27 June 2014

Sarà “forte” questo Triathlon

Un sopralluogo in anteprima dei tracciati del Garmin TriO Forte dei Marmi in programma il primo weekend di settembre. Tra la distanza olimpica (sabato 6) e lo sprint (domenica 7) l’obiettivo è raggiungere 1.200 partenti, e i presupposti per un esordio da record ci sono tutti. Ecco le prime impressioni (di Carlo Brena)

Sarà “forte” questo triathlon

La sveglia è alle cinque del mattino: meglio non arrivare tardi all’appuntamento. Alle 8 del mattino si presentano nel cortile dell’azienda del triangolo azzurro un po’ alla spicciolata Alberto (dalle Langhe in macchina), Nicola (dalla Vallèe con treno più bici) e Fabio (a piedi dal centro di Milano). Ad aspettarci il sorriso di Silvia e un furgone pieno di Scott ultima generazione: saranno i nostri purosangue per cavalcare sul tracciato ciclistico del Garmin TriO Forte dei Marmi. Dopo il caffè di rito e l’aggiustamento delle selle a opera dei tecnici Scott si parte verso la Cisa e da lì giù in picchiata verso la Versilia.

Nel viaggio si chiacchiera e si ricorda il senso di questa esperienza: «L’idea è quella di un sopralluogo in anteprima della prima edizione del triathlon che si svolgerà nel weekend del 6 e 7 settembre – ci racconta Silvia di Garmin –. Proveremo la frazione podistica ma soprattutto il percorso ciclistico, una vera chicca per gli amanti dei tracciati nervosi».

La proposta già collaudata del format Garmin TriO nata a Sirmione quattro anni fa e proseguita (seppur con una sporadica apparizione) a Cernobbio, è quella dell’evento agonistico sì, ma condito con musica e intrattenimento. Gli americani lo chiamerebbero racing ‘n’ entertainment, o qualcosa del genere, ma chi ha gareggiato sa di cosa parliamo.

Ci aspetta una due giorni a Forte dei Marmi, località sciccosa ed elegante che a fine giugno si riempie di mamme e bambini, nonni e passeggini, biberon e palette. Al nostro arrivo, però ci colpiscono i gruppi di ciclisti che sfrecciano sulla litoranea: si capisce che qui si respira aria di bicicletta.

Ad accoglierci c’è Lorenzo Lucacchini, delegato alle attività sportive del Comune di Forte dei Marmi che ci illustra il terreno di gara. Si inizia dalla zona cambio che verrà allestita in un grande spazio che tra pochi giorni verrà occupato da decine di giostre, e se qualcuno ha già visto cos’è una fiera in una località marina, può capire quanto grande sia l’area per T1 e T2.

«L’obiettivo è di avere 1.200 partecipanti – commenta Micol, qui in veste di ufficio stampa dell’evento –. E per una volta tanto non avremo problemi dove alloggiare un numero così grande di atleti». Traguardo ambizioso, aggiungiamo noi, perché per un’edizione di esordio superare quota mille pettorali ci sembra ottimistico, ma la squadra del Garmin TriO ci ha abituato a risultati straordinari.

La frazione di nuoto partirà dalla parte opposta della zona cambio e l’uscita dall’acqua prevede il passaggio in un sentiero che taglia in due l’area delle dune di Forte, zona sotto la tutela Wwf. E se il mare dovesse fare i capricci? «Abbiamo pensato ad una alternativa con il canale qui a fianco» risponde Lucacchini. Ci spostiamo 500 metri più a nord e ci troviamo sul ponte che supera il fiume Versilia che si getta nel Tirreno: un piano B funzionale, ma che dovrà (se accettato) fare i conti con la distanza dalla zona cambio. Noi intanto scalpitiamo per provare il percorso ciclistico.

Torniamo in albergo e dopo mezz’ora siamo vestiti di tutto punto: a bordo delle nostre Scott con le “divise” Santini indossate a pennello, e calzati caschi e occhiali Salice sembriamo una squadra pro in ritiro. «Il Vector mi dice che non sviluppo potenza neanche per accendere una lampadina», dice Alberto, inviato qui per la Gazza e che insiste nel farsi fotografare con la catena sul 53x11. Le battute si sprecano, ma tra poco sulle salite dell’entroterra versiliano non avremo tanto fiato per fare gli spiritosi.

Ci sfoghiamo con repentini allunghi e durature trenate sul lungomare, tutto documentato dalle Virb che abbiamo piazzato sul manubrio e che ci aiuteranno a produrre una clip di questa press expedition. Arriviamo in formazione compatta all’attacco della salita ma l’ordine di scuderia è di girare le nostre bici per fare ritorno nella hall dell’albergo Tarabella: ci aspetta la partita Italia Uruguay, di cui omettiamo la cronaca per evidenti ragioni. Nell’intervallo tra il primo e il secondo tempo, l’ospitale albergatore vedendoci sudati e provati, apre una bottiglia di rosè ghiacciato che io e il collega Alberto non manchiamo di onorare: uno che è nato e cresciuto nella terra del Barolo è un’ottima spalla. Come sia andata a finire quella partita è cosa risaputa, e noi, con la delusione nel cuore, ci apprestiamo a un gesto inconsulto: il sopralluogo del percorso podistico. Naturalmente correndo a piedi. Si dimostrerà una scelta folle, come solo i dementi possono fare: il vino appena trangugiato si ripropone a ogni allungo, perché ogni corsetta in gruppo non è mai una corsetta, ma sempre una gara. Sudo bollicine rosse. Spugno come una medusa. Dopo 20 minuti giriamo i tacchi e rientriamo, non risparmiando lavori alattacidi sopra la soglia. Nicola, inviato da sportoutdoor24.it potrebbe essere mio figlio, e galoppa come un levriero, e solo in vista dell’insegna dell’albergo mi arrendo. I Forerunner 620 al polso dicono di un ultimo chilometro a 4’12”. Sfinito arranco alla reception. «Settimana prossima sono 50, ma non è l’età – mi ripeto – sono le code in tangenziale est che mi hanno rovinato».

Doccia e gambe sotto il tavolo al Bocconcino, nel cuore di Forte. Due chiacchiere, un paio di racconti storici di Fabio che di Triathlete è il factotum e a mezzanotte siamo in branda.

L’indomani ci raggiungono Antonio (blogger) e Luca, profondo conoscitore del mondo social. Il cielo terso del giorno prima ha lasciato spazio a nuvole minacciose che ben presto si trasformano in un temporale al limite della bomba d’acqua. Fabio dice che ha visto un signore accompagnare coppie di animali su un grande barcone: come fai a non ridere. Inizia la guerra degli sms: «Che facciamo?» «Aspettiamo» «Si ma quanto?...» «Fin quando finisce…». «Si ma quando finisce?». I giornalisti son tutti uguali: procedurali.

Alle dieci del mattino tutto pare finito, e le Scott si scatenano e noi con loro. Silvia di Garmin cerca di tenere compatto il gruppo, ma Antonio raccoglie le mie provocazioni e si mette a ruota, e trascina un pimpante Alberto con il silenzioso Nicola che ha la gamba del finisseur, mentre raggiungo Luca che era andato in fuga dal km zero e Fabio che alza la mano per chiedere aiuto all’ammiraglia. Scene di ordinario ciclismo amatoriale. Sulle rampe della prima salita verso il comune di Montignoso il gruppo si allunga prima, per sfaldarsi poi: si gira a destra e si raggiunge la Cima Coppi del tracciato a quota 229 metri, posizionata a 8 chilometri dalla partenza. I commenti sono unanimi: «Bel percorso, duro ma non troppo, impegnativo il giusto – mi dice Antonio –, e sono sempre più convinto di farla: tienimi un posto!». Il percorso è da fare due volte così da raggiungere i 40 chilometri per il Triathlon Olimpico, chi farà lo sprint si fermerà al primo giro. Noi ci ributtiamo sul lungo mare per sgasare ancora un po’ perché mi illudo di essere davvero ‘forte’, un po’ come questo posto che rivedrò il 6 settembre.

PS: dopo l’Ironman di kalmar che farò a metà agosto avrò ancora energie per fare il Garmin TriO Forte dei Marmi?

 

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