07 July 2015

Mtb "assistite"

Flyer Goroc, M1 Sport Technik, Climb System e Fulgur Terra Evo

Mtb "assistite"

Ad affollare gli stand di BikeUp sono da sempre le moutainbike, complice l'UpHill, spettacolare street competition con i ciclisti elettrici impegnati a sfidarsi tra dossi artificiali, scalinate e paraboliche di legno con inclinazioni al limite della forza di gravità.

Uno show che attira una folla di appassionati e stimola i costruttori a mettere in mostra il meglio della propria produzione. Di bici belle ne abbiamo viste molte, dalle Haibike che nel 2014 ha collezionato una miriade di premi in Europa e negli Stati Uniti, alle Scott con la Spark 710 che di recente ha vinto un test comparativo effettuato dal Touring Club Svizzero.

Ammirata pure la gamma 2016 di Whistle, marchio di pregio di Atala, con quattro varianti della full suspension B-Rush e l'arrivo della B-Ware da 29”. Modelli di pregio, ma per lo più noti e che hanno in comune il sistema Bosch, salvo rare eccezioni come le Haibike motorizzate Yamaha. Come riferimento per questa fascia di mercato abbiamo preso una Flyer, oggetto della nostra prova più lunga. Per gli altri test abbiamo escluso le Axevo con motore Brose e Mpf, al quale abbiamo dedicato ampio spazio con le fat, riservando lo spazio a produttori meno noti o da poco presenti in Italia.

Flyer goroc, riferimento per le “front”

Modello entry level della gamma mtb del costruttore svizzero (gli altri sono le bi-ammoritizzate Uproc 3 e 6), la Flyer Goroc è una sintesi perfetta delle e-bike di fascia alta del mercato “front”, ossia con sola ammortizzazione anteriore.

A confermarlo sono i cerchi da 27,5”, i più richiesti dagli appassionati, e il sistema Bosch a trazione centrale, punto di riferimento del settore per affidabilità e qualità delle prestazioni. Il modello elvetico adotta il kit top, il Performance Line abbinato alle batterie da 400 Wh, le più capaci dell'attuale serie in attesa dell'arrivo di quelle da 500 Wh che si vedranno a Eurobike. Una combinazione che consente un supporto elettrico intorno ai 150 km con la più bassa delle quattro modalità di assistenza disponibili, la Eco.

Il motore centrale si apprezza per l'erogazione sempre morbida e priva di strappi pur garantendo un buona spinta, in particolare con il Turbo che fornisce il 275% della forza applicata dai muscoli sui pedali. Ineccepibili sono pure i comandi vicino alla manopola e il display Lcd che può essere sostituito con il multifunzione Nyon con schermo a colori da 4,3”, navigatore GPS e collegamento con smartphone per la segnalazione dei messaggi.

Il telaio ha le geometrie giuste e componenti di qualità per rendere gustose le escursioni con piacere crescente all'aumentare delle difficoltà del percorso. Sul mercato si può trovare di meglio in termini di prestazioni assolute, ma il rapporto qualità/prezzo e l'equilibrio tra le diverse componenti è davvero invidiabile. Due le versioni in listino, con la 6.30 proposta a 3.519 euro con forcella Suntur Raidon da 100 mm e cambio a 10 velocità e freni a disco idraulici della serie Shimano Slx e la 8.70 (4.399 euro) con forcella RockShox Reba da 120 mm e per l'adozione dei gruppi XT.

M1 sport technik, una coppia record

Osannate in Germania, arrivano in Italia le e-bike della M1 Sport Technik con al vertice di gamma la moutainbike Spitzing che ha sedotto molti cuori, compreso il nostro.

Ad affascinare è il motore sviluppato in collaborazione con l'azienda bavarese Tq System sulla base dell'unità Clean Mobile. L'esito è un propulsore centrale con potenza nominale a norma di legge (250 W), ma con punta massima che arriva a 600 W sfruttabili per brevissimi tratti nel rispetto della normativa comunitaria. Di fatto, è stato preso il motore “Clean” da 850 W, depotenziato e limitato elettronicamente per fornire assistenza fino ai 25 km/h. A rimanere inalterata è la coppia massima di 120 Nm, attuale record per le assistite da 250 W.

Il risultato? In salita lo spunto è ottimo e nei passaggi difficili sembriamo più abili del reale, complice le 5 modalità di assistenza con la più alta che moltiplica del 550% la forza muscolare. A completare l'eccellenza della Spitzing è il telaio in fibra di carbonio (pesa 1,6 kg) con doppia ammortizzazione e ruote da 27,5” dotate di impianto idraulico a dischi. Bello alla vista, è rigido e con baricentro basso grazie l'applicazione delle batterie sotto il tubo obliquo.

Soluzione efficace considerato che per fornire 120 Nm e 600 W l'assorbimento di energia è alto e se non si vuole rinunciare all'autonomia gli accumulatori devono essere grandi e, quindi, pesanti. Il punto di equilibrio è stato trovato con batterie da 880 Wh capaci di assicurare assistenza fino a 180 km nella modalità più bassa. Importata dalla Elektra Mobility , è in vendita a 7.999 euro, salvo promozioni. Chi è facoltoso e vuole un “giocatolo” da utilizzare nelle aree private può optare per le versioni con potenza nominale di 500 W (8.499 euro) o 850 W (9.499 euro): sarà più felice di un bambino.

Climb system, per arrivare in... scima

Non ha la storia della M1 (fondata nel 1989, ma appartenente a un Gruppo costituito nel 1926) e neppure le risorse finanziarie della rivale tedesca, ma pari creatività e passione. È la Climb System, azienda artigianale nata in Valtellina meno di un anno fa e sul mercato tre modelli. Il top di gamma è la Scima, cima in dialetto locale, bi-ammortizzata con escursione di 160 mm davanti e di 180 mm, numero coincidente con il diametro dei dischi idraulici.

I cerchi sono da 27,5” (disponibile anche in versione da 26”), il cambio il Shimano Xtr con 10 velocità e il kit elettrico il Sunstar S03+. A fare la differenza è il telaio il lega di alluminio-silicio-magnesio coperto da tre brevetti: il Sigma per irrigidire il carro posteriore e migliorare la pedalata, il Delta per integrare le batterie nel tubo orizzontale e l'Omega per fissare il motore centrale.

Il più interessante è l'ultimo grazie all'installazione “rovesciata” che pone l'unità sopra il mozzo pedali lasciando ampio spazio sotto, molto utile nell'off-road estremo. Soluzioni che si tramutano in buona trazione, ottima manovrabilità e agilità nei percorsi impegnativi. Rispetto alla concorrenza il limite di Scima è dato dal kit, affidabile ma carente per coppia motore (44 Nm) e per i comandi a Led con luci spie poco visibili. Un gap che potrebbe essere superato con il kit S04, noto come Virtus, annunciato da tempo e forse ufficializzato a Eurobike. Il prezzo è tra 6.000 e 7.000 euro secondo le componenti montate, come la scelta tra le batterie da 320 Wh (autonomia di 50-70 km) o 400 Wh (circa 100 km). Chi ha minori esigenze può optare per la Steraa, “front” di buona qualità in vendita da 3.200 euro.

Fulgur, l'evoluzione della terra

Ragionamento analogo vale per la Fulgur Terra Evo, modello meno estremo con solo ammortizzazione anteriore conferita dalla forcella Marzocchi in alluminio e magnesio.

Con la Scima condivide il sistema Sunstar da 36 Volt, qui montato in modo tradizionale sotto l'asse del mozzo dei pedali, ma dotato di doppia corona in combinazione con la cassetta a 10 velocità. Le batterie sono sul tubo obliquo da 486 Wh e permettono di pedalare con assistenza per un centinaio di chilometri. Come la Climb, la Fulgur ha soluzioni di pregio, come telaio disassato per favorire la centratura dei pedali, e un peso contenuto (18,2 kg). Il risultato è un buon controllo della bici in tutte le condizioni e alto tasso di divertimento, mentre non ci è piaciuta la regolazione poco progressiva dei freni a disco. Il prezzo parte dai 5.000 euro e varia in base al tipo di batteria e alla “meccanica” scelta.

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