27 July 2015

Tour de France: le pagelle

È stato il Tour di Chris Froome ma anche del doppio podio in casa Movistar, delle volate di Greipel e delle imprese di Bardet e Pinot. Diamo i nostri voti ai protagonisti della Grande Boucle, vincitori e sconfitti

Tour de france: le pagelle

Chris Froome  8.5
Padrone assoluto della corsa, nonchè vincitore di tappa alla Pierre Saint Martin, conquista con questo Tour la vittoria più bella della sua carriera. Bravo a difendersi con le gambe quando la squadra non è all'altezza, forte come non mai di testa nelle giornate per lui più insidiose e nei momenti più difficili. Questo Tour obbligherà tutti a rivedere alcune idee sulle debolezze di Froome, che escono molto ridimensionate. Resta però l'impressione che la sua vittoria così netta sia figlia anche di una certa arrendevolezza da parte dei suoi avversari, terrorizzati da un Froome stellare sui Pirenei e mai così solido nel controllo di corsa.

Nairo Quintana  6
Sufficienza stiracchiata per il colombiano, che conferma il secondo posto del 2013 ma compie diversi passi indietro riguardo all'approccio alla corsa. Sia chiaro, Quintana è un corridore strepitoso e lo stile con cui aggredisce la salita è una gioia per gli occhi, ma a rivedere le immagini di questo Tour, il colombiano dovrà davvero per mangiarsi le mani: i momenti per assaltare la maglia gialla ci sono stati, ma non ha mai saputo approfittarne. Da questo punto di vista, la presenza del compagno Valverde in classifica più che un limite risulta soltanto una comoda scusante.

Alejandro Valverde  8
Terzo su un podio è un premio al suo bel Tour e un meritatissimo premio alla carriera, alla tenacia, alla forza mentale con cui il murciano sopperisce alla debolezza tattica. Ma è anche in premio a chi il ciclismo lo vive 365 l'anno: Valverde sale sul podio del Tour dopo aver conquistato la Liegi e la Freccia Vallone; ha iniziato a vincere a fine gennaio, nel mezzo dell'estate è ancora sugli scudi. Manca una vittoria di tappa al Tour (a lui è a tutta la Movistar, l'ultimo grande giro senza vittorie per Unzue era stato nel 2010), ma il podio finale lo ricompensa.

Vincenzo Nibali  5.5
Arrivare in una condizione simile all'unica corsa a cui puntava nell'intera stagione è qualcosa di imperdonabile. Dovrebbe arrabbiarsi ulteriormente nel vedere come il suo rendimento è cambiato con il maturare della condizione e con l'arrivo del necessario pungolo di Vinokourov sulle strade di Francia. L'impresa di La Toussuire è splendida, ma non basta per riscattare una prestazione così deficitaria da parte del campione uscente: ora gli resta un finale di stagione per provare a riscattare un'annata che rischia proprio di sembrare buttata via.

Alberto Contador  6.5
L'età e le fatiche del Giro pesano più del previsto sul rendimento del madrileño, che riesce comunque a chiudere con un piazzamento (5°) più che dignitoso, su cui pesa come un macigno il tempo perso per la caduta a Pra Loup. Cerca comunque di essere protagonista in più occasioni, sopperendo con il cuore alla cattiva condizione, ma non riesce mai a prendere il largo, per mancanza di gamba e di supporti all'altezza. Mezzo voto in più perchè, a differenza degli altri, si è presentato qui con già un grande giro (vinto) nelle gambe.

Robert Gesink  7
Lo scorso anno ha rischiato di appendere la bici al chiodo a soli 28 anni, dodici mesi più tardi è qui a stringere i denti al passo dei migliori o poco dietro. E' il primo degli umani dietro ai cinque campionissimi, il primo tra i classificati che non hanno mai vinto un grande giro in carriera. Con il sesto posto finale eguaglia il suo risultato migliore, ottenuto nel 2010, ma c'è da scommettere che la sua soddisfazione oggi sia ben più grande.

Mathias Frank 7
Tra i primi 10 della classifica, lo svizzero è sicuramente il più sorprendente. Una corsa ben al di sopra delle sue aspettative che regala un risultato di rilievo a tutta la IAM Cycling. A 28 anni può scoprire una fase nuova della sua carriera.

Romain Bardet  7.5
La sua impresa a Saint Jean de Maurienne è indubbiamente il numero più bello visto in questo Tour, e forse in tutta la stagione sin qui. Il francesino era partito per fare classifica, sembrava sconfitto, e invece in qualche modo in classifica ci rientra grazie al coraggio con cui si butta in tutte le fughe. Vederlo correre in discesa è esaltante, a livello dei migliori in tutto il gruppo.

Pierre Rolland  6.5
Ha più cuore che gambe, in questo Tour, il corridore dell'Europcar. Non si tira mai indietro, come ha abituato i suoi fan negli anni, ma la sua corsa d'attacco questa volta non gli basta, ne' per una vittoria di tappa ne' per una classifica d'alto livello. Fuga dopo fuga riesce comunque a centrare la top ten.

Serge Pauwels  7
Eroe silenzioso di questo Tour, il belga sembra aver trovato nell'atmosfera tranquilla della MTN - Qhubeka l'ambiente ideale per dare il meglio di se' dopo una vita da gregario. Va in fuga ogni volta che può, sfiora la vittoria di tappa a Cauterets, ma soprattutto resiste come un cagnaccio anche sulle grandi montagne, concludendo con un 13° posto che, per un corridore del genere, è una vera impresa.

Warren Barguil  6.5
Anche al giovane francese manca una vittoria di tappa spesso inseguita, ma il suo primo Tour de France è da sufficienza piena per come riesce a resistere spesso a ruota dei migliori e per lo spirito garibaldino con cui affronta la corsa. A volte anche troppo, come in occasione della caduta di Geraint Thomas, ma ha una smisurata voglia di vincere e non riesce a nasconderla.

Geraint Thomas  7
Nella prima metà del Tour sembra quasi il corridore più forte del gruppo, rendimento impressionante se consideriamo che il gallese è un altro che questa stagione l'ha cominciata correndo (e vincendo) da protagonista a primavera. Esce intatto come un supereroe dal capitombolo di Gap, ma dove non arrivano gli acciacchi arriva la stanchezza, che lo porta a crollare nelle ultime tappe alpine. Nella "torta" del Tour de France in casa Sky, comunque, la fetta più grossa dopo quella di Froome è la sua.

Thibaut Pinot  7
Partito per fare classifica, si è ritrovato ben presto tagliato fuori dalle posizioni che contano da crisi e sfortuna. Come il connazionale Bardet prova allora a buttarsi in ogni fuga, ma non è altrettanto abile a guadagnare terreno e troppo spesso si fa condizionare dalle sconfitte crollando di testa. Il suo Tour però cambia radicalmente al penultimo giorno, quando trionfa sull'Alpe d'Huez con un attacco perfettamente preparato e concluso, resistendo a un indiavolato Quintana e regalando ai tifosi di casa una giornata indimenticabile.

Alexis Vuillermoz  7
Sul Mûr-de-Bretagne ha la meglio rispetto a corridori ben più quotati grazie ad un gioiello di forza e tempismo: una vittoria di tappa che consacra il bel Tour di un corridore che, lontano dai riflettori, sta diventando giorno dopo giorno una splendida realtà del ciclismo contemporaneo.

Joaquim Rodríguez  7.5
Gli anni passano anche sul volto di Purito, e per un corridore che non è riuscito a vincere un grande giro sino ad oggi si fa sempre più complicato invertire la tendenza. Ma Rodríguez lo conosciamo, è uno che alle delusioni riesce a reagire con forza, e lo dimostra anche sulle strade di Francia, dove vince facile sul suo muro di Huy e raddoppia la posta con la cavalcata verso Plateau de Beille. Si perde un po' sulle Alpi, ma due tappe conquistate sono il marchio della corsa di un vincente.

Rubén Plaza Molina  7
Il protagonista che non ci si aspetta; ingaggiato dalla Lampre lo scorso inverno per supportare Alberto Rui Costa (4 al portoghese), si rivela l'asso nella manica del team blu-fucsia. A Gap vince con un colpo da vecchio volpone, tornando a conquistare una tappa in un grande giro 10 anni dopo il suo unico precedente alla Vuelta. Nei giorni successivi continua ad infilarsi nelle fughe e a guadagnare posizioni in classifica. Un Tour concluso in crescendo che salva la trasferta di una Lampre in stagione più che positiva.

Daniel Teklehaimanot  7
Entra nella storia della corsa come il primo corridore africano a vestire la maglia a pois, e con quella maglia addosso, all'attacco dei più semplici gran premi della montagna della prima settimana, entra anche nel cuore di tutti i tifosi. Sembrava un corridore disperso, invece si ritrova protagonista al Tour e riesce ad arrivare sino a Parigi, 49° in classifica. Una bella storia, ancora tutta da scrivere.

Peter Sagan  7.5
Avrebbe meritato di più per lo spirito combattivo con cui ha corso, per la quarta maglia verde consecutiva che lo proietta già tra i grandissimi di questa gara, per gli 11 piazzamenti tra i primi cinque di giornata (sono addirittura 36 su 84 tappe disputate in carriera), ma una vittoria di tappa manca troppo al suo palmares. Ed è proprio un peccato: vista la simpatia con cui festeggia anche solo i piazzamenti, non osiamo immaginare cosa avrebbe combinato dopo una vittoria.

André Greipel  9.5
Di cinque volate disputate, ne perde una sola. Un dominatore assoluto nel Tour meno adatto agli sprinter di sempre, e questo rende ancora più grande la sua prestazione.

Mark Cavendish  6
Un Tour appena sufficiente per lo sprinter inglese, giusto perchè la sua vittoria di tappa se la porta a casa, e pure con un bel numero dei suoi. Ma la sua è la Grande Boucle di un corridore in paurosa involuzione. Non resta che sperare in un cambio di rotta, perchè di velocisti con il suo talento nella storia recente del ciclismo se ne sono visti proprio pochi.

Filippo Pozzato  3
L'unica volta che è comparso in tutto il Tour è stato nelle foto dei caduti verso Huy. Per il resto, una prova di trasparenza assoluta, a cui ormai il vicentino sembra aver abituato il suo pubblico. Un punto in più giusto perchè è arrivato fino a Parigi.

Tejay Van Garderen  s.v.
Un'ottima gara conclusa (anticipatamente) tra le lacrime. L'edizione che sembrava potesse finalmente portarlo sul podio dei Campi Elisi si chiude alla diciassettesima tappa, quando l'americano è messo ko dalla bronchite. Ci riproverà tra dodici mesi, nella speranza di vederlo resistere più a lungo.

Adam Hansen  12
Dodici come i dodici grandi giri consecutivi completati da Hansen, che raggiunge il record di Bernardo Ruiz... e la Vuelta comincia tra poco.

Pierre-Luc Périchon  10
Uno tra tanti, uno tra i più presenti, per promuovere tutti quei corridori che questo Tour lo hanno affrontato con convinzione e senza temere la fatica. Périchon entra per sette volte nella fuga di giornata, non disdegnando di andare a prendersi il vento in faccia anche da solo se è il caso, e altrettanti sono i tentativi di centrare la fuga che non gli riescono. Un portabandiera dello spirito della piccola Bretagne - Séché, la squadra-cenerentola del gruppo, ma anche dell'approccio alla corsa di quelle decine di altri fuggitivi che sotto il sole caldissimo della Francia hanno saputo animare tre settimane di corsa, anzichè restarsene comodi nella pancia del gruppo. Senza di loro, questo Tour sarebbe stato infinitamente più noioso.

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