tutto ciò che viene rinvenuto nel suo corpo tramite i test. E la mancata
certificazione di una esenzione può equivalere alla positività. Anche perché
l'uso dei corticosteroidi anche per doparsi, è purtroppo documentato. La
giustizia ha fatto il suo dovere, dunque: resta l'amarezza, tuttavia, nel
constatare che il cicloamatore Negrini, positivo al betametasone, viene
(giustamente) squalificato per doping, mentre il calciatore Fabio Cannavaro,
anch'egli positivo al betametasone e con la stessa dinamica (farmaco non
dichiarato per motivi terapeutici), viene scagionato.
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