27 May 2015

In Giro: tregua svizzera tra i grandi

L'unica trasferta estera di questo Giro offre una giornata per velocisti. Ma mentre i grandi tirano il fiato, il Giro continua a proporre vecchi e nuovi protagonisti. Ne scegliamo sei, come ogni giorno.

In giro: tregua svizzera tra i grandi

L'unica trasferta estera di questo Giro porta la corsa rosa in Svizzera in una giornata destinata alle ruote veloci, che premia la volata di Sacha Modolo. Una tappa interlocutoria che serve a tirare il fiato agli uomini di classifica, prima delle ultime battaglie. Ma mentre i grandi tirano il fiato, il Giro continua a proporre vecchi e nuovi protagonisti. Ne scegliamo sei, come ogni giorno.

In testa
Non era facile pronosticare due vittorie di tappa per Sacha Modolo alla vigilia del Giro, invece lo sprinter veneto ha saputo stringere i denti e superare le difficoltà degli ultimi mesi, arrivando a dimostrare una concretezza inattesa. Un Giro partito male per lui, ma che potrebbe finire in gloria, perchè se la Lampre riuscirà a replicare lo splendido lavoro di questo arrivo anche sul traguardo di Milano, le vittorie di Modolo potrebbero anche essere più di due.

In coda
A guardare il menu' di questo Giro d'Italia, il peggio sembrerebbe alle spalle, perchè se è vero che ci sono ancora alte montagne da scalare è altrettanto vero che il traguardo finale è quasi a vista. Almeno per i primi in classifica. Per gli ultimi invece l'Inferno è ancora bello lungo. Con la stanchezza di 17 giornate di corsa nelle gambe, le prossime tappe saranno un vero massacro e potrebbero ancora riscrivere quella classifica della maglia nera che ad oggi è guidata da Marco Coledan, con 4 ore e 39 minuti di ritardo da Alberto Contador. Lo scorso anno l'ultimo, Jetse Bol, finì a 5 ore e un quarto: a giudicare dal programma dei prossimi giorni, è un punteggio battibile.

In salita
Mentre tanti altri campioni, una volta esaurite le loro possibilità (spesso senza mai inseguirle davvero), hanno ormai fatto i bagagli verso casa, Philippe Gilbert questo Giro sta provando ad onorarlo fino in fondo. Lo splendido vincitore di Vicenza si lancia all'attacco pure nel finale di oggi verso Lugano, ma è un tentativo vano, così come quelli di Tom-Jelte Slagter e Luca Paolini. Non restano che la speranza di inserirsi nella fuga giusta domani e la consapevolezza che restano solo tre giorni di sofferenza prima del traguardo finale.

In discesa
Col passare dei giorni, scende nell'anonimato più completo il Giro d'Italia della CCC-Sprandi. La squadra polacca, il cui invito aveva fatto discutere sia per il valore reale del team sia per il (mai confermato) diktat che avrebbe imposto la non convocazione di Davide Rebellin e Stefan Schumacher, non si vede mai in testa al gruppo, non riesce più a entrare nelle fughe, non ha uomini in grado di piazzarsi nei finali di tappa. Il migliore è smepre Grega Bole, che cerca di tenere alta la bandiera su ogni terreno, dagli sprint alle montagne. Un po' poco per onorare un invito così importante.

In Giro
Non ha ancora vinto una tappa l'Androni Giocattoli, ma non si può certo dire che non si sia vista in corsa. Non c'è giorno che le maglie bianco-blu non siano in fuga, e spesso ad animare la fuga. Uno spirito, quello del team di Gianni Savio, che è riassunto perfettamente nel Giro di Marco Bandiera, uno che il destino di stare a prendere vento ce l'ha scritto nel nome. Con l'ennesima fuga di oggi, Bandiera riconquista la leadership nella speciale classifica dei fuggitivi al Giro, e c'è da giurarci che non è finita qui.

In Italia
L'unica tappa all'estero di questo Giro non poteva che essere vinta dall'unica squadra italiana del World Tour, che italiana lo è di nome ma non di fatto: ha sede in Svizzera infatti il team Lampre-Merida, proprio in quella Lugano che accoglieva oggi il Giro. Una vittoria in casa, insomma, per la squadra italiana in Svizzera.



 

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