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Automobilisti e ciclisti, quanto poco amore

Sono proprio due categorie di utenti della strada che non si amano. I primi si vedono circondati da fuorilegge che passano da tutte le parti, sfiorandoli, mentre sono fermi in coda; i secondi invece nelle auto vedono un pericolo mortale

L’aspetto curioso è che quasi tutti i ciclisti sono anche automobilisti, ma la mentalità cambia del tutto quando si guida uno dei due mezzi. Cambiano la prospettiva, l’agilità, la percezione dell’altro. Nulla è bianco o nero, ma sfumato: ci sono automobilisti che odiano le bici, ciclisti che vanno anche in auto, automobilisti che usano la bici solo come antidoto al traffico e non per passione, ciclisti che non hanno l’auto. E di luoghi comuni ce ne sono a iosa… Pensate in un faccia a faccia tra un due e un quattruotista quanto fiele verrebbe scaricato!

Automobilista:Voi in bici non avete alcun rispetto per il Codice. Saltate le file, zig zagate tra noi auto, siete sempre dove non dovreste essere. Non c’è da stupirsi se ogni tanto vi mettiamo sotto”.

Ciclista:Giriamo col freddo e con la pioggia. Sarebbe assurdo se dovessimo anche metterci a fare le code come in auto. E poi voi ci mettete sotto anche quando rispettiamo il codice”.

Automobilista:Non sai quante volte sono fermo in coda e uno di voi mi riga l'auto passando. E manco si ferma per scusarsi…”.

Ciclista:Ma quante code in meno ci sarebbero se anche voi andaste in bici? Per non parlare dell’inquinamento. La mattina ci sono file chilometriche ai semafori composte da centinaia di auto con una sola persona a bordo. E buona parte di quelle auto sono SUV enormi… Dovreste ringraziarci, noi snelliamo il traffico e non inquiniamo”.

Automobilista:Non credo che sia così esecrabile se uno non ha voglia di prendere acqua, freddo e di rischiare la vita andando a due ruote”.

Ciclista:È il gatto che si morde la coda. Si rischia la vita soprattutto a causa di errori degli automobilisti”.

Automobilista:Spesso vi si vede all’ultimo, siete troppo piccoli, avete illuminazioni insufficienti, siete stretti”.

Ciclista:Per questo stanno nascendo i capi fluorescenti, ma non basta perché noi in realtà rischiamo anche quando ci vedete. Un classico degli incidenti è quando non ci date la precedenza perché pensate che stiamo andando più lentamente di quanto non si stia facendo realmente”.

Automobilista:La cosa che meno sopporto di voi è quando ci sbucate all’improvviso da destra, e poi, di botto, ci tagliate la strada per superare quello davanti a noi, ma passando a sinistra. In quel caso ve ne fregate di farlo a noi, il pelo, eh? Ci sono delle volte che mi spavento e devio di scatto a sinistra, rischiando di invadere l’altra corsia”.

Ciclista:Allora parliamo di quando andiamo piano perché piove, specie in curva e voi vi incollate impazienti a un millimetro dalla nostra ruota. Così, in caso di caduta, ci schiaccereste all’istante”.

Automobilista:Se le condizioni sono così rischiose, perché non usate l’auto anche voi?”.

Ciclista:Non voglio usare l’auto come difesa contro le auto. Come quei ciclisti che usano l’auto per difendersi dallo smog!”.

Automobilista:Quando siamo fermi in coda, nove volte su dieci che decidiamo di invertire la rotta ci troviamo in mezzo una bici che sta allegramente passandoci tutti”.

Ciclista:Ma se tu andassi in bici faresti la fila? Non è così difficile accettare che le bici superino le colonne e stare solo più attenti quando si decide di abbandonare la fila e tornare indietro. Molto spesso si vede proprio che, da parte di voi automobilisti, c’è competizione, invidia. Siete fermi in coda, io sto passando e c’è sempre quello che si sposta di mezzo metro, quando mi vede arrivare, per impedirmi di passare. Io sto solo andando al lavoro e devo venire rallentato da un cretino che vuole farmi dispetto”.

Da una conversazione di questo tipo appare evidente solo una cosa: non esistono buoni e cattivi, ma esigenze diverse e scarsa comprensione reciproca. Anche al ciclista che guida l’auto capita di non vedere in tempo la bici che arriva. Superficialità, invidie, ripicche ed egoismo fanno il resto ma tutto sarebbe più facile se la bici fosse più visibile: perché, ricordiamocelo, nessun automobilista va addosso a una bici apposta.

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