06 November 2014

La mia vita da triatleta

Quella di Giancarlo Gentile, trainer di surf e nuoto, che ci racconta come approcciarsi al Triathlon

La mia vita da triatleta

Giancarlo Gentile ha 37 anni ed è istruttore, e allenatore, di surf e di nuoto. Da qualche anno ho intrapreso un cammino nel mondo del Triathlon sia da atleta sia da tecnico.

«Il 2014 è stato per me un anno davvero difficile, tanti impegni familiari , cambio di città e di lavoro, e non ho  potuto dedicare molto tempo agli allenamenti, ma ho chiuso la stagione agonistica con il bellissimo Triathlon Sprint di Santa Marinella con il tempo 1h10’12”. Da un mese ho iniziato la preparazione per l’anno 2015 che mi vedrà impegnato in diverse gare del Rank Italiano seguito e supportato da Backcountry.it e da Wild Bicycle di Fiano Romano, che mi forniranno una bici della Genesis nonché tutto l’abbigliamento tecnico».

Un atleta con esperienza che inizia un’attività sportiva che unisce tre dispicline, una bella occasione per capire tante cose.

Il Triathlon è uno sport massacrante come può sembrare?

«Sinceramente, dipende con che preparazione vi si approccia. Non è proprio una passeggiata di salute come erroneamente si possa pensare in principio, ed è chiaro che un soggetto allenato soprattutto in uno dei tre sport che lo compongono (nuoto, bicicletta e corsa) avrà molti più vantaggi rispetto a un individuo che non ha mai mosso nemmeno un dito».

Come ci si approccia gradatamente alla triplice disciplina?

«Per prima cosa l’informazione. Suggerisco vivamente di andare sul sito della Federazione Italiana Triathlon e vedere un po’ di “studiare” il tutto dall’inizio, ovvero cos’è il Triathlon, le sue distanze, le gare e il regolamento tecnico. E poi sicuramente contattare qualcuno che lo pratica per avere maggiori informazioni a riguardo oppure la squadra più vicina per iniziare direttamente con gli allenamenti! Sconsiglio il “fai da te” che, oltre a non essere molto produttivo, potrebbe farvi incorrere in tantissimi rischi di infortunio».

Quale delle tre discipline è la più difficile da allenare?

«Il nuoto, soprattutto se si comincia tardi, ovvero da grandi. Ciò non vuol dire che bisogna essere dei “Phelps” e che sia impossibile iniziare se non si è molto preparati in acqua. Ma dato che anche la distanza che apparentemente più breve poi sembrerà infinita, arrivare con discrete capacità natatorie e magari dopo aver fatto un bel corso di nuoto non è per niente male».

È avvantaggiato chi viene da quale disciplina?

«Un po’ da tutte e tre, ma forse quello che dà più vantaggi in proporzione è il nuoto! Allenare bicicletta e corsa è fattibile, allenare il nuoto lo è un po’ meno…».


Quali sono gli obiettivi da prefissarsi se parliamo di un principiante?

«Per prima cosa non perdere di vista mai il divertimento! Infatti, stare in compagnia e fare sport all’aria aperta non ha prezzo a livello motivazionale ed emozionale e successivamente portare a termine una prima gara (ne esistono alcune “promozionali” davvero bellissime), senza pensare al tempo ma solo a godersi tutta la magica atmosfera».


Ci sono differenze da rimarcare nell’allenamento per un atleta uomo e donna?

«A mio parere no, duramente si allenano gli uomini, duramente si allenano le donne».


Quanto conta la tecnica?

«Soprattutto all’inizio conta ben poco, conta molto di più la passione e l’amore per lo sport. La tecnica sarà molto importante solo più avanti…».


Tu alleni, cosa ti chiedono più spesso?

«Al contrario di ciò che si possa immaginare gli argomenti più frequenti non sono né le tabelle di allenamento né i tempi. Il tema preferito è il cibo! Io non sono un nutrizionista, ma passo ugualmente ore e ore dentro infinite discussioni sull’alimentazione. Cerco infatti di far capire alle persone l’importanza di una corretta alimentazione, senza privarsi di niente ma nello stesso tempo senza esagerare. Sembra così facile a parole ma nel concreto è una vera battaglia»


È molto diversa l’alimentazione rispetto al solo ciclismo?

«Questo è un aspetto che mi affascina molto e che più avanti vorrò approfondire a completamento della mia formazione. L’elemento che caratterizza e differenzia il Triathlon rispetto alle singole discipline di corsa, ciclismo o nuoto, è proprio l’aspetto organizzativo e la complessità nella gestione del cibo in funzione degli allenamenti . Spesso si fanno dei “combinati”, delle doppie o addirittura triple sessioni giornaliere di allenamento. E, quindi, l’alimentazione e l’integrazione non possono essere lasciate al caso. Se si preparano degli Sprint dove le distanze da ricoprire sono 750 metri a nuoto, 20 km in bicicletta e 5 km di corsa, ci si alimenterà in un certo modo, mentre se già ci prepariamo per un 70.3 (mezzo Ironman) dove i chilometri diventano rispettivamente 1.9 nuoto, 90 bici e 21 finali di corsa, il discorso cambia radicalmente».

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