15 April 2013

Cannondale Trigger 26"

Bici che va controcorrente, ha le ruote piccole e il telaio in fibra di carbonio

Cannondale trigger 26"

La famiglia "Over mountain" di Cannondale è il massimo in termini di versatilità. Consta di diversi modelli full suspensed tutti caratterizzati dall'ammortizzatore Dyad 2, progettato e sviluppato con Fox, che permette di impostare assetto, escursione e comportamento in modo appropriato e diversificato per salita e discesa. Per intenderci, a questa famiglia già appartengono modelli famosi e molto apprezzati quali la Jekyll e la Claymore e nel 2013 è arrivata anche la Trigger che con "solo" 120 mm d'escursione è il modello più leggero e pedalabile. Si tratta a tutti gli effetti, quindi, di una veloce Trail bike, con telaio in fibra di carbonio e ruote di 26" adatta all'escursionismo più serio e impegnativo, che nella versione più leggera pesa poco più di 10 kg.

Il telaio

Nel design la Trigger somiglia notevolmente alla Jekyll, anche se ovviamente geometria ed escursioni hanno proporzioni differenti. Per la realizzazione del telaio Cannondale ha usato la medesima e collaudata tecnica costruttiva con fibra di Carbonio Ballistetc, che da origine ha telai rigidi e leggeri. Le fibre di carbonio Ballistech High- mod (utilizzate sui prodotti più esclusivi di Cannondale) hanno caratteristiche meccaniche notevoli e permettono, oltre ad un rapporto peso/rigidità fuori del comune, anche una notevole resistenza agli impatti superficiali. La tecnica costruttiva è complessa e prevede che alcuni moduli siano prodotti con tecnica "tube to tube", altri con struttura monoscocca e altri ancora in Co-molding, per essere poi "assemblati" per ottenere massima rigidità torsionale e peso contenuto.

I punti cardine sono il massiccio e rigidissimo downtube ovalizzato, la zona della scatola, realizzata in alluminio e carbonio con tecnica Co-molded con movimento Bb30 e lo Shock link sempre costruito in fibra e alluminio, con i pivot degli snodi con assi passanti di 15 mm. Altri elementi di rilievo sono il seat tube ininterrotto che consente di regolare liberamente l'altezza del reggisella e lo sterzo di 1,5”, mentre l'innesto ruota posteriore si avvale di un classico quick release di 9 mm e non del perno passante di 12 mm, come sulla Jekyll. Tutti gli snodi, però, sono serviti da un sistema di perni su cuscinetti oversize e da uno snodo tra forcellini e foderi alti a doppio cuscinetto che garantisce ottima rigidità e funzionalità.

Rispetto alla Jekyll, che ha escursione maggiore ed è pensata per un utilizzo discesistico più intenso, è differente la forma del leveraggio della sospensione, che nel caso della Trigger è di 120 mm al massimo, ma lo schema della sospensione è in pratica lo stesso. Si tratta di un single pivot con un parallelogramma deformabile a quattro snodi per azionare l'ammortizzatore che è del tipo pull shock, ovvero si estende quando la sospensione si comprime e viceversa. Peter Denk ha disegnato una sospensione piuttosto compatta, con un comportamento complessivo di sospensione e ammortizzatore lineare nei primi due terzi dell’escursione e progressivo nell’ultimo terzo. L'ammortizzatore Fox Dyad rt2 dual shock non è solo parte integrante del progetto, ma in realtà è la vera peculiarità: anche se ridotto nelle dimensioni mantiene tutti i presupposti del suo funzionamento che già si trovavano su Jekyll e Claymore e che, sostanzialmente, consentono due modalità di funzionamento differenti. In pratica è come avere due ammortizzatori in uno: in base alla modalità impostata, Flow o Elevate, la "Spool valve" modifica il flusso d’aria e olio all’interno del complesso ammortizzatore. I volumi d'aria e circuiti idraulici di smorzamento sono completamente differenti per le due modalità di funzionamento.

Agendo sul comando remoto sul manubrio, quindi, non cambia solo l'escursione, che passa dai 120 millimetri in modalità "Flow" ai 70 mm in Elevate, ma cambia anche curva di progressione, il carattere dell'ammortizzatore (con la possibilità di regolare in modo separato il rebound) e anche l'assetto. Infatti il sag si riduce automaticamente del 40% e quindi la bici si "siede" leggermente, offrendo un assetto più adatto alla discesa. (continua...)

La prova

Mancava in casa Cannondale una Trail bike veramente competitiva d'alta gamma. Per quanto la Scalpel 100 29" è qualcosa di più e di diverso di una bici esclusivamente Xc e Marathon e strizza l'occhio anche all'escursionismo più veloce ed impegnativo. La Trigger però, pur essendo leggera e veloce, ha un assetto più grintoso e votato alla guida più divertente e smaliziata, in ogni caso, è dotata di un sistema di sospensioni decisamente più generoso. Insomma, si tratta della sorellina dell'All mountain Jekyll, pensata per gli escursionisti che, senza voler rinunciare a buone prestazioni discesistiche, vogliono comunque un mezzo scattante e performante in salita. In effetti, la Trigger 26 è una trial bike piuttosto leggera, ma ha una posizione in sella piuttosto centrale, stile All mountain e un assetto relativamente rialzato sull'anteriore in considerazione dei "soli" 130 mm d'escursione. Soprattutto la Trigger ha una doppia personalità che le consente una versatilità straordinaria:

In Elevate Mode, escursione ridotta a 70 mm, si arrampica bene con poca dispersione spingendo sui pedali ma anche una certa rigidità di risposta sulle sconnessioni, tanto da risultare decisamente reattiva ma a tratti anche un po' scomoda. Anche se poi l'utilizzo dei tubeless può aumentare di molto comfort e grip in salita. In ogni caso, anche grazie al bloccaggio della forcella, sia sui trasferimenti asfaltati sia sulle salite sconnesse più scorrevoli le prestazioni, nonostante l'assetto relativamente raccolto, sono ottime. Impostando la modalità Flow cambia tutto, ma in modo contenuto senza grandi stravolgimenti.

L'angolo sella, in seguito all'aumento di sag si chiude leggermente e l'assetto diventa un po' più appropriato per la discesa. Per la verità l'angolo sterzo con i suoi 69° non è particolarmente sdraiato, e nei tratti più ripidi si avverte il limite, però, la sospensione è molto più lineare e generosa e consente maggiori velocità sulle sconnessioni e sicurezza sui drop. La forcella anteriore dall'altro canto, con i suoi 130 mm è altrettanto generosa e molto precisa, con una geometria che determina un comportamento piuttosto reattivo ma a tratti anche un po' nervoso. Del resto la leggerezza del mezzo e in particolare anche dell'avantreno se da un lato è un vantaggio notevole, richiedo dall'altro maggiore attenzione e una guida pulita e un po' più accorta rispetto un All montani più pesante. L'utilizzo del reggisella telescopico (che ribadiamo non è di serie), in ogni caso, aumenta notevolmente la versatilità del mezzo, già ottima, e lo rende decisamente più divertente e sicuro in discesa. (continua...)

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