04 July 2015

In Tour: Dennis, un lampo a Utrecht

Con la crono di Utrecht cominciano le tre settimane di festa del Tour, un viaggio ricco di emozioni e di storie. Ogni giorno sceglieremo tre dei protagonisti di giornata, per raccontare con loro la storia della corsa più importante del mondo.

In tour: dennis, un lampo a utrecht

La prima tappa del Tour de France, l'unica cronometro individuale della corsa francese, va all'ex-primatista dell'ora Rohan Dennis, nuovo talento del ciclismo australiano che in questa giornata riesce a mettersi alla spalle i due "mostri sacri" della cronometro contemporanea Tony Martin e Fabian Cancellara.
Con l'affollatissimo pomeriggio di Utrecht cominciano le tre settimane di festa della corsa francese, un viaggio che quest'anno non attraverserà tutto il paese, ma che sarà comunque ricco di emozioni e di storie. Giorno dopo giorno, tappa dopo tappa, sceglieremo tre dei protagonisti di giornata, per raccontare con loro la storia della corsa più importante del mondo.

In salita
Rohan Dennis è nato ad Adelaide nel maggio del 1990 e quest'oggi a Utrecht, a 25 anni e un mese, sale sul podio della Grande Boucle per vestire la sua prima maglia gialla; e a giudicare dalle qualità di cui è dotato, è difficile che sia l'ultima. Cresciuto nella grande scuola australiana della pista, dove ha conquistato due ori e tre argenti tra mondiali e olimpiadi, Dennis si presentò tra i grandi del ciclismo su strada al Tour Down Under del 2012, gara di apertura della stagione, che Rohan disputò attaccando su ogni strada e chiudendo tra i primi in classifica. Da allora sono seguite tante soddisfazioni e addirittura un record dell'ora, ma il gusto per la scoperta è rimasto lo stesso di quegli esordi, lo stesso che oggi lo ha portato a battere tutti, a 55,446 km/h, nella cronometro più veloce della storia del Tour de France.

In discesa
E' difficile dare un giudizio sulle prospettive di classifica dopo questa cronometro: la distanza ridotta e la prospettiva di non avere altri chilometri contro il tempo da qui a Parigi bastano per appianare le differenze. Sicuramente possiamo dire che Vincenzo Nibali, Teejay Van Garderen e soprattutto Thibaut Pinot oggi ridono, mentre per Chris Froome, Alberto Contador e Nairo Quintana c'è qualcosa da recuperare, ma chi la classifica la legge dal basso oggi è Romain Bardet, che al primo avversario diretto -il connazionale, amico seppur rivale Pinot- concede ben 53". Un minuto quasi, cui verosimilmente andrà aggiunto un distacco simile al termine della cronosquadre. Se da questa giornata vogliamo indovinare chi sarà il corridore più indiziato a smuovere le acque da subito sulle grandi montagne, oggi abbiamo già un nome, un cognome e 53 secondi.

In Tour
E' partita dai Paesi Bassi, dalla bolgia di pubblico e birra per le strade di Utrecht, questa Grande Boucle, ma un po' è come se fosse partita dall'Africa, per l'esattezza dall'Eritrea. E' da lì, per l'esattezza da Debarwa, che comincia la storia di Daniel Teklehaimanot, primo corridore a prendere il via nella cronometro odierna. Tekle è il simbolo di un Tour sempre più marchio globale, ma è anche l'immagine dello spirito con cui si presenta a questa corsa il team africano MTN - Qhubeka. Un corridore arrivato in Europa da qualche anno, un pioniere per il suo paese, ma che in Europa si è sempre sentito disperso, finchè non ha trovato una squadra con la stessa ambizione della "sua" Africa. Quest'anno è stato in bilico fino all'ultimo, non aveva offerto prestazioni sufficienti per meritare la convocazione al Tour, poi è arrivato il Delfinato e Tekle ha deciso di giocarsi tutte le sue carte: in fuga sin dal primo giorno e vincitore finale -lui che scalatore non è- della maglia dei Gran Premi della Montagna. Una scalata che l'ha condotto fino alla pedana da cui è partita la sua cronometro, e con quella è cominciato il Tour de France.

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