In Olanda con Girolibero

La formula proposta dal tour operator veneto prevede spostamenti in bici e battello. Di giorno si pedala, la sera si rientra in barca dove si cena e si pernotta. Poi di nuovo pronti per le meraviglie della terra dei mulini
L'Olanda, una delle mete predilette dagli italiani. Se però Amsterdam è città visitata e amata da molti dei nostri connazionali, niente o poco si conosce dei dintorni. Avventurarsi in bici nell'entroterra, percorrere le ciclabili lasciandosi alle spalle le località più turistiche, è un'esperienza da raccontare.

Con la rotta verso Nord proposta da Girolibero si scopre la parte più verde e autentica. Si attraversa una campagna punteggiata di mulini e si visitano città ricche di fascino. Ci si muove su due ruote e in barca, ci si sposta a ritmo lento in un paesaggio ricco di meraviglie d’ingegneria come le dighe. Ma pure di laghi che colorano una natura a tratti ancora selvaggia e di dune di sabbia che movimentano percorsi ciclabili fra i più belli d’Europa.
L’appuntamento per iniziare il viaggio è al molo di Amsterdam (Nautisch Kwartier), nel quartiere nautico a due passi dalla stazione dei treni dove è attraccata un’elegante imbarcazione ristrutturata nel 2004. La formula del tour, che riporta dopo una settimana nella capitale olandese, è bici più barca. Semplice e pratica, funziona così: i pernottamenti, la colazione e la cena si svolgono su questo battello che mette a disposizione dodici cabine doppie provviste di servizi privati e un equipaggio di tre persone. I pranzi invece sono al sacco e ogni partecipante se li prepara la mattina riempiendo un lunch box che riceve la prima sera, insieme alla bici e a una serie di utili consigli dalla guida che accompagna il gruppo.

La formula bici e barca

“La formula barca più bici permette la migliore efficienza perché si gestiscono al meglio il tempo e le cose da vedere”, mi spiega Pierpaolo Romio, Ceo di Girolibero, che partecipa al tour con la famiglia. “Chi sperimenta questa formula il più delle volte vuole rivivere l’esperienza. La grande forza sta nel non dover impacchettare tutto e preparare la valigia che viene trasportata da un albergo a quello successivo durante la classica vacanza su due ruote. La mattina lasci lo spazzolino nel bagno della tua camera e lo ritrovi nello stesso posto la sera, una grande comodità”.
Il tour prevede di pedalare per una quarantina o una cinquantina di chilometri ogni giorno con a disposizione una flotta di city bike provviste di comandi cambio sul manubrio. Il casco non è obbligatorio, ma sono fra i partecipanti che hanno scelto di portarlo in questo angolo dei Paesi Bassi, dove – a dare retta a statistiche recenti - il 53% degli adulti si allena almeno quattro volte la settimana.
La bici da queste parti è tante cose: stile di vita, pratico mezzo di trasporto, modalità di viaggio eco-sostenibile che attira turisti da tutto il mondo, Italia compresa: “Quest’anno abbiamo firmato un protocollo con il re d’Olanda a Milano”, mi racconta Romio. “Il progetto prevede di creare un nuovo percorso ciclabile dedicato al gusto. Sarà quindi all’insegna delle bontà culinarie e abbiamo due anni di tempo per metterlo a punto”.

Formaggio, birra e Beatles

La prima meta è Alkmaar, una cinquantina di chilometri abbondanti di annunciata e piacevole pianura con prima sosta, in mattinata, a Zaanse Schans: un paesino del XVII secolo trasformato in museo a cielo aperto. Ci sono le tipiche casette di legno dipinte di verde e pittoreschi negozi in cui assaggiare alcune prelibatezze come il formaggio e il cioccolato. C’è una fabbrica di peltro (la lega composta principalmente di stagno a cui si aggiungono altri metalli come rame, bismuto e antimonio) e si può visitare il museo Albert Heijn, il primo negozio di alimentari della nota catena di supermercati è stato aperto proprio qui nel lontano 1887.
Questo piccolo fazzoletto di terra contava più di 600 mulini a vento utilizzati per macinare farine e spezie, produrre olio e tagliare le assi di legno usate per costruire gli edifici e fare crescere la comunità. Entrare in un mulino è un emozionante tuffo nel passato, e ci si rimette in sella con la memoria del cellulare zeppa di foto.
Anche Alkmaar, la sera dopo cena, regala scorci da cartolina col suo centro storico animato da negozi, bar, caffè e ristoranti. Nella sua piazza centrale, ogni venerdì (da aprile a settembre), si tiene un mercato che risale al 1365. All’epoca esisteva una sola pesa, il formaggio (che ha pure un museo dedicato) arrivava la mattina presto, dopodiché gli ispettori e i commercianti controllavano che le forme venissero impilate e allineate correttamente in attesa di essere vendute. Per chi ha un pizzico di tempo in più e tanta curiosità ci sono anche il museo della birra e quello dei Beatles.

Ciclabili impeccabili

La tappa successiva fa pedalare per altri 50 chilometri.Il paesaggio è di quelli che si fissano nella memoria. Si attraversa il bosco per una mezz’ora abbondante di aria pura e profumi intensi. Poi si costeggia il mare arrampicandosi dolcemente su dune ricoperte da lunghi ciuffi d’erba. La nostra sosta per il pranzo al sacco è in riva al mare, l’occasione per alcuni di fare un bagno e per altri di scambiare qualche chiacchiera.
“Viaggio spesso da sola. Mi piace lo spirito di questo tipo di tour, si è con altre persone ma ci si ritaglia i propri spazi. Te ne puoi stare per i fatti tuoi in alcuni momenti della giornata, ma c’è un gruppo a cui fare riferimento e con cui condividere la tranquillità che si respira in luoghi votati alla bici come questo. Un po’ come ho vissuto qualche anno fa in Danimarca, stupendo!”, mi racconta Hellen di Milano.
Ripartiamo ancora una volta su ciclabili che hanno tutto ciò che si può desiderare: carreggiata ampia, asfalto in ottime condizioni, segnaletica impeccabile e cestini a bordo strada per liberarsi dell'immondizia senza doversi fermare. Si incrociano ciclisti di tutti i tipi, parecchi sono su bici da corsa e hanno tutta l’aria di considerare la velocità sostenuta un fattore irrinunciabile. Ne parlo con Raffaele, 55enne veneto che ha corso fino alla categoria Esordienti: “Ho ripreso ad allenarsi tre anni fa. Mi è tornata la passione grazie alle ciclostoriche. Sono andato a L’Eroica, la mia vecchia bici rientrava fra quelle d’epoca e così mi sono fatto coinvolgere da un amico che me ne parlava benissimo. Bellissima esperienza, ci sono tornato una seconda volta. Poi ho fatto tre volte L’Artica. Non è la prima volta che faccio questo genere di viaggio, il bello è che stacchi dall’andare sempre a testa bassa per la performance. In allenamento sei troppo attento a mantenere una media alta per poterti guardare attorno. Qui hai tutto il tempo per goderti il paesaggio. Sei a stretto contatto con la natura e visiti posti nuovi”.

Il fascino dell'’isola di Texel

Dopo una sosta nella bella e tranquilla Bergen, la città dei pittori, a metà pomeriggio, la nostra pedalata si conclude a Den Helder. Al porto c’è la barca che ci attende. Attraversiamo il Marsdiep, raggiungiamo l’isola di Texel e attracchiamo nella pittoresca Oudeschild. Cena a bordo e passeggiata per sbirciare cosa propone la parte sud est dell’isola. A pochi passi da dove dormiamo c’è un museo che raccoglie ciò che il mare ha restituito. Una miriade di oggetti, perlopiù strani, ritrovati sulle spiagge o sul fondo del Waddenzee, recuperati in molti casi dai saccheggiatori di relitti. Questo insolito museo ripercorre anche la storia della rada di Texel, che conobbe un periodo di prosperità quando le navi della Compagnia delle Indie Orientali erano ancorate qui in attesa di gonfiare le vele e navigare lontano. Anche le case di pescatori - costruite a metà del secolo scorso - sono un’attrazione coi loro interni conservati scrupolosamente.

Lungo la Thijsse- route

La terza escursione mette nelle gambe una quarantina di chilometri alla scoperta dell’isola di Texel, la più grande delle frisone, sotto un cielo che nel giro di un’ora vira dal grigio nero al blu acceso. Una coppia di giovani contadini ci offre un tetto (e un’inaspettata merenda) per ripararci dalla pioggia. Poi riprendiamo a pedalare fra campi di tulipani a perdita d’occhio e lungo argini che aprono lo sguardo a incantevoli spiagge bianche. Si percorre la “Thijsse- route”, una delle vie più amate nei Paesi Bassi, ma per me è arrivato il momento di rientrare in Italia.

Il ritorno ad Amsterdam

Per dovere di cronaca, per il resto del gruppo ci sono ancora tre giorni di escursioni.La prima va da Oudeschild a Enkhuizen: in barca si raggiunge Medemblik, poi si pedala lungo gli argini e la costa dell’IJsselmeer per arrivare a un lago artificiale creato sottraendo terre al mare. In totale sono 40 chilometri divertenti e al riparo dal traffico”, mi racconta la guida. Poi si pedala da Enkhuizen a un tipico villaggio di pescatori, Volendam: 45 km totali con passaggio a Hoon, la città dell’Edam – il celebre formaggio a pasta giallo tenue con la sottile protezione di cera rossa. Il ritorno ad Amsterdam, coi suoi 50 km, fa invece attraversare l’area di Waterland e visitare la penisola di Marken.

Memorie di viaggio

Cosa mi ha sorpreso di questo assaggio d’Olanda settentrionale? Tante cose. Al primo posto metto le dune di sabbia che movimentano un itinerario ciclisticamente accessibile a tutti, ma mai noioso. Poi la natura, selvaggia e accogliente al tempo stesso. Insieme all’aria rilassata delle persone, tipica del Nord Europa, e al numero elevato di animali avvistati fra pecore, mucche, cavalli e foche. Anche la dotazione tecnica dei ciclisti mi ha colpito, non si incrociano solo bici cariche di borse e col carrellino per trasportare i bimbi.
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