Il Gran Finale in Val di Sole sarà il primo evento di Coppa del Mondo 'carbon neutral'
Buone pratiche e due progetti di compensazione della CO2. Così la Val di Sole punta a ridurre a zero il suo impatto ambientale durante il Gran Finale della Coppa del Mondo di Mtb dal 2 al 4 settembre
La bicicletta, si sa, è il mezzo green per eccellenza. Ma quando si parla di grandi eventi ciclistici, è inevitabile che ci sia un impatto ambientale, anche se la protagonista è, appunto, la bicicletta. E’ per questo che l’organizzazione del Gran Finale della Coppa del Mondo di Mountain Bike, che tra pochissimi giorni, dal 2 al 4 settembre, andrà in scena in Val di Sole in uno dei grandi appuntamenti più attesi dell’anno, ha deciso di quantificare le emissioni dell’evento con una società specializzata. Le emissioni totali sono risultate di 272 kg di CO2 equivalente: pari a quelle prodotte da un’auto che percorre quasi 900mila km o dalle attività quotidiane di quasi 39 cittadini. Ecco allora che, una volta individuato l’obiettivo, sono state messe in campo una serie di iniziative per ridurre le emissioni grazie alle buone pratiche, come l’uso di prodotti locali, l’assenza di plastica o la prenotazione per gli atleti impegnati nella gare di cross country, short track o downhill di alloggi vicini al campo di gara. Ma non basta. Per questo saranno finanziati due progetti certificati di compensazione del carbonio in Africa per costruire acqua potabile e ottenre energia da fonti rinnovabili. In questo modo, il Gran Finale in Val di Sole, dettando la linea per il futuro, sarà il primo evento di Coppa del Mondo MTB a raggiungerre la Carbon Neutrality.
“Qui da noi - spiega Fabio Sacco, direttore dell’Azienda per il Turismo della Val di Sole - le due ruote sono di casa. Sia che si tratti di ciclismo su strada, di cicloturismo lungo la pista ciclabile del fiume Noce o di mountain bike, pochi territori sono attrezzati come la Val di Sole. Al pari abbiamo da tempo investito risorse ed energie per coniugare turismo, accoglienza e sostenibilità. Ecco perché ci siamo domandati come sarebbe stato possibile ospitare grandi eventi sportivi con un basso impatto sull’ambiente”.
“Con la nostra scelta- conclude Sacco - vogliamo dare un segnale dell’importanza che i territori in cui si tengono grandi eventi sportivi e turistici inizino a ragionare sul loro impatto in termini di emissioni climalteranti. La diffusione di best practice passa inevitabilmente per una presa di coscienza collettiva. D’altro canto, i territori alpini vivono ogni anno di più sulla propria pelle gli effetti dei cambiamenti climatici. Voltarsi dall’altra parte non è né lungimirante né utile per il futuro delle nostre valli” .
Primo passo, la quatificazione
Per prima cosa le emissioni di CO2 dovevano essere calcolate. Sono state fatte quantificare dalla società italo-tedesca Climate Partner, specializzata nell’assistere le imprese nella riduzione del loro impatto climatico. “Per farlo, abbiamo utilizzato il Greenhouse Gas Protocol, un protocollo internazionale universalmente riconosciuto e grazie ad esso abbiamo conteggiato non solo le emissioni dirette dell’evento, ma anche quelle legate ai pernottamenti delle squadre, al catering, ai trasporti locali e, soprattutto dalla mobilità dal luogo di origine degli atleti fino in Val di Sole” spiega Giorgio Bertolini, Head of ClimatePartner Italia. Le analisi hanno mostrato che è proprio quest’ultima categoria, per lo più legata a trasferimenti in aereo, a incidere per la massima parte delle emissioni prodotte (94,8%). Le emissioni totali sono risultate essere pari a 272 kg di CO2, una cifra paragonabile a un’auto che percorre 841.620 km.
Il piano di riduzione
La prima strada percorsa dall’organizzazione è stata ovviamente quella di cercare di ridurre il più possibile le emissioni alla radice. Bottiglie di plastica sostituite con acqua sfusa, utilizzo di bicchieri e stoviglie monouso compostabili, pasti realizzati usando materie prime locali e con menu prestabiliti (con tanto di possibilità di chiedere mezze porzioni) al posto dei buffet self-service per diminuire la percentuale di alimenti sprecati. Su questo fronte, sono state approntate anche delle confezioni da asporto per il cibo non consumato. Inoltre, per gli alloggi degli atleti e dei loro team, sono stati scelti hotel collocati nelle immediate vicinanze dell’evento, per tagliare del 90% gli spostamenti in auto.
La compensazione
Con le buone pratiche le emissioni si possono ridurre fino a un certo punto. Del resto non sarebbe pensabile far arrivare in treno tutti gli atleti con settimane di viaggio. Le emissioni non riducibili sono state compensate acquistando crediti di carbonio (offset credits). Ogni credito corrisponde a 1 tonnellata di CO2 che è stata evitata o rimossa da un’altra parte del mondo. In questo caso, l’evento di Coppa del Mondo di Mtb è stato compensato attraverso due iniziative in Paesi africani. La prima, in Sierra Leone, consentirà a piccole comunità rurali di approvigionarsi di acqua potabile attraverso la costruzione di pozzi ecologici, realizzati con una tecnologia che non richiede carburante. Il secondo progetto si svolgerà in Repubblica Democratica del Congo e servirà a finanziare una centrale idroelettrica con capacità di 13 megawatt, che eviterà l’uso dei combustibili fossili per produrre energia.