29 September 2015

Singlespeed Italian Championship

Il Campionato italiano Singlespeed è una gara non ufficiale, ma che vive di una tradizione mantenuta nelle scorse edizioni

Singlespeed italian championship

Il Campionato italiano Singlespeed è una gara non ufficiale, ma che vive di una tradizione mantenuta nelle scorse edizioni.

La sfida è delle più coinvolgenti e il primo al traguardo è considerato l'unico vincitore, gli altri, fino all'ultimo sono ritenuti secondi. L'animo dei singlespeeder è agonistico ma solo in parte; quello che importa realmente è rivedersi e trascorrere una bella giornata assieme, sfidarsi sportivamente e bere una buona birra nonché ammirare gli speciali mezzi dotati di una sola corona e di un solo pignone.

 

Superga, domenica 27 settembre.

Solo il giorno prima decido di partecipare, anziché scattare delle foto.

Recupero in extremis dal mio caro amico Marco una bici, che gentilmente mi presta.

Domenica mattina in poco tempo sono nella periferia di Torino, a ridosso delle colline di Superga e della Maddalena.

La temperatura è ottima, il cielo è coperto da una finissima coltre di nubi basse che rende misterioso questo inizio di giornata.

 

 

 

Incontro alcuni amici che hanno passato la notte in tenda. Atri sono arrivati ieri, godendo così di un giro in bici nei boschi e di una cena in compagnia. Mentre arrivano alla spicciolata altri amici, mi preparo.

L'iscrizione è gratuita e molto rapida, viene consegnato il porta numero (per tutti il numero è 2015) e una lattina di birra da portare con sé, dove viene scritto il proprio nome. 

 

Alle 10 circa partiamo in gruppo per il trasferimento alla zona di partenza

 

 

Siamo in tanti, saliamo per una strada asfaltata, quando rimaniamo circondati dal verde più intenso, in forte contrasto con i nostri vestiti colorati.

 

 

Dopo una serie di strappi, Ambrogio ci invita a deporre la lattina di birra nel torrente, che poi andremo a recuperare alla fine della garetta.

 

Riprendiamo le bici e andiamo ancora più su, si respira un'aria di festa e smania di divertirsi.

In cima abbandoniamo le bici su un prato per raggiungere una decina di metri più in basso una discesa ripida d’erba. Dopo alcune indicazioni siamo pronti per partire, mi guardo intorno e più che a una gara sembra di essere alla sfilata di carnevale.

 

 

Via!!! Corriamo verso le bici tra la confusione: corridori, ruote, gambe che saltano e pure feci di vacca.

Scarto alla benemeglio gli ostacoli e salto in sella, ho l’impressione di averci messo poco, mi giro e vedo che diversi rider devono ancora recuperare il mezzo. Sono in ripida salita, cerco di spingere da seduto ma devo alzarmi sui pedali, la strada sterrata è stretta, il fondo un misto di terra compatta e sassi smossi. Sorpasso un paio di amici, poi due da dietro mi superano. Ci sono pochi spazi per recuperare, il fiato è sempre più corto, sono quasi al massimo dello sforzo.

Un paio di volte sono costretto a mettere il piede a terra, causa la velocità ridotta e per quanto si impenna questo cavolo di sentiero. Finalmente scollino, cerco di respirare a fondo dopo i brevi strappi che oltrepasso in agilità. Mollo i freni e giù a tutta. Siamo in tre, manchiamo un’indicazione che dice destra. Ci troviamo sulla strada asfaltata, andiamo avanti e indietro senza sapere cosa fare, poi per fortuna due biker della zona ci indicano il sentiero giusto da prendere.

In discesa la bici non mi permette di fare grandi numeri, in quanto monta una forcella rigida e bassa, che sposta il baricentro troppo in avanti. Si scende forte e bisogna rimanere concentrati. Inizio ad avvertire la fatica, complice la mancanza di allenamento. Intanto Yoda mi supera come un fulmine, alle spalle ho Lupo che invito a passarmi. Arrivo all'unico ristoro dove ovviamente c’è solo birra, la sosta per un sorso è obbligatoria.

Riparto su alcuni strappi in ascesa, mi passa il primo, il secondo, il terzo e il quarto, che nel frattempo hanno quasi completato un secondo giro: “fenomeni”. Riprendo a scendere e la pista diventa un toboga, con sponde e sentieri pulitissimi, drop da affrontare in velocità…iuhuuuu…sembra di stare in un videogioco. Tornanti alternano curve più rapide, salti e chicane, questo è un parco giochi penso.

Arrivo al torrente delle birre, è finita, sono stanco e pervaso da un brivido di felicità. Subito trova la mia birra che intanto il fiumiciattolo ha raffreddato con le sue limpidi acque e slacth!!..stappo e brindo con chi mi capita vicino, senza preoccuparmi se sia una faccia conosciuta o meno. Siamo tutti vincitori, orgogliosi di aver terminato con onore questa avventura.

 

 

Mentre tutti arrivano mi siedo su una roccia e stupito guardo come ognuno esalti la propria felicità condividendola. Riprendiamo le bici e lentamente torniamo alla base, mi cambio. Verso le 14 siamo tutti al ristorante della Bocciofila Bassi, ci sono più persone del previsto, alcuni prendono posto sopra al chiuso ed altri sotto, all’aperto. Dopo un buono ed economico pranzo in compagnia, gli organizzatori lanciano dal balcone ogni sorta di gadget per i partecipanti. Alcune aziende hanno regalato s oggetti, edora si levano le mani al cielo per accaparrarsi adesivi, magliette, zaini, borse, calze, guanti e quant'altro.

 

 

La giornata sta per terminare, mentre prendo tempo per chiedere alla prima donna e al primo uomo al traguardo le impressioni riguardo la loro gara. Partendo da lei, Elisabetta Bertok: “Sono partita con l'intento di divertirmi, poi quando ho visto Ausilia Vistarini ho iniziato a spingere. Mi sembrava troppo superarla, per me lei è un vero mito; e sicuramente ho potuto passarla perché Ausilia ha portato a termine pochi giorni fa il Tour de Giant, di certo sarà molto stanca. Comunque mi è piaciuto molto il percorso. La discesa, sebbene difficile, è stata molto divertente. Avevo il mal di mani, anche se i sentieri erano perfetti. In gara si rideva e si scherzava con tutti, è stato molto bello. Per me questo rimarrà un weekend da incorniciare, considerando che sono arrivata da Monza in bici, assieme al mio compagno Mauro Pozzoni e al mio grande amico Paolo Zorloni... tutti e tre in singlespeed ovviamente!".

Il primo uomo al traguardo è Herik Del Degan, allenatore del settore giovanile, tra i top  Team Offroad a livello nazionale: “Mi sono davvero divertito! Sono partito un po male, circa in decima posizione, poi in salita ho raggiunto i primi tre. Siamo passati al ristoro assieme, e abbiamo affrontato fortissimo la discesa, spettacolare! Nella seconda tornata quasi non sentivo la catena e l'ho affrontata in testa, praticamente solo. L'agonismo in queste gare non esiste, ma i giovani spingevano forte, allora ci siamo sfidati all'ultimo colpo di pedali, sebbene pensavo solo a divertirmi"

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Le ultime parole sono quelle del primo organizzatore Ambrogio Grillo, per un resoconto: “Sicuramente è stata una giornata positiva. Abbiamo avuto circa cento partenti, che è un ottimo numero. Il percorso di 20 chilometri con 900 metri di dislivello è stato molto selettivo, ma è piaciuto a tutti, e tutti lo hanno portato a termine, almeno con un giro, questo gli fa onore.

Il messaggio che volevamo dare è dimostrare che si può organizzare questo tipo di gare semplificando la proposta, trascurando il pacco gara o qualunque altro valore materiale, ma valorizzando l'aggregazione ed il divertimento. I soldi che alcuni hanno gentilmente offerto verranno dati alle organizzazioni che si occupano di tenere pulite le tracce, sono diverse in questa zona. Vorrei invitare chiunque a percorrere i nostri sentieri, ricordando che si trovano a pochi chilometri dal centro di Torino, ne abbiamo circa 150 chilometri”. 

La competizione è una sfida avvincente con se stessi e con gli altri, ma nulla è più importante dell'amicizia e della condivisione di una passione comune, a dispetto della gloria, di una medaglia, o di qualsiasi bene materiale.

Organizzatori: We Ride 4 Beers e 10cento, Ambrogio Grillo, Francesco Cerchio, D’Acunto Francesco e il fratello Angelo.

Sponsor: Fresco cycles, Pedaled, Brooks, 10cento, Weride4beers, Lobster, Reikon, Absolute Black, Bike cafè shop, Zeta bike components, Levis, Scott.

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