06 November 2013

Specialized Camber s-works 29"

Anche per la versatile trail bike di Morgan Hill arriva la versione S-works. Ha un inedito e leggerissimo telaio in fibra di carbonio Fact 11m

Specialized camber s-works 29"

Tra le maggiori novità introdotte dalla Specialized per il 2014, oltre la nuova Epic world cup, spicca anche la Camber nella versione S-works. Si tratta della versione più esclusiva e performante di questa trail bike di 29" che rappresenta l'ideale anello di congiunzione tra la più racing Epic, pensata per l'uso agonistico in Cross country e Marathon e le più escursionistiche e grintose Stumpjumper. Il modello Camber, forse finora un po' sottovalutato, acquista quindi un maggiore peso all'interno del catalogo Specialized: oltre alla S-works sono state "aggiornate" anche le altre due versioni in fibra di carbonio, la Comp e la Expert, mentre i modelli in alluminio mantengono lo stesso telaio dell'anno scorso.

Il telaio

Il telaio è nuovo, anche se mantiene il design delle precedenti Camber, con la tipica forma ad “X” del top tube e la bella curvatura dell'obliquo. Ci sono però notevoli differenze e migliorie, a partire dal materiale fino ad arrivare alla geometria. La versione S- works, infatti, è l'unica delle Camber ad essere realizzata con fibra di carbonio denominata Fact 11m, mentre gli altri utilizzano "ancora" la 9m. Si tratta di una sigla, o meglio un acronimo (Functional advanced composite technology), che indica l'intero processo utilizzato dalla Specialized per produrre i suoi telai in fibra. Il numero 11 rappresenta, allo stato attuale, l'ultima evoluzione, quella che garantisce le massime prestazioni in termini di rigidità e leggerezza. Il nuovo telaio, in effetti, è più leggero, tanto che in questa configurazione la bici completa pesa solo 10,8 kg. Rispetto alle altre Camber carbon in carbonio la S-works adotta nello stesso materiale anche il carro posteriore, che invece negli altri modelli è in alluminio M5. A proposito di carro, anche la nuova Camber, al pari delle Epic 2014, utilizza la nuova bielletta concentrica che lavora su due cuscinetti (prima era solo uno): è pensata sostanzialmente per migliorare la fluidità di movimento della sospensione, ma di fatto il sistema risulta anche più rigido e un po' più leggero. Complessivamente, la nuova sospensione, ha quindi un sistema di leveraggio che si contraddistingue per un carico di stacco decisamente inferiore rispetto a prima, quindi più sensibile alle lievi asperità. L'ammortizzatore utilizzato, un Fox float ctd Custom factory (con taratura specifica) con sistema Specialized di autosag, è regolabile nelle tre classiche modalità di frenatura idraulica della compressione: Climb, Trail e Descend, gestibili in questo caso dalla ghiera posta sull'ammortizzare e non dal manubrio. L'escursione è sempre di 110 mm. Miglioria apprezzabile è anche la modifica della geometria, definita più "trail": la nuova Camber è più maneggevole e guidabile, perché ha uno standover di circa 3 cm più basso da terra e un tubo sterzo più basso di circa un centimetro. Tra le altre peculiarità del telaio meritano menzione il perno posteriore di 12 mm con battuta del carro di 142 mm, i cuscinetti a cartuccia sigillata della sospensione e il passaggio cavi interno, compreso quello specifico per il reggisella Blacklite ir.

Componentistica e gamma

La Camber S-works protagonista della nostra prova è al top di una gamma composta di cinque modelli di serie, considerando sia quelli in carbonio sia quelli in alluminio. La gamma si estende così dalla Camber base in alluminio M5, disponibile a 1.690 euro alla S-works, che nella taglia M ferma l’ago della bilancia a 10,8 kg, ma che costa ben 7.790 euro. Un po' meno leggera, ma anche meno costosa è la Expert carbon, con carro posteriore in alluminio, che costa 5.090 euro. Decisamente più abbordabile è poi la Comp, sempre con triangolo in carbonio Fact M9 e carro in alluminio, ha un prezzo di listino di 3.290 euro, peso e componenti sono più che adatti ad un utilizzo off-road impegnativo e gravoso. La S-works, ovviamente, è il non plus ultra, la versione più esclusiva per chi, accettando di spendere una cifra notevole, non vuole scendere a compromessi in termini di leggerezza e prestazioni. Si avvale della forcella Fox float ctd factory 29" con rivestimento Kashima. Utilizza la stessa tecnologia Ctd dell'ammortizzatore che consente tre modalità di funzionamento per salita (in pratica un lock out), trail e discesa, gestibili dalla ghiera sulla testa della forcella (quindi senza controllo remoto). Ha la regolazione del ritorno, tubo sterzo conico ed un'escursione di 110 mm. La trasmissione è 1x11 con la tecnologia Sram Xx1 mixata con quella Specialized che ha abbinato la sua nuova guarnitura S-works in fibra di carbonio Fact Osbb, ancora più leggera e rigida grazie all'integrazione spider/pedivella in un unico pezzo. Il movimento ha standard Press fit 30. Altro particolare di rilievo sono le ruote in carbonio, leggere ma resistenti, Roval control trail sl 29 142+ con raggi Dt Swiss, cerchio largo e asse passante di 12 mm. Sono abbinate agli pneumatici Ground control con battistrada centrale scorrevole e scolpitura versatile. L'impianto frenante è una versione custom dei potenti Formula t1 con dischi proporzionati alla taglia della bici: nella taglia L abbiamo l'anteriore di 200 mm e il posteriore di 180 mm. Proprio per ottenere la massima versatilità d'utilizzo la Camber S-works, ma anche la Expert e la Carbon, sono disponibili con reggisella telescopico e comando Post Ir che è stato rivisto per un funzionamento più fluido (con pressione di funzionamento del sistema pneumatico interno molto più bassa) e l’ottimizzazione del posizionamento della guaina che ora è completamente interna al telaio. Il sistema è regolabile su tre posizioni (salita, cruiser e discesa) e può avere un' escursione massima di 125 mm o 100 mm.

La prova

Per questioni di disponibilità della bici test abbiamo dovuto optare per una taglia L. Non certo fuori misura, considerata l'altezza di178 cm del tester, ma comunque più grande della M che sarebbe lo stesso stata adatta alla nostra corporatura. La premessa è doverosa perché, in effetti, non appena saliti in sella, la Camber ci è sembrata una mtb discretamente alta sull'anteriore e relativamente ingombrante (chi vi scrive in genere predilige taglie compatte). In realtà basta poco per adattarsi alle proporzioni apparentemente "abbondanti" della Camber L e, dopo qualche chilometro di sentiero tecnico si incominciano ad apprezzare anche le doti di reattività e maneggevolezza. Quello che, sin da subito colpisce, in ogni caso, è l'ottimo equilibrio e la notevole versatilità. La Camber si avvale della geometria trail, studiata per un comportamento più bilanciato tra salita e discesa, quindi rispetto alle mtb da agonismo (che sono predisposte più per le prestazioni in salita) ha angoli più aperti per una guida più facile e divertente nel tecnico. In salita, così come nei tratti pianeggianti tecnici, le prestazioni sono comunque notevoli. Sia per via della notevole leggerezza del mezzo, che si esprime su valori più che ideali anche per l'escursionista esigente, ma anche competitivi per il granfondista più o meno occasionale. Sia per la notevole efficacia della sospensione posteriore, ulteriormente enfatizzata dalla possibilità di modificarne il comportamento della compressione in corsa (anche se avremmo preferito per forcella e ammortizzatore il controllo remoto sul manubrio). Più che sulle salite scorrevoli, la Camber conquista sulle erte più tecniche,magari con tanti gradoni e fondo smosso dove le ruote di 29" danno un grande contributo ad una geometria che, per quanto non particolarmente compatta, è molto equilibrata ed efficace e, nonostante tutto, permette di aggredire la salita con facilità. L'unico elemento che, per certi aspetti rende più difficile le cose è la corona singola di 32 denti. Per carità, il sistema 1x11 è funzionale e molto affidabile, oltre che più leggero, ma per questa tipologia di mezzo, che non necessariamente finisce in mano a biker agonisti o super allenati, può risultare impegnativo e limitante nelle salite più lunghe e dure. A nostro avviso, con le ruote di 29" sarebbe più indicata almeno una corona di 30 denti. In discesa, la Camber risulta una bici estremamente facile, capace di donare sicurezza anche nei tratti più tecnici. Le ruotone tritano tutto consentendo una stabilità impensabile per una 26", tanto che anche sulle sconnessioni più brutali la Camber prosegue imperturbabilmente dritta. Proprio per questo a volte si è quasi portati a esagerare, ad entrare sulle pietraie o sull'ostacolo più "cattivi" come se si disponesse di maggiore escursione rispetto ai 110 mm nominali. La Camber, comunque, oltre ad essere piuttosto veloce, perdona anche molto, ma se si esagera possono venire fuori anche i limiti di un mezzo certo non pensato per l’uso discesistico gravoso, piuttosto per un equilibrio ottimale tra discesa e salita. Questi limiti, in ogni caso, sono ben alti e si superano solo con velocità e stili di guida più prossimi all'All mountain più aggressivo che all’utilizzo granfondistico o escursionistico. Proprio la grande stabilità e la fluidità, anche sui percorsi tecnici sono la sua cifra stilistica, ma grazie all'ottimo valore di standover, esponenzialmente enfatizzato dall'uso selettivo del reggisella telescopico dotato di un veloce e funzionale comando remoto, e alla rigidità del telaio, anche le doti di maneggevolezza sul ripido e reattività in curva sono buone. A proposito di reggisella, le tre regolazioni predeterminate sono ottimali e consentono una gestione del reggisella veloce ed efficace anche nelle salite tecniche e non solo in discesa. Dobbiamo comunque rilevare che sul modello in prova (presumibilmente passato per vari test) il sistema telescopico ha preso un minimo di gioco e l'impianto frenante, per quanto molto potente e ben modulabile, non ha brillato per la stabilità delle prestazioni, nel senso che durante le discese più lunghe variava la "corsa" e la consistenza delle leve.

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