Statistiche web

Andrea Bagioli: lo "scoiattolo" di Lanzada atteso al grande salto

A 24 anni e dopo un esaltante finale di stagione che l’ha visto chiudere al 2º posto il Lombardia, Andrea Bagioli sembra esser definitivamente pronto per fare il grande salto e diventare una concreta realtà all’interno del World Tour, circuito dove, l’anno prossimo, vestirà la maglia della Lidl-Trek

Andrea Bagioli sul podio del Lombardia.

Tra gli abitanti dei boschi che circondando l’abitato di Lanzada, in Valmalenco e che, più in generale, popolano le zone montane della Valtellina, lo sciurus vulgaris, anche noto come scoiattolo, è uno degli inquilini più noti e facilmente riconoscibili. La sua folta coda, i suoi occhi vispi, il suo aspetto tenero e il suo incedere saltellante non passano inosservati e permettono di individuarlo sia quando, per caso, lo si incrocia durante le sue incursioni a terra sia quando, più di frequente, lo si scorge tra rami e tronchi intento a far scorta di semi, noci, ghiande e germogli per l’inverno. In entrambe le situazioni, questo simpatico roditore è raro che non si muova con fare repentino, agile e spesso zigzagante, aiutato da un paio zampe posteriori imbottite che, per quanto brevi, risultano essere insospettabilmente forti ed esplosive.

È in questo modo che lo sciurus vulgaris, nel quotidiano, riesce a spostarsi tra le fronde producendosi in un instancabile balletto fatto di balzi e scatti, gli stessi che, non tra gli alberi ma su asfalto e in sella a una bicicletta, hanno permesso ad un altro prodotto delle terre di Lanzada di guadagnarsi, negli ultimi tempi, attenzioni e luci della ribalta: Andrea Bagioli. Proprio come gli scoiattoli delle sue zone, una volta instillato in lui il germe della passione per le due ruote da parte di papà Roberto, un guizzo dopo l’altro il classe 1999 è cresciuto saltando da una specialità (la MTB) all’altra (la strada) e dalle categorie giovanili (affrontate prima coi colori del Pedale Morbegnese e del Pedale Senaghese e poi con quelli del C.C Canturino) fino ai massimi livelli del professionismo, passando per i dilettanti. Qui, col Team Colpack, tra il 2018 e il 2019 Bagioli ha dato progressivamente prova di possedere i numeri e le qualità sufficienti per tentare (e poi concretizzare) il primo grande salto della carriera, quello tra i big del pedale mondiale i quali, dopo aver sentito l’eco dei successi (vittorie al Trofeo Città di San Vendemiano, alla Ronde de l'Isard, al Piccolo Lombardia e al Giro della Valle d’Aosta) e dei risultati (podio al Recioto e alla Liegi-Bastogne-Liegi Under 23) ottenuti con la formazione di Antonio Bevilacqua, tre anni orsono lo hanno visto sbarcare tra loro con indosso la divisa della Deceuninck-Quick Step.

1/3

Andrea si allena sulle sue strade, in Valtellina.

Trovato dunque un solido appiglio per provare ad emergere nel ciclismo di alto livello, alla corte del Wolfpack Bagioli ha iniziato ad accumulare non provviste per i mesi freddi bensì esperienze fondamentali per la propria maturazione e tentare, sfruttando il suo spirito “estremamente competitivo”, di costruirsi fin da subito una dimensione vincente nel World Tour. In questo processo di raccolta, oltre ai consigli arrivati direttamente dal fratello maggiore Nicola (professionista fino al 2021 e oggi produttore dei lavéc, le tipiche pentole in pietra della Valmalenco), Andrea ha potuto incamerare, tra le tante cose, i suggerimenti fornitigli da un due volte campione del mondo come Julian Alaphilippe, l’esempio datogli da un fenomeno come Remco Evenepoel e gli insegnamenti coriacei recapitatigli direttamente dall’ammiraglia da Davide Bramati, un insieme di input che, assimilati correttamente, lo hanno portato a togliersi le prime soddisfazioni personali (memorabile in questo senso la vittoria conseguita allo sprint davanti a un corridore del calibro di Primoz Roglic nella prima tappa del Tour de l’Ain 2020) e a dare un considerevole contributo alle vittorie del suo team.

Tutto ciò, nelle quattro stagioni spese alle dipendenze della squadra di Patrick Lefevere, ha fatto sì che, per Bagioli, visibilità e adattamento alla categoria andassero di pari passo e producessero una consequenziale presa di coscienza delle proprie (crescenti) potenzialità e dei propri mezzi. Su quest’ultimi, al pari della Quick Step, anche la Nazionale Italiana, prima con Davide Cassani e poi con Daniele Bennati, ha voluto investire fin da principio selezionando il valtellinese per tutte e quattro le rassegne iridate su strada disputatesi tra il 2020 e oggi, un poker di partecipazioni che, sebbene non abbiano visto Andrea brillare, gli hanno consentito di mettere sotto i denti (e nelle gambe) altre esperienze e altri utili test al fianco dei grossi calibri del ciclismo internazionale.

Così facendo, esattamente come gli incisivi degli scoiattoli continuano a svilupparsi nel corso della loro vita, motore, mentalità e lettura tattica della corsa del ragazzo cresciuto con Alberto Contador e Vincenzo Nibali come idoli hanno continuato sempre più ad affinarsi fino a concedergli exploit come quello degli ultimi quattro mesi della stagione 2023. In questo frangente, da luglio a ottobre, Bagioli ha finito per alzare tre volte le braccia al cielo (tappa al Giro di Vallonia, Gran Piemonte e tappa al Giro di Slovacchia) e conquistare piazzamenti di rilievo in corse come Coppa Bernocchi (3°) e, soprattutto, Lombardia (2°), dimostrando di aver acquisito nuova fiducia e possedere uno spunto veloce che, unito alle sue doti in salita, ha pagato e verosimilmente pagherà dividendi importanti.

Già, perché ora per Bagioli è tempo di pensare al futuro e focalizzarsi sul nuovo capitolo della carriera con la Lidl-Trek, squadra per la quale, nel corso del 2023, ha firmato un contratto triennale e in cui sarà chiamato, alla luce delle ultime prestazioni, a soddisfare aspettative sempre più alte. Come quest’ultime, anche le pressioni saranno diverse e maggiori ma in questo senso la scuola Quick Step dovrebbe avergli dato i giusti mezzi per gestirle. Starà a lui, al contrario dello sciurus vulgaris a cui non di rado capita di perdere parte del proprio bottino di provviste, evitare di disperdere il capitale esperienziale messo assieme negli ultimi quattro anni e massimizzare i frutti di un percorso che, oggi, lo ha portato a essere sulla cresta dell’onda. Per continuare a cavalcarla, Bagioli, un “tipo deciso e testardo” a dispetto dei lineamenti sempre fanciulleschi, non dovrà far altro che esibirsi, senza paura e con ancor più convinzione rispetto al passato, in quello che da sempre è abituato a fare: saltare, da una salita all’altra, da una ruota all’altra, da un traguardo (tagliato in testa) all’altro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Le ultime News
Il Turismo
Tutto Salute