20 July 2011

Al prossimo Tour solo bici cinesi?

Coliped lancia l'allarme. Al prossimo Tour de France o al Giro D'Italia, tutto il gruppo correrà solo su bici cinesi se non saranno mantenuti i dazi antidumping

Al prossimo tour solo bici cinesi?

L'Industria della bicicletta è una grande tradizione europea: tutti i più grandi campioni hanno pedalato su biciclette di marchi gloriosi come Peugeot, Bianchi, Legnano, Bh, Orbea, Mbk, Colnago, Look, Gazelle, Lapierre, Wilier, Pinarello. Con componenti leggendari come Mavic, Campagnolo, Selle Italia, Selle Royal, prodotti made in Italy e made in Europe, l'industria europea della bicicletta è la leader assoluta in qualità, innovazione e design al mondo.

Ora, comunica Coliped (Associazione dei produttori di componenti di biclette della Ue) "la sopravvivenza di questi marchi prestigiosi è putroppo legata a una decisione politica di istanze comunitarie europee: il quadro legislativo che attualmente permette all'industria europea di sopravvivere, nonostante la concorrenza sleale dei fabbricanti cinesi, purtroppo è rischiosamente in bilico. Le conseguenze per i marchi europei saranno terrificanti e condurranno, probabilmente, come già successo negli Stati Uniti alla fine degli anni '90, alla distruzione totale dell'industria della bicicletta in Europa, a esclusivo beneficio di un vero e proprio monopolio cinese: le cifre sono decisamente inquietanti: 1. 100.000 posti di lavoro "verdi" a rischio: l'industria europea della bici è la più grande per numero di dipendenti delle industrie "green"; 2. 250 produttori di biciclette e più di 300 fabbriche di componenti: tutte piccole e medie Imprese, con un impatto ambientale a km zero e praticamente totalmente indipendente, ecologico e a stretto contatto con i consumatori. Il politecnico di Milano stima che la possibile importazione di 13 milioni di biciclette cinesi in Europa, oltre a causare la perdita di decine di migliaia di posti di lavoro in Europa, porterà inoltre una inutile emissione di oltrie 500.000 tonnellate di C02, a causa dell'utilizzo di oltre 70.000 containers dalla Cina all'Europa, con inoltre ulteriore spreco di preziosa energia! Decisamente questo sarebbe un approccio veramente poco ecosostenibile, per il veicolo piu' ecologico del mondo: la bicicletta! 3. Anche i consumatori europei - riuniti dall'Associazione europea Ecf - sono preoccupatissimi riguardo all'origine delle biciclette che compreranno: infatti la bicicletta made in Europe (e made in Italy soprattutto!) non soltanto porta benefici di preziosi posti di lavoro in Europa in tempo di crisi, e di positivo impatto ambientale, ma inoltre è una garanzia assoluta di qualità e servizio".

In questo preciso momento i rappresentanti dell' Industria della bicicletta europea (Ebma per le bici e Coliped per i componenti, coadiuvati da Confindustria Ancma) stanno conducendo febbrili trattative a Bruxelles con la Commissione europea e con il commissario al commercio internazionale, il belga Karel De Gucht (nella foto) per la salvezza della bicicletta made in Italy e made in Europe.

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