03 November 2014

Cosa fanno le regioni?

Ovviamente, per la mobilità ciclistica. L’indagine, condotta in collaborazione con Fiab, verrà presentata all’Università di Verona. Si parla anche della formazione dei "promotori della mobilità ciclistica", una nuova figura professionale specializzata

Cosa fanno le regioni?

Ecco un’occasione importante per avere una prima panoramica oggettiva del reale impegno delle amministrazioni regionali verso le “due ruote” : Fiab - Federazione italiana amici della bicicletta e Università degli studi di Verona hanno appena condotto l'indagine "Cosa fanno le regioni per la mobilità ciclistica?", i cui risultati saranno presentati venerdì 7 novembre nell'ambito dell'omonimo convegno presso l'ateneo veronese, a cui parteciperà anche Paolo Gandolfi, deputato e coordinatore del gruppo interparlamentare amici della bicicletta.

 

Le attività in atto nelle diverse regioni

La ricerca, effettuata dai coordinatori regionali Fiab - a stretto contatto con istituzioni regionali e territorio - e coordinata dal consigliere nazionale Fiab Marco Passigato, ha evidenziato le attività in atto nelle diverse regioni considerando i molteplici aspetti della mobilità ciclistica: esistenza di piste ciclabili, piani per la ciclabilità, leggi specifiche in materia, organi e uffici preposti, iniziative ed eventi di vario genere che hanno come sfondo la bicicletta.

 

Un ufficio regionale per la Mobilità ciclistica

Tra eccellenze e buone pratiche è emersa forte l'esigenza di creare, in ogni regione, un ufficio regionale per la mobilità ciclistica, dando così vita, in futuro, a una vera e propria rete in grado di gestire più aree e più competenze con pochi referenti, chiamati a coordinare e ottimizzare lo sviluppo della mobilità ciclistica nei suoi molteplici e articolati aspetti: dai servizi per la bici in città al cicloturismo, passando per l'informazione e l'intermodalità con il treno.

È in questa direzione che Fiab, insieme al Dipartimento di Scienze neurologiche e del movimento dell'Università di Verona, opera da un paio d'anni attraverso la formazione dei "promotori della mobilità ciclistica": una nuova figura professionale altamente specializzata grazie un percorso formativo teorico e pratico unico nel suo genere. Ai promotori della mobilità è affidato il fondamentale compito di coordinare e rendere sinergici i vari attori della Pubblica Amministrazione a supporto di tutte le attività legate al tema della mobilità su due ruote.

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