di Davide Mazzocco - 18 January 2023

World Tour al via, le dieci domande del 2023

Il successo di Alberto Bettiol ha aperto il World Tour 2023. Queste le domande a cui potremo rispondere a fine stagione.

Prima gara del World Tour, primo successo italiano. Nei 5,5 km del prologo del Tour Down Under – gara tornata dopo due edizioni cancellate a causa del Covid 19 - Alberto Bettiol (Ef Education-Easy Post) ha fatto fermare i cronometri sul tempo di 6’19” con una media di 52,243 km/h.

Per il 29enne di Poggibonsi si tratta del ritorno al successo, a 20 mesi dalla vittoria ottenuta nella tappa di Stradella al Giro d’Italia 2021. Il dato interessante è il distacco inflitto agli avversari su un percorso così breve: lo statunitense Magnus Sheffield è giunto 2° a 8”, il danese Julius Johansen 3° a 10” e i neozelandesi Kaden Groves e Samuel Gaze rispettivamente 4° e 5° entrambi a 11”.

La gara ha aperto il calendario del World Tour 2023. Una buona occasione per iniziare a porci qualche domanda sulla stagione che debutta nell’estate dell’emisfero australe.

1. Quante classiche vincerà Remco Evenepoel?

Dopo un 2022 da incorniciare tutti gli occhi saranno puntati sul Campione del Mondo, vincitore nella passata stagione della Vuelta a Espana, della Liegi-Bastogne-Liegi e della Clasica de San Sebastian. Riuscirà a evadere da lontano come ha fatto nei suoi primi anni da professionista oppure sarà guardato a vista dai luogotenenti dei favoriti di turno? La Sanremo e la Roubaix sembrano essere, almeno per il momento, lontane dalle sue corde, ma Strade Bianche, Fiandre, Lombardia, Freccia e Amstel sembrano avere percorsi in grado di stuzzicare la fantasia del corridore della Quick Step Alpha Vinyl Team. Senza dimenticare che il belga proverà a dare l’assalto alla Corsa Rosa, per confermarsi anche nelle prove di tre settimane.

2. Tadej Pogacar si riprenderà la maglia gialla?

Al Tour 2022 l’eccesso di sicurezza è stato pagato a caro prezzo da Pogacar che, molto probabilmente, negli ultimi sei mesi avrà pensato continuamente agli errori commessi nella prima settimana dell’ultima Grand Boucle e sui duri tornanti del Col du Granon. La prossima estate le montagne saranno distribuite lungo le tre settimane e sarà bello rivedere il duello fra lo sloveno e l’ultimo vincitore, il danese Jonas Vingegaard. Probabile che il leader della UAE Emirates rinunci a qualche prova primaverile per essere al top nel mese di luglio.

3. Gli spagnoli sopravvivranno al dopo-Valverde?

L’addio di Alejandro Valverde ha lasciato un vuoto incolmabile nel movimento spagnolo. Gli uomini in grado di far bene nelle prove a tappe non mancano. In cinque edizioni della Vuelta Enric Mas è arrivato tre volte secondo, ma la prova più convincente è stata proprio quella dello scorso anno. Ora dovrà portarsi la Movistar sulle spalle, riuscirà a reggere la pressione psicologica di questo ruolo? Dopo il 3° posto dello scorso anno tornerà alla Vuelta anche Juan Ayuso che compirà 21 anni alla vigilia della passerella madrilena. Sarà lui a riportare la maglia rossa in Spagna a nove anni dalla vittoria di Contador. Anche il campione nazionale Carlos Rodriguez, 7° alla Vuelta la scorsa estate, andrà seguito con interesse.

4. Chi colmerà il vuoto lasciato in Italia dal ritiro di Vincenzo Nibali?

La scorsa stagione è stata la peggiore della storia del ciclismo italiano. Basti pensare che il migliore azzurro per le statistiche del sito Pcs Cycling è attualmente Lorenzo Rota, 48esimo nel ranking globale grazie al successo nello Sazka Tour e ad alcuni piazzamenti in un paio di brevi corse a tappe belghe. Se per Diego Ulissi, Matteo Trentin, Giacomo Nizzolo e Damiano Caruso sembrano essere ormai alle spalle le stagioni migliori, le speranze per il futuro sono riposte in Alessandro Covi, Andrea Piccolo, Matteo Sobrero, Andrea Bagioli, Lorenzo Fortunato e Filippo Zana. Al netto di Filippo Ganna di cui parliamo più avanti.

5. Quale sarà il ruolo di Wout Van Aert al Tour de France?

Negli ultimi Tour de France, Wout Van Aert ha fatto fuoco e fiamme su tutti i terreni: in volata, a cronometro, in salita e nelle fughe. Ha messo forza e coraggio sui pedali per sé e i compagni, vincendo e facendo vincere. I suoi limiti nei Grandi Giri restano insondati, ma sarebbe interessante vederlo misurarsi per la classifica generale, come alternativa a Vingegaard.

6. Wout Van Aert o Mathieu Van der Poel riusciranno a vincere la Parigi-Roubaix?

Sembra incredibile ma è così: quelli che sono da alcuni anni i più forti ciclocrossisti del gruppo e fra i migliori cacciatori delle classiche su strada non si sono ancora imposti nella classica del pavé. In una corsa che può essere decisa da una foratura o da uno scivolone sul fango, l’imprevedibile è sempre dietro l’angolo ma se il Caso non ci si metterà di mezzo sarà bello vedere quei due giocarsela ad armi pari.

7. Mark Cavendish riuscirà a superare il record di tappe al Tour che condivide con Eddy Merckx?

Dopo avere agganciato Eddy Merckx nella classifica dei plurivincitori di tappa al Tour de France, il velocista dell’Isola di Man tenterà di superare il Cannibale vestendo per (almeno) un anno la maglia dell’Astana. Con soli due successi nel corso dell’intera stagione il britannico potrebbe diventare il secondo plurivincitore della storia superando Rik Van Looy che lo precede di una vittoria (162 a 161). In questa classifica resta verosimilmente irraggiungibile Eddy Merckx.

8. Filippo Ganna tornerà iridato a cronometro?

Il colosso di Verbania ci ha abituati talmente bene che il bronzo nell’Europeo a cronometro e l’argento nei Mondiali su strada avevano infoltito lo schieramento dei Ganna-scettici. Sono bastati il Record dell’Ora, l’oro nell’Inseguimento individuale (con record mondiale) e l’argento nell’Inseguimento a squadre per tappare la bocca a tutti. A soli 26 anni è il corridore che ha vinto più titoli del mondo dell’inseguimento individuale (5!) e quest’estate, sul facile tracciato di Glasgow, potrebbe tornare in vetta al mondo anche nella cronometro individuale.

9. Egan Bernal riuscirà a tornare ai livelli che gli competono?

Salvatosi per miracolo nel terribile incidente del gennaio 2022, Egan Bernal è tornato in gruppo nello scorso mese di agosto. Il piano della INEOS Grenadiers è di farlo arrivare al top della condizione per sfidare Pogacar e Vingegaard sulle strade del Tour de France più montagnoso degli ultimi anni.

10. Quale sarà il re degli sprint?

Il 2022 è stato l’anno del riscatto per Fabio Jakobsen che in volata ha vinto più di tutti. A cercare di insediare il suo trono saranno in tanti, da Mads Pedersen a Jasper Philpsen, da Arnaud De Lie Arnaud Démare, da Dylan Groenewegen a Caleb Ewan. La speranza italiana si chiama Fabio Dainese, primo sull’arrivo di Reggio Emilia al Giro d’Italia dello scorso anno.

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