15 April 2014

Leggero calo nelle vendite, ma è boom dell’export

Minimo il calo delle vendite per il settore due ruote a pedale. Boom di e-bike, in Italia, così come nei Paesi più ciclabili d’Europa. Bilancia commerciale in attivo per 165 milioni di euro. In crescita la produzione (+22%) interna e l’export (+39%).

Leggero calo nelle vendite, ma è boom dell’export

Nel 2013 in Italia sono state vendute 1.542.758 biciclette: un piccolo calo rispetto all'anno precedente -3,9% rispetto al 2012 (1.606.014). In aumento la produzione con 2.671.200 biciclette (pari a +22%), trainata dall’export di 1.745.996 pezzi (+39%). L’Italia si conferma il principale produttore europeo di due ruote a pedale, soprattutto per il segmento dei mezzi da ragazzo fino a 20 pollici. incide molto il fatto che decathlon abbia scelto il nostro Paese in esclusiva proprio per produrre questo tipo di bici in partnership con aziende italiane. 

Una quota sorprendente è stata raggiunta dalle vendite di eBike, le bici a pedalata assistita: 51.405 pezzi (+12%) rispetto alle 46.000 del 2012. Nel complesso la bilancia commerciale di bici e parti in attivo per il 2012 è stata di 165 milioni di euro ed ha riportato un +2,5%Piero Nigrelli, direttore del settore bici di Ancmal’Associazione Nazionale Ciclo Motociclo e accessori , segnala che le perdite si sono avute in particolare in quello che definisce "polmone verde" di Emilia e tre Venezie, dove in genere le vendite sono a un livello pari a quello della Germania. 

A disincentivare l’acquisto del nuovo è il problema legato ai furti di bici, quantificabile in un danno di circa 150 milioni di euro l’anno. La cifra è il risultato di un insieme di valori. Considerando che nel nostro Paese sono 4 milioni i ciclisti circolanti e che circa l’8% subisce il furto (dato della ricerca Fiab-Ancma), si è in presenza di 320.000 bici rubate. Il valore medio alla vendita è pari a 270 euro, dunque 86 milioni di euro circa che vanno in fumo. A margine di questo costo “vivo”, pesano anche altri fattori.

Chi compra una nuova bici, dopo il furto, non la compra più di pari valore ma la compra di valore inferiore, dunque sul mercato c’è una perdita secca del 30%. Il fenomeno furti bici è un tema noto, dunque anche chi compra un nuovo mezzo è consapevole del rischio per cui abbatte ancora del 30% il valore di acquisto. Da considerare anche che, secondo un'indagine di Ancma, sarebbero 32 milioni le "bici in cantina"  degli italiani. Le riparazioni, infatti, influiscono per il 15% sul fatturato dei negozianti. 

Spesso si preferisce il riacquisto di bici rubate nei mercatini illegali. Tale situazione seppure difficile da quantificare, ha una ricaduta negativa. Complessivamente Confindustria Ancma calcola il danno del furto bici in Italia almeno a 150 milioni di euro l’anno. 

Nel totale vendite a conquistare il primo posto sono le trekking o city bike (32%), seguite dalle mountainbike (31%), le bici da bambino (18%), i prodotti da corsa (6%), le classiche (9%), le elettriche (4%).

In aumento le vendite di bici pieghevoli, seppure siano ancora numeri di nicchia (circa 25.000 pezzi anno). La possibilità di essere trasportate agevolmente come fossero bagagli sui treni ne favorisce la diffusione. Diverse aziende stanno rinforzando la propria gamma anche con modelli a pedalata assistita pieghevoli. Resiste il segmento del lusso che conferma i numeri dello scorso anno. I circa 22.000 esemplari di alta gamma sono costituiti da diversi modelli: bici da corsa, pieghevoli, extra performanti, mountain bike e da passeggio. In questo caso, il fattore determinante è la scelta della qualità dei materiali, la ricercatezza e l’ampia possibilità di personalizzazione.

I canali di vendita per bici e after market sono tre: grande distribuzione organizzata (Gdo); grande distribuzione specializzata (Gds); dealer specializzati (Ds). In termini numerici, per quanto concerne le vendite, queste le percentuali: 30% Gdo, 30% Gds, 40% Ds. In termini di fatturato, il totale è così ripartito: 20% Gdo; 28% Gds; 52% Ds. Rispetto al 2012, si nota un incremento delle vendite presso la grande distribuzione, con una sofferenza da parte degli specializzati, anche se nascono nuovi negozi che sembrano seguire le nuove tendenze e i nuovi clienti che però vanno bene indirizzati.

Il fatturato dei dealer specializzati si compone: per il 47% dalla vendita di bici; per il 23% da ricambi e accessori; per il 6% dall’abbigliamento, per il 24% da riparazioni.

«I fattori che contribuiscono a questa situazione positiva sono ravvisabili nella considerazione che la bici oggi rappresenta una delle più importanti soluzioni per la mobilità sostenibile», dichiara Corrado Capelli, presidente di Confindustria Ancma, «Si risparmia in consumo di carburante ed emissioni, si guadagna in salute e velocità di trasferimento nelle città congestionate dal traffico. Inoltre, chi decide di pedalare contiene i costi di gestione. Continueremo nella promozione e nella tutela dell’intero comparto e delle numerose attività attraverso le quali si pongano le basi del fare cultura delle due ruote. Al nuovo Governo chiediamo provvedimenti che vadano in questa direzione e che puntino a rendere l’Italia un Paese in linea con gli standard delle best practices europee. Studi internazionali dimostrano che un euro investito in ciclabilità ne restituisce 4/5 alla collettività intera. Un metro di pista ciclabile può costare dai 20 ai 400 euro».

Cristiano De Rosa, presidente del Gruppo Bici di Ancma sottolinea: «Ci auguriamo che le amministrazioni locali adottino politiche concrete per rendere ciclabili le nostre città e adeguate le infrastrutture nelle zone extraurbane. Sensibilizzare l’opinione pubblica all’utilizzo della bici significa anche offrire opportunità di crescita economica e di sviluppo all’Italia attraverso il cicloturismo. In Germania esistono 7 milioni di cicloturisti che spendono mediamente 1.200 euro l’anno generando un fatturato di 9 miliardi di euro. In Francia il fatturato cicloturistico è pari a 2 miliardi, nel nostro Paese, la provincia autonoma di Trento, che ha calcolato gli introiti cicloturistici, dichiara che con i suoi 400 Km e poco più di piste ciclabili dal 2009 genera oltre 100 milioni di euro l’anno di fatturato».

Per raggiungere questo traguardo in tutta Italia basterebbe realizzare, con risorse modeste, piste ciclabili che percorrano da nord a sud e da est a ovest il bel paese garantendo anche l’incoming di turisti stranieri. Il 65% del fatturato cicloturistico della Provincia di Trento arriva dall’estero.

«Il settore della bici, oltre al valore industriale, vanta una profonda consistenza culturale. Le nostre aziende hanno scritto e scrivono la storia del ciclismo a livello mondiale e dobbiamo poter raccontare questi esempi di successo», dichiara Fulvio Acquati, presidente del Gruppo parti di Confindustria ANCMA.

Per intanto, Ancma sta elaborando progetti con Fiab, Federazione italiana amici della bicicletta, per fare cultura della bicicletta. Giulietta Pagliaccio ha tenuto a sottolineare l'importanza, a questo riguardo della manifestazione Bimbimbici al 15° compleanno, promossa da Fiab, ceh si svolgerà in circa 200 città i prossimi 10-11 maggio. «Percepiamo voglia di vivere diversamente le città, cosa che cambia completamente prospettiva, stile e qualità della vita»

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