20 August 2014

Sogno cicloturistico italiano

Continua il nostro viaggio alla scoperta della Sardegna: in 9 tappe, per quasi 900 chilometri e 13.500 metri di dislivello

Sogno cicloturistico italiano

(seconda parte)

Cinque tappe con il Grand Tour organizzato dagli amici di Anfibia. Da Arzachena a Castelsardo, lungo la costa occidentale fino a Pula. Poi quattro in completa solitudine ciclistica, lungo la costa orientale, da Cagliari a Orroli, Santa Maria Navarrese, Orosei e Olbia. Provando così anche l’esperienza del tour “self-guided”, seguendo le indicazioni del sito che descrive l’itinerario, scoprendo dal web dove fermarsi per dormire e mangiare. Il sito Sardinia Grand Tour è completo di tutti i dettagli utili per le prenotazioni.

In totale abbiamo pedalato 9 tappe, per quasi 900 chilometri e 13.500 metri di dislivello.

Le zone pianeggianti della Sardegna rappresentano solo il 18,5% del territorio, e probabilmente tale percentuale è data esclusivamente dalla somma di tutte la meravigliose, infinite e splendide spiagge. Il resto è montuoso collinare. Ed è li che si pedala.

Le prime due tappe sono state affrontate in soluzione unica, il primo giorno, giovedì primo maggio, con la Randonnée Arzachena-Alghero, omologata dall’Audax Club Parisien. Quasi 200 chilometri e oltre 3.000 metri di dislivello. Quindi un giorno di riposo nella bella Alghero, per ripartire sabato alla volta di Cabras, centoventisei chilometri e 1.500 metri di dislivello.

Al mattino cielo grigio e poi una pioggia insistente. A Tresnuraghes si inizia ad apprezzare lo spirito organizzativo del Grand Tour. Pausa pranzo a Villa Asfodeli dove il ciclista trova una accoglienza particolarmente attenta e curata. L’area fitness della struttura messa a disposizione per il cambio (da bagnati ad asciutti) per arrivare a tavola e ritornare ben disposti nei confronti della passione ciclistica... Buon vino, ottimo cibo, un servizio officina e noleggio bici di tutto rispetto, sicuramente degno del ciclo-turismo nordeuropeo. Ma qui c’è il sole e il clima della Sardegna. Di solito. Solo oggi eccezionalmente una piccola debacle climatica.

Ma già nel pomeriggio il cielo ritorna azzurro e la luce dopo pioggia e vento è qualcosa di.... cinematografico.

Domenica si va da Cabras a Portixeddu. Un sogno ciclistico di 116 chilometri con 1.700 metri di dislivello. Si passa da Montevecchio, nel cuore del Parco Geominerario storico e Ambientale della Sardegna, dichiarato il primo Parco geominerario della rete di Geoparchi istituita dall’Unesco. Arrivando ad una delle spiagge meno conosciute e più selvagge di questa parte di costa. A Sud della Costa Verde e del Rio Piscinas.

Lunedì, inizio di settimana con la tappa Portixeddu-Pula, un tripudio di paesaggio “trasformista”: costa, interno, saliscendi e nell’Iglesiente anche un filo di pianura. Si percorrono 140 km con 1.700 metri di dislivello.

Lungo il mare fino a Buggerru, poi ci si alza portandosi all'interno, una breve e ripida salita per riprecipitare verso il mare a Masua (altro parco minerario), divagazione a Nebida facendo il giro intorno al “promontorio con vista”. Discesa a Fontanamare quindi verso l'interno puntando a Portoscuso. Ci si avvicina di nuovo al mare con vista su Carloforte e Sant'Antioco. Sempre vicini alla costa fino allo stagno di Santa Caterina, quindi la bella sorpresa di Tatralias, borgo abbandonato, restaurato e perfettamente conservato.

Si punta ora verso Teulada. A Giba a destra direzione Sud. Lunghi e un po' noiosi rettilinei con qualche bella salita che, a vederle da lontano spaventano, ma in realtà risultano pedalabili. Masainas, Sant'Anna Arresi, al Piano di Sant'Isidoro si lascia la strada per Teulada per seguire quella che porta al mare. Si pedala ora lungo la costa, una splendida costa, in un continuo saliscendi, stancate si, ma l'energia che trasmette questo paesaggio è più forte della stanchezza. E si pedala. Sapendo che siamo vicini alla meta: Pula.

Martedì, giornata di quasi riposo. Fino ad ora si pedalava in gruppo, con due “lussuosi” pulmini al seguito per il trasporto bagagli, da qui proseguo in solitudine. Attrezzo la bici con il piccolo portapacchi a sbalzo agganciato al cannotto reggisella, massimo 5 kg di bagaglio e un minuscolo zainetto da mtb sulle spalle. Volentieri mi lascio accompagnare a Dolianova, Nord di Cagliari, per evitare l’attraversamento della città. Nel pomeriggio tappa breve per arrivare ad Orroli. Sono solo 50 chilometri con 1.000 metri di dislivello, cercando di seguire il più possibile il tracciato del Trenino Verde della Sardegna: Cagliari-Mandas-Arbatax.

Inizialmente si pedala sulla statale 387, molto tranquilla e percorribile anche in bicicletta. Vallonato veloce poi un paio di larghi tornanti che salgono a Sant'Andrea Frius. Da qui due strade portano ad Orroli, scelgo la variante a sinistra puntando a Sernobi, per coerenza con l'dea di seguire la strada ferrata. Quindi Selli, Sisini, Siurgus Donigala, il bel lago di Mulargia e l'arrivo in salita a Orroli.

Mercoledì tappa intensa, sia per difficoltà che per bellezza. Dopo la tappa "bonsai" Dolianova-Orroli, la tappa è decisamente più impegnativa per distanza e dislivello. Centoquindici chilometri e oltre 2000m di dislivello per arrivare a Santa Maria Navarrese, sulla costa orientale, leggermente a nord di Arbatax.  Si parte in direzione Nurri, per scendere al lago del Flumendosa, intersecando più volte i binari a scartamento ridotto del Trenino Verde.

Aggirato il lago la strada sale fino al bivio per Esterzili, cantoniera e Nuraghe Serbassei. Si supera Sadali a quota 700 m slm proseguendo in direzione di Seui continuando a salire. Da qui è un continuo saliscendi con regolare aumento di quota, arrivando a sfiorare i 1.000 metri a Genna e Medau e al successivo Nuraghe Ardasai. Si pedala per chilometri senza incontrare anima viva, solo capre, in un panorama mozzafiato, dentro a una primavera sarda di rara bellezza. Si rimane in quota fino al lago alto di Flumendosa seguendo la ss389. Aggirato il lago si inizia a scendere, si abbandona la 389 voltando a destra in direzione di Villagrande Strisaili, dove la strada scende con decisione, quasi a precipitare verso il mare. A quota 250m, dopo un primo stretto tornante a sinistra ed uno molto largo a destra, attenzione a non perdere (sulla sinistra) la piccola strada che porta a Sm Navarrese arrivando sul mare a nord di Tortolì e Arbatax, lungo il fondo valle del Riu sa Teula. Breve tratto sterrato e piccolo guado per attraversare un torrentello, ma questo è il vero spirito del turismo sportivo in bicicletta . Lotzorai e Santa Maria Navarrese.

Giovedì, altra tappa di intensa bellezza. Il percorso è molto semplice, si segue la splendida Orientale Sarda fino a Dorgali e Orosei. Da Santa Maria Navarrese si seguono le indicazioni per Baunei, una prima salita porta a quota 480 m poi dolcemente si sale ai 1.000 metri del Passo di Genna Silana, quota 1.017 m slm. Da qui bellissima discesa a Dorgali. Possibilità di divagazione a Cala Gonone. Da Dorgali a Orosei sempre lungo la 125 orientale sarda.

Venerdì, si lascia Orosei pedalando ancora sulla Orientale sarda, la parte migliore è ormai alle spalle, ma qui di brutto non c’è proprio niente. Si pedala quasi sempre a fianco del mare. Questa è una tappa più veloce, comunque di 100 chilometri, con minor dislivello anche se il continuo saliscendi ci farà accumulare 900 metri, senza aver mai superato i 130 di quota sul livello del mare. E poi il vento, costante compagno di viaggio. Sempre al mio fianco. Nel senso che è vento laterale che soffia dal mare verso terra. S'ena e' Chita, Santa Lucia, Posada dove un ponte interrotto obbliga ad un percorso di guerra per non finire sulla superstrada....!?! Tanaunella, Budoni, San Teodoro... pausa mare. Poi in pochi chilometri Olbia. E qui finisce un giro splendido, un gran bel giro. Un vero Grand Tour. Tra i più spettacolari del mondo, che per lungo tempo resterà indimenticabile.

I consigli per il trasporto bici in aereo

Per chi vuole portare la propria bicicletta segnaliamo all’aeroporto di Olbia un ottimo servizio all’interno del parcheggio: un container attrezzato ad officina bici e deposito sacche e/o cartoni utilizzati per il trasporto in volo. Si chiedono le chiavi del locale alla cassa dl parcheggio, per i primi 8 giorni di deposito si paga 1 euro al giorno, per i giorni successivi 50 centesimi al giorno.

Con Meridiana il bagaglio fuori standard ha un sovrapprezzo di 30 euro, con un massimo di 4-5 biciclette per ogni aeromobile. Con Alitalia il trasporto bici è incluso nel prezzo del biglietto. Viaggiando con sacche morbide è opportuno imbottire bene la bicicletta con l’accortezza di smontare il cambio posteriore, per evitare che certe botte possano piegare il forcellino reggi cambio (basta una brugola del 6).

Di Paolo Tagliacarne – Foto di Paolo Tagliacarne e per gentile concessione di Sgt-Sardinia Grand Tour

 

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Le ultime News
Il Turismo

Trilogia dell'Avana - Episodio 2

18 April 2024

Tester Day Festival: vi aspettiamo sabato e domenica per prove, tour, contest, corsi... Tutto gratuito! È il primo ritrovo della community di Ciclismo.it

04 April 2024

Trilogia dell'Avana - Episodio 1

27 March 2024

Rifugio Venini, la Norvegia a 90 km da Milano - Episodio Tre

19 March 2024

Alpi Francesi: 4 giorni fra bici, sci, mountain kart e snow kite

16 March 2024

Vacanze in bici: il Club del Sole riserva uno sconto del 10% alla community di Ciclismo.it

01 March 2024

Rifugio Venini, la Norvegia a 90 km da Milano - Episodio uno

26 February 2024

Canyon Spectral CF, la mtb da trail "definitiva"

25 February 2024

L'Eroica sbarca a Cuba... ed è subito festa!

23 February 2024

Il nostro viaggio in Giordania: un Paese pronto ad accogliere i ciclisti

22 February 2024

Tutto Salute