01 February 2015

Tre nomi per una stagione

Vi facciamo quelli di Peter Sagan, John Degenkolb e Wilco Kelderman

Tre nomi per una stagione

A parte alcuni casi più unici che rari, nel ciclismo non ci si inventa mai campioni da un giorno all’altro: la crescita fa parte della biografia di ogni corridore, finché si arriva a quel punto in cui sì, si è chiaramente maturi, ma manca quell’ultimo gradino. Con l’irruzione ormai avvenuta dei figli degli anni Novanta sulla scena ciclistica, sono davvero tanti i corridori sul punto di spiccare definitivamente il volo. Eccone tre da seguire col microscopio in questa stagione.

Peter Sagan non è certo un corridore da scoprire. A 25 anni è già una vedette del ciclismo mondiale, ha già raccolto otre 60 vittorie, in frazioni di corse a tappe più o meno grandi, classiche e semiclassiche. Eppure continua a mancargli “la vittoria”, quella in grado di cambiare la carriera di un corridore, e nonostante la giovane età questo buco si fa ogni anno più evidente. La nuova stagione vedrà Sagan in un team diverso, quella Tinkoff dove andrà a guadagnare cifre da superstar ma dove dovrà anche dividere la leadership con Alberto Contador.

Sagan sarà capitano unico in tutte le classiche, pur senza contare su una squadra ricca di gregari di primo piano, e sarà quello il terreno, tra Sanremo, Fiandre, Roubaix e Mondiale, dove riempire quella casella ancora vuota. Per non ripartire da zero anche l’anno prossimo.
John Degenkolb condivide con il campione slovacco diverse caratteristiche, ma è ancora ben distante come palmarés. Eppure anche il tedesco può essere considerato ormai una certezza in gruppo, pronto a sublimare la sua carriera con la definitiva esplosione. Anche per Degenkolb saranno le corse “monumento” primaverili il terreno d’elezione: lo scorso anno andava più forte di tutti alla Sanremo ma fu tagliato fuori da una foratura, mentre alla Roubaix fu il “primo degli sconfitti”, regolando il gruppetto dei migliori dietro al solitario vincitore Niki Terpstra. Anche per John Degenkolb si prospetta un Tour da gregario, a far da spalla al velocista marcel Kittel, per poi sperare di ribaltare i ruoli in chiave mondiale. Quella tra lui e Sagan, insomma, si candida ad essere la sfida per eccellenza nel ciclismo del futuro prossimo.
Wilco Kelderman, rispetto ai due avversari appena descritti, pare partire da un gradino più in basso, ma il suo terreno d’elezione è molto più ambizioso e faticoso trattandosi delle grandi corse a tappe. Kelderman è l’ennesima promessa sfornata dal ciclismo olandese, ma a differenza di illustri predecessori come Robert Gesink, Bauke Mollema e Steven Kruijswijk, la sua crescita è proseguita fin qui senza intoppi: un gradino per volta senza mai un passaggio a vuoto. Lo scorso anno è arrivato appena al limite della luce dei riflettori (7° al Giro, 4° al Delfinato, 13° alla Vuelta), quella che si prospetta per lui è la stagione più difficile, quella dell’esplosione definitiva, nonché quella dell’esordio al Tour. Sarà difficilissimo mantenere le attese, ma la qualità per farcela ce l’ha tutta.

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