di Filippo Cauz - 19 July 2015

In Tour: Greipel fa tris a Valence

Tappa di trasferimento al Tour, conclusa con uno sprint di gruppo che premia ancora una volta il tedesco André Greipel, vero re delle volate di questo Tour e personaggio principale di questa giornata.

In tour: greipel fa tris a valence

Dopo aver lasciato i Pirenei e il Massiccio Centrale, la Grande Boucle si spinge a ridosso della Alpi che decideranno la corsa con una classica frazione di trasferimento. Una giornata caldissima vissuta nella lunga attesa di uno sprint di gruppo che premia ancora una volta il tedesco André Greipel, vero re delle volate di questo Tour e personaggio principale di questa giornata.

In salita
E con questa sono tre. Terza vittoria di tappa per André Greipel che, partito in "seconda fila" dietro a sprinter più blasonati, afferma definitivamente il suo ruolo di dominatore delle volate nel Tour 2015. In un'edizione priva di Marcel Kittel, è ancora un tedesco a dettar legge negli sprint, uno che nei grandi giri va conquistando tappe ormai da sette anni, scavalcando diverse generazioni di velocisti con la potenza schiacciante che si ritrova nelle gambe. Ha una statistica quasi unica, Greipel: nella sua carriera ha disputato 11 grandi giri, e soltanto nei primi due non ha conquistato una tappa. Dalla Vuelta del 2009, ogni volta che il tedesco si schiera al via, almeno una tappa se la porta a casa: fin qui sono 16 in totale, di cui solo tre in questo Tour, che ancora non è finito.

In discesa
In Italia la chiamiamo "maglia nera", al Tour invece l'ultima posizione in classifica è rappresentata dalla "lanterne rouge", la lanterna rossa che un tempo segnalava la coda dell'ultimo vagone di un treno. In un Tour come questo, segnato da una prima settimana complicatissima, questo primato inverso è spettato a lungo ai caduti delle prime giornate, in particolar modo a Michael Matthews uscito bendato come una mummia dal capitombolo di Huy. Da qualche giorno, invece, a chiudere la classifica c'è l'irlandese Sam Bennett, promettente sprinter della Bora - Argon 18 che sulle strade di Francia sta scoprendo quanto è dura una gara corsa a questi livelli. Nel frattempo stringe i denti, e anche se a Parigi arrivasse ultimo in classifica, sarebbe già una vittoria, da celebrare con una lanterna rossa.

In Tour
c'è un detto, sulle strade di Francia, che sostiene che "non sono i corridori a far grande il Tour, ma è il Tour a far grandi i corridori". Un detto che la direzione di corsa sposa in pieno, da sempre, convinta dalla costante partecipazione popolare alla Grande Boucle, a prescindere da quanto possa accadere in corsa. Se occorresse una dimostrazione della grandezza della corsa francese, basterebbe osservare tappe come queste: solo il Tour de France può permettersi di programmare i tapponi nel mezzo della settimana e lunghi trasferimenti come quello odierno al culmine del weekend; e può farlo perchè il risultato è lì, a bordo strada, in una folla entusiasta che applaude la corsa ben sapendo che oggi non accadrà nulla degno di restare nella memoria. Ad eccezione della memoria di chi c'era, a sudare sotto un sole infernale per quei pochi secondi di gioia dati da una corsa talmente grande da bastare a se stessa.

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