24 April 2014

Inarrestabile Evans a Roncone

L'australiano controlla una difficile terza tappa e nel finale piazza la zampata, battendo Pozzovivo e Landa e rafforzando il suo primato. Al Monte Bondone l’ultima parola, ma il grande favorito è lui

Inarrestabile evans a roncone

Quando un campione di 37 anni, uno che nella vita ha vinto Tour de France e Campionato del mondo, fissa un obiettivo, come ha fatto Cadel Evans con il Giro del Trentino, l’unico modo per fermarlo è andare più forte di lui. Nessuno ci è riuscito sull’aspra ascesa verso Pozza di Roncone che ha concluso la terza tappa: a questo punto, tutto fa pensare che il Giro del Trentino domani venerdì iscriverà il primo vincitore australiano nel suo prestigioso albo d’oro.

Cadel Evans ha conquistato la terza tappa a Roncone, ha rafforzato il primato, ha dato un netto segnale ai suoi rivali, anche se l’antifona era già chiara. Vittorioso nella cronosquadre il primo giorno con la BMC, entrato in possesso del primato in classifica nella seconda, il terzo giorno Cadel ha fatto di più e meglio, controllando con freddezza una corsa difficile che non si era messa bene ed aspettando l’ultimo chilometro per piazzare il suo acuto. Uscito allo scoperto con Pozzovivo, Scarponi, Landa e il giovane Bongiorno, Evans ha dato gas a 700 metri dall’arrivo e solo Pozzovivo gli è rimasto in scia, ma incapace di duellare per il successo di giornata.

“È stata una giornata dura, per me e per la squadra, ma anche uno splendido test per il Giro d’Italia – ha detto Evans -. Nel finale pensavo di dovermi difendere, invece ho sentito le gambe girare a dovere e non mi sono fatto sfuggire la vittoria”. Operazione perfetta per l’australiano, che ora affronta l’ultimo giudizio con 45” su Pozzovivo, 59” su Machado, un minuto e spiccioli su Anton, Aru, Niemec, Duarte, Zardini e Scarponi e via via gli altri.

La quarta e ultima tappa che da Val Daone sale fino ai 1653 metri del Monte Bondone (partenza anticipata di 15 minuti, dunque alle 10,45; sintesi TV su RaiSport2 alle ore 18)  è un continuo su e giù che culmina nei 21 km di ascesa finale: una salita che faceva gran paura ai tempi della leggendaria vittoria di Charly Gaul (a proposito, ci sarà Aldo Moser, a cui la giornata è dedicata per celebrare i suoi 80 anni), oggi un po’ meno.

Con distacchi così esigui e due giornate impegnative nelle gambe, però, tutto può ancora accadere, in teoria. In pratica, Evans sembra così sereno, motivato e sicuro del fatto suo da rendere un suo cedimento un’ipotesi remota. C’è di buono che qui in Trentino gli italiani – giovani e meno giovani – sembrano più pimpanti: ma Evans ha esperienza che basta per sapere che non deve distrarsi né sentirsi già padrone, difficile immaginare che qualcuno possa far saltare il banco. (photo Mosna Natascia e Mosna Remo)

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