10 February 2015

Ben arrivati in gruppo!

Vi presentiamo quindici neo professionisti e vi diciamo cosa pensiamo di loro, fra piccole e grandi attese. Senza dimenticare i “grandi” che ci salutano

Ben arrivati in gruppo!

Come ogni anno, in gruppo entrano facce nuove e su di loro si concentrano piccole e grandi attese. Vi presentiamo quindici neoprofessionisti, da seguire nella loro stagione d’esordio (in rigoroso ordine alfabetico), ma prima salutiamo i “grandi”.

Cadel Evans ha salutato tutti a casa sua, in Australia, al termine del Tour Down Under. Dopo Thor Hushovd è il secondo abbandono di peso in casa Bmc, e con Evans se ne va il più importante corridore australiano di tutti i tempi.

Di Bradley Wiggins si è detto: al termine delle classiche dovrebbe salutare il ciclismo su strada, sempre che non decida di fare qualche “comparsata” con la maglia del suo nuovo team Wiggins, squadra di sviluppo per i giovani della Sky. Ma quello di Wiggo non sarà un ritiro vero e proprio: continuerà a correre nei velodromi, prima inseguendo il record dell’ora e poi cercando un incredibile ritorno alle Olimpiadi di Rio.

Dietro a due campioni dal destino annunciato, c’è chi sta in bilico: come Thomas Voeckler, che ha legato il suo destino in maniera talmente forte a Bernaudeau (il suo ritiro dipenderà dal destino stesso della squadra), o come Samuel Sanchez, che ha strappato in extremis un rinnovo di contratto con la Bmc, ma che difficilmente ne cercherà un altro per il 2016.


Carlos Barbero (Caja Rural): nonostante una crisi profondissima, il ciclismo spagnolo riesce ancora a esprimere nuovi elementi che avranno l’ingrato compito di colmare quel gap generazionale che ha seguito la generazione dei fenomeni Contador-Valverde-Rodriguez. Barbero è un potenziale uomo da classiche, con un ottimo sprint e ampi margini di crescita.


Tiesj Benoot (Lotto - Soudal): l’ennesimo nome per le classiche della scuola belga. Benoot è un corridore potenzialmente polivalente, che avrà modo di scoprire col tempo quali saranno i suoi traguardi d’elezione.


Giacomo Berlato (Nippo): uno di quegli attaccanti di razza di cui il ciclismo ha bisogno come il pane. Tra i dilettanti ha dimostrato di saper correre con coraggio, ma anche di finalizzare. Il passaggio tra i pro è difficile, ma speriamo che non lo spaventi.


Clément Chevrier (Iam): questo giovane scalatore svizzero ha avuto una maturazione lenta passata dalle strade degli Usa. Cercherà di tenere le ruote dei grandi in montagna (dove e quando possibile), ma soprattutto di impararne i segreti.


Magnus Cort (Orica - GreenEdge): colpaccio di mercato degli australiani, che sottraendolo alla “predestinata” Tinkoff vogliono costruirsi da subito l’erede di Simon Gerrans.


Caleb Ewan (Orica - GreenEdge): è il nome più atteso tra tutti i giovani (e, guarda caso, ha già vinto due tappe consecutive al Jayco Herald Sun Tour!). Velocista fenomenale che già da junior riusciva a rivaleggiare con i grandi, non stupirebbe vederlo protagonista da subito.


Ilia Koshevoy (Lampre): pistard bielorusso che tra i dilettanti in Italia ha imparato a correre su strada, vincendo un Gp Liberazione e rivaleggiando già con i professionisti al Tour of Utah. È il classico corridore i cui margini sono tutti da scoprire.


Stefan Küng (Bmc): ottimo passista, formatosi come inseguitore e rivelatosi subito un gran cronoman. È il corridore con cui la Svizzera spera di “rimpiazzare” Fabian Cancellara nelle classiche.


Olivier Le Gac (FdJ): laureatosi campione del mondo tra gli juniores nel 2010, la FdJ lo ha per le mani da un paio d’anni ma ha preferito lasciarlo maturare con calma, permettendogli anche di concludere gli studi prima di passare tra i professionisti lo scorso agosto. È la più grande speranza del ciclismo francese del domani.


Jakub Mareczko (Southeast): velocista potente ma soprattutto scaltro, l’italo-polacco ha già messo la sua firma all’esordio tra i professionisti con due vittorie in Venezuela. Dovrà abituarsi ad altre distanze e ad altri ritmi, ma chi ben comincia...


Kristoffer Skjerping (Cannondale - Garmin): più dell’iridato Sven Erik Bystrom, sembra lui la vera gemma dell’incredibile nuova generazione norvegese. Un altro uomo da classiche con una gran volata.


Mike Teunissen (LottoNL): viene dal ciclocross, dove è stato iridato under 23 nel 2013. Lo scorso anno ha vinto la Roubaix e la Paris-Tour di categoria, mentre al Fiandre è stato “solo” quinto. Serve altro?


Dylan Teuns (Bmc): l’elenco di cacciatori di classiche che riesce a sfornare il ciclismo belga ogni anno è impressionante. Eccone un altro, che curiosamente non corre in squadre fiamminghe ma in uno di quei team che sui giovani investe ancora tantissimo.


Louis Vervaeke (Lotto - Soudal): probabilmente anche Vervaeke diventerà un cacciatore di classiche e un domani lo vedremo inseguire la Liegi, ma qui al momento del passaggio tra i professionisti siamo davanti all’unica vera speranza di rivedere il Belgio protagonista nei Gt. Una speranza che da troppo tempo aspetta di concretizzarsi.


Federico Zurlo (UnitedHealthCare): dopo aver chiuso la carriera dilettantistica con una stagione bersagliata dalla malasorte, il vicentino riparte degli USA. Alla UnitedHealthCare trova un maestro come Roberto Damiani, uno che sa benissimo come si vincono le corse che contano.
 

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