27 May 2013

Rauler

L'acciaio in chiave attuale: saldatura tig, spessori differenziati, sezioni orientate. La componentistica è hi-tech

Rauler

Vintage? No grazie. O almeno non solo. L’azienda Rauler fu creata a Reggio Emilia alla fine degli anni ‘70 dai fratelli Gozzi: Raul, specializzato in pantografia ed elettroforesi, e Reclus, specializzato in saldatura di tubazioni in acciaio speciale extra sottile. Negli anni si perfezionarono nella costruzione di telai e di biciclette da corsa con lo stesso marchio. L'azienda è sempre rimasta a livello artigianale ed era molto conosciuta anche all’estero grazie ad alcuni importanti clienti europei. Hanno pedalato su biciclette Rauler alcuni fra gli atleti e le squadre professionistiche più gloriose della storia del ciclismo italiano come la Smeg e la Giacobazzi.

La più prestigiosa vittoria - fra le tante conseguite - è senz'altro la medaglia d'oro olimpica nella 100 km a squadre alle Olimpiadi di Los Angeles nel 1984. Oggi Rauler rilancia l'acciaio con due telai da corsa di gamma alta, uno assemblato con saldatura tig, l'altro con le classiche congiunzioni. L'intento, specialmente nel primo caso, è quello di proporre un prodotto attuale e dalle prestazioni eccellenti senza timore reverenziale alcuno nei confronti del carbonio. Anzi, un telaio in acciaio può in alcune situazioni rivelarsi vincente proprio perché ideale connubio fra prestazioni e guidabilità, con l'innegabile vantaggio - ove necessario - della costruzione su misura.

Il telaio e la forcella

La bici provata è assemblata intorno al telaio Rauler saldato al tig. L'acronimo significa Tungsten inert gas e indica una saldatura con elettrodo di tungsteno (il materiale del filamento delle lampadine a incandescenza, per intenderci) sotto atmosfera protettiva realizzata mediante getto di un gas inerte. È una tecnica perfetta per saldare tubi di spessore sottile, ma richiede mani espertissime. I tubi utilizzati sono della serie Zero Xl di Dedacciai, realizzati in acciaio 25CrMo4. È un materiale ad altissima tecnologia, le cui caratteristiche meccaniche (carico di rottura di 1350 N/mm2) derivano dalla particolare composizione chimica e successione di trattamenti termici. I tubi sono tutti rettilinei e trafilati a spessori variabili (tranne i foderi verticali del carro): più spessi nella zona di saldatura al tubo sterzo e alla scatola del movimento centrale, più sottili alle estremità rivolte al nodo sella e ai forcellini posteriori cnc. Mentre l'orizzontale e il piantone sono a doppio spessore con sezione costante, l'obliquo è a triplo spessore con sezioni orientate per massimizzare la rigidità sfruttando le dimensioni generose del tubo sterzo conificato (con cuscinetto superiore da 1 1/8" e inferiore da ben 1 1/2") e della scatola del movimento press fit bb86. All'estremità del piantone è presente un inserto per adattare il diametro interno del tubo al reggisella di 31,6 mm.

Dedacciai anche la forcella Edg, monoscocca in carbonio altissimo modulo - forcellini compresi - con finitura esterna 3k e rake di 44 mm. È un prodotto top di gamma e pesa 360 grammi. I foderi poderosi e diritti si sposano alla perfezione alle linee e alle proporzioni del telaio. Il telaio Rauler tig si caratterizza per uno sloping appena accennato e può essere realizzato anche con tubazioni Columbus Spirit e forcella monoscocca Columbus. In entrambi i casi costa 2.250 euro. La versione con congiunzioni, dalla geometria più classica con top tube orizzontale, può essere realizzata con tubi Columbus Spirit o Deda Zero abbinati a forcella in acciaio Columbus e predisposta per reggisella di 27,2 mm, costa invece 2.200 euro. I prezzi restano invariati nel caso in cui il cliente richieda la costruzione su misura o la verniciatura personalizzata.

La componentistica

La bici in prova è equipaggiata con il gruppo completo Sram Red presentato ai saloni del 2012. Tutto Zipp Service Course il drive set, con l'attacco forgiato in lega 7075 e la piega in lega 7050 con curvatura ss (short & shallow, in pratica una compact). Completano la dotazione la sella Prologo Zero e il reggisella Argon 18. Le ruote sono le Corima Up "s" per tubolare con cerchio in carbonio 12k ad altissimo profilo (ben 73 mm), con 18 raggi radiali all'anteriore e 20 al posteriore (radiali a sinistra e incrociati in terza sul lato cassetta). Il mozzo è il tipo "S" in alluminio cromato con particolari in titanio e asse di 17 mm che ruota su cartucce sigillate di alta qualità.

I tubolari montati sono Tufo S33 pro. Se la meccanica Sram Red è l'unica a listino, tre sono invece le opzioni possibili per le ruote: oltre alle Corima Up "S" (1.415 g nella versione tubolare e 1.740 g per copertoncino), si può optare per le Corima Aero (tubolare 1.335 g, copertoncino 1.560 g) oppure per le Zipp 404 (tubolare 1.355 g, copertoncino 1.525 g). I prezzi sono rispettivamente di 6.790 euro, 5.950 euro e 6.850 euro. La scelta di gruppo e ruote denota la ben precisa volontà del produttore di sottolineare la vocazione corsaiola del telaio e la sua attualità rispetto ai concorrenti in carbonio.

La prova

Quanto pepe! Siamo rimasti spiazzati con questa Rauler. Altro che acciaio vintage, eroico e cose del genere. Questo telaio ha grinta da vendere, è scattante, brillante e grintoso. Molto bella la geometria, il classico mix all’italiana a metà strada tra il racing spinto e l’impostazione da passista. È guidabile e godibile, non obbliga a scelte estreme per pedalarci sopra. Ci ha colpito in modo favorevole la brillantezza in fase di rilancio e la rigidità della scatola che risponde a dovere in tutti i contesti. Alle variazioni col rapportino in salita, negli allunghi in velocità in pianura nella scia del gruppo. Degna di nota la reattività forzando in piedi sui pedali, la bici scorre in modo impressionante e invita ai rilanci. Molto bene in discesa, dove evidenzia precisione e accuratezza nelle traiettorie. Lo sterzo trasmette sicurezza. L’assemblaggio è “fighissimo”, ma è per certi aspetti estremo, nel senso che questo Rauler non è fatto con l’acciaio di una volta. Gli spessori tirati gli hanno tolto comfort e il profilo di 80 mm delle Corima Up non aiuta a dissipare gli urti provenienti dal martoriato fondo stradale dell’hinterland di Milano. Certo, sul bitume levigato e con qualche grado in più di temperatura si trasforma in una specie di “bisturi a due ruote”. Ogni pedalata è divertimento puro e ogni scatto diventa entusiasmante. Ai fachiri del lunghissimo consigliamo una ruota con cerchio basso.

Tags

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Le ultime News
Il Turismo
Tutto Salute