08 June 2010

Ma Cancellara era in moto?

Dopo gli articoli apparsi qualche settimana fa, ora anche Davide Cassani lancia pesanti sospetti. Lo svizzero montava un motorino? E ora l'Uci indaga

Ma cancellara era in moto?

Al Giro si era scherzato su boutade e strane supposizioni. Ora, dopo aver negato più volte ogni sospetto, l’Unione ciclistica internazionale ha deciso di indagare sul caso Cancellara, ovvero sulla questione “motorino nella bici”. Pat mcQuaid, presidente dell’Uci, ha convocato in questi giorni una riunione con i rappresentanti dell'industria del ciclismo per chiarire le accuse di manipolazione meccanica della bicicletta del ciclista svizzero Fabiàn Cancellara. Per il presidente dell'Uci, Patrick McQuaid, tuttavia, non è immaginabile un tentativo di inganno con un motore elettrico da parte di un professionista del ciclismo.
La questione sollevata da alcuni quotidiani (Il Giornale, Avvenire e Il Resto del carlino) al Giro, ed è stata supportata successivamente da Davide Cassani (che ancora una volta mette nei guai un corridore dopo il caso Rasmussen) che ha filmato un video che mostra Cancellara mentre fa strane manovre sul manubrio prima di staccare con facilità alcuni suoi rivali nei decisivi attacchi nel Giro delle Fiandre ed alla Parigi-Roubaix, due prove che poi ha vinto.
«Andavo a 50 all'ora dietro a Cancellara, ma non riuscivo ad avvicinarmi. Era qualcosa di incredibile», aveva dichiarato il belga Tom Boonen dopo la sua sconfitta al Giro delle Fiandre due mesi fa. Lo svizzero, campione olimpico a cronometro ha respinto tutte le accuse. «Assurdo. Le mie vittorie sono il frutto di duro lavoro. Non ho mai avuto delle batterie nella mia bicicletta».

Il motorino esiste davvero sul mercato, ed è stata sviluppata anni fa, addirittura dal 2005 (come testimoniano le recensioni apparse sulla rivista Ciclismo) da un’azienda austriaca. Anche in gruppo, dopo essere venuti a conoscenza di questo marchingegno, qualcuno comincia a sospettare: anche la cronometro mostruosa di Mendrisio, per esempio, suscita molte perplessità. Sarà soltanto il caso dell’estate o qualcosa di più grave?

Se le accuse si rivelassero fondate, sarebbe davvero un caso clamoroso e lo scandalo investirebbe non soltanto il corridore, ma tutto lo staff tecnico, dai meccanici al team manager, poiché per il funzionamento di una simile apparecchiatura e per non essere scoperta, è ipotizzabile la collaborazione di un'equipe intera attorno all'atleta.

 

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