Pantani, riaperto il fascicolo sulla morte del ciclista: si indaga per omicidio
Dopo quasi vent'anni dalla tragedia, si torna a Parlare del mistero della morte del grande ciclista Marco Pantani. Il caso è stato riaperto dalla procura di Rimini dopo le parole del pusher che gli avrebbe fornito la droga: "E' stato ucciso".
Si riapre il fascicolo sulla morte di Marco Pantani. Avvenuta nel pomeriggio del 14 febbraio del 2004, la tragedia era stata rubricata dalle precedenti indagini con la sentenza di overdose dovuta ad un'assunzione volontaria di droga e farmaci antidepressivi. Tra le motivazioni, il giudice scrisse che l'ipotesi di omicidio era da considerarsi solo una "congettura fantasiosa". Tuttavia molti elementi erano - e sono tuttora - avvolti dal mistero, con il sospetto sostenuto in particolare dalla famiglia del grande ciclista e da molti appassionati, convinti che quanto successo in quella stanza 5D del Residence Le Rose di Rimini sia stata più di una semplice fatalità dovuta alla droga. La nuova indagine ha preso avvio da una segnalazione della Commissione Parlamentare Antimafia, che nel 2019 si occupò del caso. In quell'occasione era stato anche ascoltato il pusher che aveva fornito la dose letale di cocaina. Questo personaggio avrebbe dichiarato che il Pirata era stato ucciso, ma aveva poi chiesto che l'audizione venisse secretata. Ora proprio questo elemento è tra le motivazioni che avrebbero spinto la procura di Rimini a riaprire il caso, per il momento contro ignoti. Come riportato dal quotidiano il Giorno, la mamma di Pantani, Tonina, la scorsa settimana è stata ascoltata dal pm Luca Bertuzzi, al quale ha anche consegnato un corposo memoriale. Le sue dichiarazioni sarebbero risultate interessanti al magistrato tanto da voler disporre diversi accertamenti. E' presto per dire se dopo 17 anni si riuscirà ad arrivare a una verità definitiva, ma di certo mamma Tonina e il mondo del ciclismo ne avrebbero bisogno per chiudere definitivamente una ferita ancora aperta. Anche se la storia di Pantani rimarrà sempre un misto di grandissimo sport e umana tragedia.