09 February 2015

Come ho aiutato Dennis a entrare nella storia

Ce lo racconta Marco Pinotti, che ha preparato il tentativo (riuscito!) di record dell’ora di Rohan Dennis. Dalla tempistica degli allenamenti, i pasti e l’esposizione alla luce naturale, fino alla tattica messa in atto (anche grazie a capacità mentali fuori dal comune)

Come ho aiutato dennis a entrare nella storia

L’ultima e più delicata fase di avvicinamento al tentativo di record dell’ora di Rohan Dennis è iniziata in Svizzera sabato 31 gennaio, quando il corridore è atterrato a Zurigo. Ha trovato un clima molto freddo e un paesaggio innevato. All’aeroporto è salito subito in auto diretto all’hotel. Durante tutta la settimana abbiamo ridotto al minimo le uscite all’aria aperta, data la differenza di temperatura con l’estate australe. Per otto giorni ha fatto la spola tra l’hotel, un tre stelle con vista sul piccolo aeroporto di Grenchen, il velodromo, che dista solo 700 metri e un centro benessere a 3 chilometri dove si recava a fare la sauna, a giorni alterni, per mantenere l’adattamento al caldo.

 

Nervoso e leggermente irritabile

Solamente due giorni prima del tentativo, quando abbiamo intuito che cominciava a essere nervoso e leggermente irritabile, abbiamo organizzato un’uscita al cinema nel tardo pomeriggio per distrarlo un po’. Abbiamo visto il “The imitation game”, una scelta quasi obbligata dall’orario e dalla lingua.

 

Come abbiamo strutturato l’allenamento

L’allenamento è stato semplice e preciso: i primi giorni l’obiettivo era recuperare dal jet lag, attraverso tre strategie: la tempistica degli allenamenti, i pasti e l’esposizione alla luce naturale.

Domenica e lunedì ha preso confidenza con la pista con lavori dietro moto.

Martedì solo rulli in hotel.

Mercoledì test con i materiali (ruote, caschi e tubolari) che avrebbe usato nel tentativo, e dietro moto in pista per una decina di chilometri.

Giovedì prova generale di 30 minuti, con partenza alle 14 e programmazione degli eventi come nel giorno del tentativo di stabilire il record: rulli la mattina, colazione con latte e cereali integrali (una curiosità, gli stessi che preferivo io quando correvo), pasta alle 11 (150 grammi, quasi 200 la domenica), riscaldamento sui rulli in pista.

Venerdì di nuovo solo rulli.

 

La tattica seguita

Sabato: tre prove più brevi, con prelievi di lattato per capire come reagiva e poter confermare la tabella che avrebbe seguito. Questa, è stata stabilita definitivamente domenica mattina: partire tra i 52.5 e 52.8 km/h, pedalare quasi “controllato” e poi dare tutto negli ultimi 50 giri, o 15 minuti, che costituivano un terreno inesplorato e aperto a svariate incognite.

 

Ha iniziato a perdere, ma senza crollare

Dennis ha eseguito tutto alla perfezione fino ai 45 minuti, quando aveva una media di 52.8. Poi ha iniziato a perdere, senza crollare, grazie a una forza di volontà e a capacità mentali fuori dal comune. L’unico rammarico è stato quello di aver fatto il tentativo nella giornata con la più alta pressione atmosferica di tutti gli otto giorni passati a Grenchen. La pressione più alta rende l’aria più densa e quindi si fa meno velocità a parità di sforzo. Questioni di guadagni marginali in percentuale, ma che su un’ora possono significare anche 200-300 metri di differenza. Ma questo era qualcosa al di fuori delle nostre possibilità di controllo. Nelle condizioni in cui ha corso, Dennis non poteva fare un metro in più. È questo che lo ha reso soddisfatto alla fine.

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