di Davide Mazzocco - 11 May 2023

Scoprire Bolzano in bici: ciclovie, vigneti e pinete

Il capoluogo altoatesino offre ai cicloturisti un’ampia offerta di itinerari urbani ed extraurbani per stradisti e biker, senza dimenticare i piaceri della buona tavola.

Situata nella parte orientale dell’ampia conca originata dalla congiunzione delle valli Isarco, Sarentina e Adige, Bolzano gode di un clima subcontinentale particolarmente adatto alla coltivazione della vite che occupa, infatti, ben 500 ettari del territorio comunale. È quasi superfluo aggiungere che un territorio adatto alla vite sia idoneo anche al ciclismo e al particolare microclima del luogo concorrono le vicine e alte pareti di porfido che rilasciano il calore accumulato nei mesi più caldi tanto che non è inusuale incontrare degli ulivi a ridosso dei vigneti.

Che Bolzano sia una città adatta alla bicicletta lo abbiamo constatato in un weekend, pedalando nel centro storico e lungo la rete delle piste ciclabili urbane che conta attualmente 69,4 km di percorsi riservati alle due ruote. La rete cittadina è collegata con le ciclabili provinciali dell’Adige, del Brennero e della Val Pusteria e con la Strada del Vino.

Il capoluogo altoatesino è ai vertici nazionali in termini di ciclabilità urbana.

Secondo le ultime stime del Comune di Bolzano la media annua degli spostamenti urbani in bicicletta è del 26%, una percentuale che pone il capoluogo altoatesino ai vertici nazionali in termini di ciclabilità urbana. A favorire questa costante crescita della cultura della bicicletta fra la cittadinanza sono una serie di iniziative e agevolazioni. La Bikemobil Card, per esempio, è un biglietto combinato per l’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblico e di una bici a noleggio, valido in tutto il territorio provinciale. È disponibile in versione giornaliera, per tre o sette giorni consecutivi.

Il sistema Bici Bolzano mette a disposizione un centinaio di biciclette a pedalata assistita che possono essere ritirate presso una delle undici ciclostazioni di Bike-Sharing di cui si compone il progetto e riconsegnate nella stessa velo stazione o in una qualsiasi altra. Lungo il corso dell’anno (una dozzina di date fra primavera e autunno) il comune allestisce in alcune vie e piazze bolzanine un’Officina mobile per biciclette nella quale i cittadini possono richiedere la revisione generale della bicicletta, la sostituzione del filo freni, del filo luce, delle lampadine, dei pattini dei freni, dei campanelli e dei catarifrangenti; chi lo desidera può anche far incidere sulla propria bicicletta il codice di sicurezza (Bike Security Code).

Un altro prezioso servizio per i ciclisti sono le cinque stazioni di pompaggio dotate di compressore per gonfiare le gomme della propria bicicletta comodamente, velocemente e gratuitamente.

Partenza dalla stazione

La rete di piste ciclabili di Bolzano è formata da 8 itinerari principali e numerosi percorsi e strade secondarie realizzati negli ultimi 15 anni dal comune. La partenza del nostro itinerario nel capoluogo altoatesino è dalla Stazione Ferroviaria. Da lì percorrendo Via Renon, si supera una rotonda e si prosegue sino al bivio successivo imboccando via Brennero, svoltando a destra in via Monte Tondo e poi in vicolo San Giovanni si raggiunge la chiesa di San Giovanni in Villa, edificata nel XII secolo e ricoperta di numerosi affreschi del XIV secolo realizzati in tre diverse fasi con influssi nordici e mediterranei giotteschi.

Proseguendo per un breve tratto su via Cavour e imboccando vicolo Ca de’ Bezzi si raggiunge – portando la bici a mano per qualche decina di metri - il Naturmuseum Südtirol - Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige che è ospitato nell’antica sede di riscossione dei censi fondiari e dei diritti di dogana dell’Imperatore d’Austria Massimiliano I.

Si raggiunge via Museo, strada nella quale si trova il Museo Archeologico dell’Alto Adige - Südtiroler Archäologiemuseum che ospita Ötzi.

Nel cuore del centro storico si percorrono la Via dei Bottai, la via Dottor Josef Streiter, la via dei Francescani, la via dei Vanga e la via Claudia de’ Medici per raggiungere Castel Mareccio, imponente fortezza del XIII secolo con affreschi e torri angolari cilindriche di epoca rinascimentale. Dopo avere superato qualche gradino con la bicicletta in spalla, si percorre il Lungotalavera, un giardino lineare che consente di raggiungere in un chilometro il Castello di Sant’Antonio. Superato l’omonimo ponte si percorrono via Sarentino e via Fag, per raggiungere la Vecchia Chiesa Parrocchiale di Gries.

In poche pedalate si raggiunge la Chiesa Parrocchiale di Sant’Agostino per poi proseguire su Corso della Libertà e transitare da piazza della Vittoria, vera e propria “porta” della Bolzano razionalista edificata negli anni del fascismo. Superato il Ponte Talavera, si raggiunge via Museo, strada nella quale si trova il Museo Archeologico dell’Alto Adige - Südtiroler Archäologiemuseum che ospita Ötzi, la mummia dell’uomo del neolitico ritrovato nel 1991 da due alpinisti durante un’escursione su di un ghiacciaio della Val Senales.

Dal Museo, transitando per via delle Erbe, si raggiunge il Duomo di Bolzano e attraverso Viale della Stazione si ritorna al punto di partenza dopo 8,2 km e un dislivello positivo di 61 metri.

Pedaliamo nella natura

Per i biker che amano immergersi nella natura consigliamo un itinerario che si sviluppa fra i 1221 metri di Soprabolzano e la Malga Feltuner situata a 2046 metri, ai piedi del Corno del Renon (2261 metri).

La carrareccia si inoltra nel Gstrahlwiesen, un magnifico bosco di conifere.

Si parte dalla stazione ferroviaria di Soprabolzano e, dopo avere imboccato la Kirchweg per un centinaio di metri, si svolta a sinistra sulla stradina sottostante l’Hotel Latemar, per poi imboccare la carrareccia che si inoltra nel Gstrahlwiesen, un magnifico bosco di conifere che in 3 chilometri raggiunge Riggermoos. La discesa asfaltata fino a Collalbo e il passaggio a Longomoso fanno da preludio alla deviazione che conduce alla valletta di Rio Fosco nella quale è possibile ammirare le Piramidi di Terra. Questi pinnacoli sono formati da coni di materiale morenico su ciascuno dei quali poggia un grande masso che crea singolari strutture di terra costituite da argilla morenica di origine fluvio-glaciale. Coese e compatte in condizioni di siccità, queste formazioni, se esposte alla pioggia, perdono stabilità e si sgretolano formando scarpate di 10–15 metri. Le Piramidi di Terra presenti nella valletta di Rio Fosco sono fra le più alte e belle d’Europa e sono il frutto di 25mila anni di “lavoro” della pioggia.

Lasciata la valletta di Rio Fosco, si raggiunge la frazione di Perl e si imbocca la Dolomitenweg, una strada con pendenze che raggiungono il 16%, al termine della quale ci si immette in un altro splendido bosco, quello di Bad Siess.

Si torna sull’asfalto in prossimità della stazione della cabinovia di Pemmern, dopo aver pedalato fra i pascoli per poco più di un chilometro, si ritorna a salire su una carrareccia che conduce ai 1924 metri del panoramico Auf der Schlan dal quale si possono ammirare tutti i gruppi montuosi delle Dolomiti. Ancora un paio di chilometri di salita e si raggiunge la Feltuner Hütte, una malga che propone cucina tipica a quota 2065 metri. Sono altri 200 i metri di dislivello da superare se si vuole raggiungere la vetta, i 2261 metri del Corno del Renon. Noi, dopo un pasto a base di gulasch e canederli, abbiamo ripercorso a ritroso gli ultimi chilometri dell’ascesa fino Rosswagenmoor. Da qui prima su sterrati e poi su asfalto abbiamo raggiunto Auna di Sopra, raggiungendo nuovamente Riggermoos e svoltando a destra verso Bacherle e Lobishof per poi chiudere l’anello a Soprabolzano. Un itinerario nella natura davvero emozionante che ci sentiamo di consigliare agli amanti dell’alta montagna e dei panorami mozzafiato.

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