di Alberto Zampetti - 14 February 2023

Oscar italiano del Cicloturismo: aperte le candidature

Con la presentazione a Milano nei padiglioni della BIT dell’ottava edizione del premio dedicato al turismo in bicicletta, è iniziato il cammino che decreterà la miglior ciclovia del 2023. Cesena ospiterà l’evento di premiazione dal 2 al 4 giugno prossimi.

Così, zitto zitto, senza che nessuno (all’inizio!) se ne accorgesse, il cicloturismo è andato in fuga. Le statistiche ci dicono che l’Italia resta, in media, un Paese di sedentari, che solo un terzo dei nostri connazionali pratica una qualche attività fisica con una certa costanza, che le varie associazioni sportive faticano a rinnovare i vivai o registrano abbandoni man mano che si cresce. Uno scenario al rallentatore, da cui però si differenzia il cicloturismo, un’attività che sta registrando un boom crescente. La ricetta del successo è semplice: pedalare è bello e l’Italia è bella. Tutto qui.

Gli italiani interessati al cicloturismo sono otto milioni, circa il 16% della popolazione maggiorenne.

Da una parte, la gente si è accorta che il ciclismo non è solo gare e granfondo, prestazioni al carbonio e watt da campioni: la bicicletta è anche il mezzo semplice e pulito che ti porta ovunque, che ti regala il lusso dello slow travel in un’epoca dove tutti vanno di corsa. Dall’altra parte, i territori si sono organizzati con ciclovie e infrastrutture a misura di turismo a pedali, sono nate catene di alberghi pensati per i ciclisti, i servizi a due ruote vengono promossi con iniziative locali mirate, i pacchetti turistici legati alla bicicletta hanno una gamma di offerte sempre più ampia.

Il risultato è che gli italiani interessati al cicloturismo sono otto milioni, circa il 16% della popolazione maggiorenne. È quanto emerge dal Survey “Ecosistema della Bicicletta” promosso da Banca Ifis nel 2022, uno studio che in Italia registra oltre 4.900 percorsi adatti al turismo in bicicletta, per un totale di novantamila chilometri lungo tutta la penisola, con una maggiore concentrazione in Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia-Romagna.

Alla Borsa internazionale del Turismo, la BIT, in corso a Fiera Milano è stata presentata l’ottava edizione del premio, che ha preso il via dai padiglioni dell’esposizione meneghina: sono state aperte ufficialmente le candidature per le regioni italiane, che hanno tempo fino al 14 maggio per proporre, ognuna, fino a due percorsi (qui le informazioni con, alla voce “Partecipare”, regolamento e application).

La premiazione è prevista per sabato 3 giugno, Giornata Mondiale della Bicicletta.

La giuria - composta da diversi player (turismo, stampa, trasporto pubblico, associazioni) - valuterà le ciclovie secondo progettazione, costruzione, promozione, attrezzature, segnaletica, servizi green e altro.

L’edizione 2023 dell’Oscar italiano del Cicloturismo conferma Banca Ifis in qualità di Partner ufficiale; Istituto per il Credito Sportivo e Legambiente quali partner istituzionali; la partecipazione di Ferrovie dello Stato Italiane e RFI; e gode del supporto della Città di Cesena, “Capitale del Cicloturismo 2023”, che ospiterà l’evento di premiazione - dal 2 al 4 giugno prossimi - nella Regione Emilia Romagna vincitrice lo scorso anno del primo premio con il “Grand Tour della Valle del Savio”. La premiazione è prevista per sabato 3 giugno, Giornata Mondiale della Bicicletta.

L'intervento del Ministro per lo Sport

«È gratificante vedere così tanti territori italiani contendersi questo Premio», ha commentato durante la presentazione il Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi. «Questa vivacità progettuale rappresenta un ulteriore sprone per tutti gli enti territoriali a intervenire sulla propria rete per migliorare e ampliare la viabilità ciclopedonale».

Una “cicloeffervescenza” che, secondo il Ministro, «amplificherà l’effetto positivo, non solo sull’economia sostenibile della bicicletta, ma anche e soprattutto su quella dei territori italiani che, attraverso la mobilità lenta e alternativa, potranno offrire nuove e suggestive modalità per apprezzare pienamente le bellezze paesaggistiche, storiche e artistiche, ma anche enogastronomiche, che solo l’Italia sa offrire in una dimensione così ampia e diffusa».

Grazie al cicloturismo non esistono più le mezze stagioni.

C’è, poi, un ulteriore elemento positivo nel cicloturismo: è un’attività destagionalizzata, cosa che permette agli operatori di allungare i periodi di attività. «Grazie al cicloturismo non esistono più le mezze stagioni», ha spiegato Ludovica Casellati, presidente della Giuria e ideatrice del premio, sottolineando i nuovi flussi di turismo alto-spendenti sui territori durante tutto l’anno. «Sono molte le Regioni che hanno capito le potenzialità del cicloturismo: ne è un esempio l’Abruzzo, che ha deciso di investire sulle infrastrutture verdi e sul turismo sostenibile in modo particolare a seguito della vittoria dell’Oscar nel 2020 e che, non a caso, vede la Costa dei Trabocchi quale punto di partenza del prossimo Giro d’Italia. Le ciclovie che, negli anni, abbiamo premiato hanno fatto diventare le loro Regioni ancora più belle e sostenibili».

Perché l’Oscar italiano del Cicloturismo non è una manifestazione fine a se stessa, ma un punto di partenza: il premio, infatti, non si esaurisce con la proclamazione dei vincitori ma accende sulle destinazioni un faro la cui luce permane fino all’evento di premiazione (l’anno successivo): un periodo in cui le amministrazioni premiate possono coinvolgere tutti gli stakeholder pubblici e privati, non solo nel valorizzare l’offerta presente sul territorio, ma nel creare ulteriori servizi, investendo in eventi e in comunicazione in grado di attirare turismo sostenibile e di qualità, non necessariamente in bicicletta.

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