03 July 2015

Aspettando il Tour: gli attesi protagonisti

Abbiamo selezionato i cinque protagonisti più attesi per i vari traguardi che scateneranno la fantasia dei corridori nel Tour de France che prende il via domani da Utrecht

Aspettando il tour: gli attesi protagonisti

Il Tour de France comincia domani con la cronometro individuale di Utrecht, e ormai è definito il cast dei 198 corridori che prenderanno il via per la corsa francese. Di questi 198 protagonisti, abbiamo scelto i cinque più attesi per ogni tipologia di traguardo, consci che anche per l’ultimo in classifica, arrivare sugli Champs Élysées sarà una piccola vittoria.

La lotta per la maglia gialla
E’ il tema sulla bocca di tutti, che ha reso questo Tour una delle gare più attese degli ultimi anni. Per la prima volta da diverso tempo, i quattro grandi delle corse a tappe si scontreranno direttamente; nella speranza che non ci si metta di mezzo la malasorte, come dodici mesi fa...
Vincenzo Nibali parte con il numero 1, da vincitore uscente e con una stagione fotocopia alla precedente: il siciliano non si è praticamente mai visto fino a una settimana fa, quando ha conquistato la sua prima vittoria stagionale confermandosi campione italiano. Un cammino ben poco entusiasmante, ma a quanto pare funzionale, tanto che in casa Astana si respira grande ottimismo. In mancanza di elementi per giudicare la sua condizione, non si può che fidarsi.
All’esatto opposto c’è la stagione di Alberto Contador, che arriva in Francia dopo il trionfo al Giro, per inseguire una doppietta riuscita solo a pochi campionissimi prima di lui e l’incredibile filotto di tre grandi giri consecutivi. Un’impresa per cui non si può non fare il tifo, ma sarà durissima, perchè tra i quattro è quello che arriva con le gambe più pesanti, ma anche con la testa più sgombra per una vittoria già conquistata. Il percorso offre l’occasione per tendere alcune imboscate, dove si può vincere più con la testa che con le gambe, e in questo il madrileno e Nibali sono due fuoriclasse.
Chris Froome ha appena vinto il Delfinato, convincendo ma senza dominare. Al Tour sarà affiancato da un Team Sky che, a scorrerne i nomi, sembra una delle corazzate più micidiali della storia. Il limite di Froome sarà probabilmente tattico: se la corsa sarà lineare, condotta dalla Sky approfittando dei chilometraggi risicati, per il corridore kenyano la vittoria sarà più che probabile, altrimenti Froome sarà costretto a stupire ancora una volta.
Nairo Quintana è il meno titolato ma il più talentuoso dei quattro: dopo un ottimo avvio di stagione si è “nascosto” in Colombia, a prepararsi sulle sue montagne da cui scenderà lo scalatore sopraffino che abbiamo imparato a conoscere bene negli ultimi due anni. E sulle Alpi siamo certi che darà spettacolo.
Gli outsider non mancano, ma contro questi quattro titani sarà davvero dura: il più interessante è di sicuro lo scalatore francese Thibaut Pinot, già terzo lo scorso anno e predestinato a riportare il Tour ai francesi, un destino che cerca di agguantare anche il connazionale Romain Bardet. Teejay Van Garderen arriva in condizione smagliante, e dopo due quinti posti punta a migliorare il suo palmares. Occhio infine al vecchio cagnaccio Joaquin Rodriguez e al giovane olandese Wilco Kelderman, al debutto nella corsa francese dopo gli ottimi esordi tra Giro e Vuelta.

La sfida tra i velocisti
La Grande Boucle è ormai stabilmente il terreno di scontro per stabilire che sia la ruota più veloce del mondo, una sfida che da due anni ha incoronato nettamente il tedesco Marcel Kittel. Quest’anno la situazione cambia, perchè Kittel non ci sarà e tutta la pressione si sposta sulle spalle di Mark Cavendish: l’inglese dovrà vincere tutte le volate per dimostrare che quello scettro è ancora alla sua portata, una richiesta non da poco.
Anche il suo diretto sfidante si presenta in condizioni imperfette: ci sono più bende che altro sul corpo di Nacer Bouhanni dopo la disastrosa caduta nel finale del campionato nazionale, ma il francese vuole esserci e la condizione fino a settimana scorsa era buona tanto quanto quella di Cavendish.
Completano la sfida uno come André Greipel, uno che nelle ultime quattro edizioni almeno una tappa l’ha sempre vinta, e i due dominatori delle classiche di primavera: Alexander Kristoff e John Degenkolb. Il tedesco negli ultimi anni si è messo a disposizione di Kittel, quest’anno avrà la squadra per lui e potrà dimostrare quanto anche nelle volate di gruppo sappia dire la sua.

Chi va a caccia di tappe
Anche per i campioni più affermati, una tappa al Tour de France è un successo che “pesa” nel bilancio di una stagione. Tanto che tra i nomi che si giocheranno i successi parziali si incontrano alcuni dei principali corridori del gruppo, a partire dal campione del mondo Micha? Kwiatkowski, che proverà a difendere anche un buon piazzamento in classifica ma che sicuramente si butterà all’attacco di ogni traguardo, spinto da un’indole battagliera e pure da un discreto spunto veloce. Il primo appuntamento sarà in cima al Muro di Huy, traguardo della Freccia Vallone che più volte ha visto esultare Alejandro Valverde, e il murciano si candida già come favorito per quella giornata, forte della libertà data dalla presenza di un capitano come Quintana per le questioni di classifica. Rui Alberto Faria da Costa ha già vinto una tappa dura e combattuta al Delfinato, ed anche alla Grande Boucle il capitano della Lampre ha buone possibilità di farsi fotografare con le braccia alzate, forte di un fiuto innato che lo porta spesso a centrare le fughe giuste. Ad animare le fughe ci sarà sicuramente Tony Gallopin, che già lo scorso anno vinse una tappa e interruppe per un giorno la leadership in classifica di Nibali e che in questa stagione sembra essere cresciuto ulteriormente.
Ci sono poi quei corridori veloci ma non abbastanza per dominare le volate di gruppi, che dovranno buttarsi su tutti i traguardi possibili anche per lottare per una maglia verde che quest’anno sembra disegnata su misura per gli sprinter. A capitanare questa schiera non può che esserci Peter Sagan, grande deluso di primavera ma arrivato al Tour dopo un brillante Giro di Svizzera. La squadra sarà tutta per Contador, ma Sagan saprà cavarsela egregiamente da solo, a partire già dalla crono d’apertura, dove cercherè di mettere secondi in cascina per assaltare la maglia gialla nella prima settimana. Il suo rivale più accreditato, a partire già da domani, pare essere Edvald Boasson Hagen, norvegese ritrovatosi in Africa.

Il Tour degli attaccanti
La tradizione della corsa francese passa anche, se non soprattutto, da quei pomeriggi trascorsi ad ammirare il coraggio degli attaccanti, dei corridori più tenaci che sfidano il caldo e le magnifiche campagne di Francia per inseguire la gloria. Il richiamo del Tour sui ciclisti d’attacco è qualcosa di irresistibile, tanto che Ryder Hesjedal tornerà già a prendere il vento in faccia dopo un Giro d’Italia corso nella maniera più aggressiva possibile. Al Tour troverà tanti suoi consimili, ma se per Steven Kruijswijk è difficile immaginare una replica delle prestazioni del Giro, più probabile sarà vedere Hesjedal darsi i cambi con Pierre Rolland, che della gare improntate all’attacco ha fatto ormai uno stile di vita. Nelle giornate di montagna questi due nomi saranno garanzia di spettacolo assoluto, mentre quando le altimetrie saranno meno impegnative siamo certi che rivedremo l’inconfondibile sagoma di Greg Van Avermaet, corridore che vince poco ma che ci va quasi sempre vicino. E in giornate pianeggianti c’è un altro campione che non disdegna il mettersi al vento: il fenomeno della cronometro Tony Martin, che già domani si giocherà la prima maglia gialla con Fabian Cancellara, Tom Dumoulin e Adriano Malori.
Parlare di attaccanti al Tour, però, vuol dire soprattutto parlare di corridori francesi, tanto è forte il legame tra i ciclisti di casa e la “loro” corsa: gli anni passano e la carta d’identità ormai dice 36 anni, ma Thomas Voeckler non passerà di certo inosservato nemmeno a questa Grande Boucle, e chissà che tra una linguaccia e l’altra non trovi a dargli manforte un altro vecchio leone da Tour come Pierrick Fédrigo.

Le speranze italiane
Con Vincenzo Nibali all’inseguimento del sogno di sovrapporre, per il secondo anno di fila, la maglia gialla alla maglia tricolore, quali altre carte potrà giocarsi il ciclismo italiano a questo Tour? Poche ovviamente, come pochi sono i corridori del bel paese al via della corsa: sedici in totale, di cui una decina abbondante dediti al ruolo di gregario. Ciononostante, qualche piccola speranza resta, affidata soprattutto a Matteo Trentin, che negli ultimi due anni ha saputo conquistare una tappa approfittando di un giorno di libertà dal lavoro in supporto di Mark Cavendish. Un uomo veloce per qualche fuga ristretta, come potrebbe essere anche Daniel Oss, che arriva al Tour in buone condizioni e non ha paura di esporsi. Per i finali più affollati, la carta è Davide Cimolai, velocista della Lampre che parte ben dietro agli sprinter più quotati, ma nei finali convulsi tutto può succedere. E in maglia Lampre torna al Tour anche Filippo Pozzato, con un cerchiolino già segnato da tempo intorno alla quarta tappa, quella sul pavè della Roubaix che fu teatro in passato di buone prove per il vicentino. Chiude questo quintetto un corridore che le sue ambizioni le potrà nutrire un giorno soltanto: nelle cronometro brevi, come quella di apertura, Adriano Malori ha dimostrato di giocarsela ormai con l’élite mondiale e il suo sogno è quello di agguantare la prima maglia gialla del Tour. Se riuscirà a farcela, lo sapremo domani sera.

Le possibili sorprese
In chiusura, un augurio ai corridore che partono lontano dai riflettori e sulle strade di Francia sperano di rivelarsi felici sorprese. Come Louis Meintjes (MTN), che in questa stagione si sta dimostrando corridore di notevole spessore: dopo la vittoria alla Coppi & Bartali, un’ottima Liegi e un buon Delfinato, lo scalatore sudafricano proverà a conquistare una tappa di media o alta montagna attaccando da lontano. Bob Jungels è un altro corridore che dovrà mostrare la gamba già domani pomeriggio: la promessa lussemburghese del Team Trek esce benissimo dal Giro di Svizzera e dai campionati nazionali, è forte sul passo e audace nello stile, al Tour trova pane per i suoi denti. Sam Bennett sarà la grande speranza della Bora - Argon 18: un ottimo sprinter a cui manca ancora l’acuto tra i grandi, sarebbe sorprendente se lo trovasse sul massimo palcoscenico della Grande Boucle. Michael Valgren Andersen non arriva con grandi squilli di tromba a questa corsa: una stagione sin qui senza acuti per il corridore che rappresenta le grandi speranze del ciclismo danese del domani. Alla Tinkoff verrà impiegato prevalentemente in appoggio a Contador, ma siamo certi che cercherà anche lui di far rendere al massimo le sue giornate di libertà. Infine un corridore che non si può certo considerare una sorpresa: Simon Yates (Orica) ha chiuso il Delfinato al quinto posto e si dimostra, giorno dopo giorno, come la più solida realtà del ciclismo britannico per i prossimi anni, un ruolo che divide con il fratello gemello Adam che qui al Tour lo affiancherà in un’accoppiata potenzialmente sorprendente, e di sicuro esito.
 

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