Ciclista investito da un cinghiale finisce in ospedale. Consigli per gli "imprevisti" in natura

Travolto con la sua bicicletta, il ciclista ha riportato diversi traumi. Il cinghiale si è ferito, la bici in carbonio spezzata. Ecco qualche consiglio per pedalare in sicurezza, per quanto possibile.

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La forza devastante del cinghiale visibile dai danni alla bici in carbonio (foto Gabriele Bossetti, residente nella zona dell'incidente, che ha preso in custodia la bici, chiamando i carabinieri e l'ha poi riconsegnata agli amici del malcapitato)

Una settimana fa, proprio nel giorno di Pasqua, un ciclista è stato travolto da un cinghiale. Come si vede dalle foto impressionanti della bici squarciata, l’impatto è stato fortissimo e ha causato gravi lesioni nell’uomo. Un fatto certamente fuori dall’ordinario, per fortuna, ma che riporta all’attenzione il tema degli incontri con la fauna selvatica che avvengono quando si pedala in mezzo alla natura, e non solo. Sempre più spesso, infatti, alcuni animali come cervi, orsi, o appunto cinghiali, si spingono a ridosso delle zone urbane in cerca di cibo, o semplicemente perché la strada costruita incrocia proprio uno dei tradizionali percorsi migratori o di pascolo. E' possibile quindi incontrarli in paesi di campagna, montagna o addirittura anche nei pressi di grandi città come Roma o Genova, ed è ormai necessaria una cautela in più, soprattutto nelle ore di passaggio tra il giorno e la notte. Per tutelare noi stessi, e gli animali.

Il recente episodio di un ciclista travolto da un cinghiale

La vicenda è stata riportata dal giornale della Provincia di Como. E’ l’alba, siamo tra Como e Varese e un ciclista di 54 anni sta percorrendo la provinciale Sp19 verso Tradate per fare un bel giro in sella alla sua bici da corsa Trek nel giorno di Pasqua. Si trova in un tratto circondato da boschi, campagne e aziende agricole, ma siamo solo a poche centinaia di metri dalle zone abitate. Improvvisamente, dal bordo della strada sbuca un cinghiale in corsa, veloce come un treno. L’impatto è devastante. Il ciclista viene travolto, il telaio in fibra di carbonio si spezza, squarciato in più punti. L’uomo rimane a terra ferito, finché un’infermiera appena smontata dal turno notturno non si ferma, prestandogli le prime cure e chiamando i soccorsi. Il 54enne, residente a Olgiate Comasco, è stato ricoverato all’ospedale di Varese: ha riportato la frattura del bacino e dell’anca, cinque costole rotte delle quali una ha perforato un polmone. Dovrà rimanere a letto un paio di mesi e poi seguire una lenta riabilitazione. Secondo quanto riportato sempre dalla Provincia di Como, anche il cinghiale sarebbe rimasto ferito dalle schegge del telaio, ma in modo non grave. E la preziosa bicicletta? si chiederanno gli appassionati. E’ stata rinvenuta da un altro ciclista proprio vicino alle tracce di sangue sull’asfalto. Intuito cosa fosse avvenuto, il passante ha altruisticamente pensato di portarla alla cascina più vicina per metterla al sicuro, in modo che potesse essere poi riconsegnata allo sventurato ciclista. I titolari dell'azienda agricola hanno allertato i carabinieri, che sono poi riusciti a ricostruire l'episodio e permettere la riconsegna del mezzo. Non si sa se il danno sia riparabile ma, visti i danni fisici all’uomo, per quanto economicamente non indifferente, quello materiale è l’ultimo dei problemi di una vicenda, certamente sfortunata, ma che sarebbe potuta finire ancora peggio.

Qui sotto un video registrato qualche anno fa all'estero da un motociclista, un episodio che potrebbe essere simile all'incidente del ciclista travolto nel comasco e che rende l'idea della pericolosità.

Come comportarsi: i consigli del veterinario

Per quello che è stato possibile ricostruire fino adesso e reso noto dalla stampa, data la strada e la natura dell’incidente, la vicenda sembrerebbe un episodio imprevedibile, contro il quale qualsiasi precauzione da parte del ciclista non sarebbe servita a nulla. E’ in ogni caso vero che, soprattutto in specifici territori immersi nella natura, dove sono frequenti avvistamenti o veri e propri incontri con la fauna selvatica, possono tornare utili alcune precauzioni o comportamenti da adottare. Abbiamo chiesto un parere a Luca Pellicioli, veterinario specializzato in patologia della fauna selvatica, ma anche runner e ciclista che vive in prima persona questi problemi.

“Nel corso degli ultimi decenni le popolazioni di ungulati selvatici come cinghiali e cervi sono aumentate sul territorio e di conseguenza sono sempre più frequenti le situazioni in cui questi animali si avvicinano ai centri urbani ed alla rete stradale generando problemi tra cui anche incidenti stradali con mezzi e persone compresi i ciclisti”.

A parte alcuni rari episodi, però, gli animali selvatici solitamente sono diffidenti e tendono ad allontanarsi spontaneamente non appena avvertono la presenza dell’uomo. Una distinzione utile che si può fare è tra gli incontri in montagna e quelli sulla rete stradale, come ci spiega il veterinario: “Incontrare un cinghiale o capriolo durante un allenamento a piedi o in bici su sentieri di montagna può esser piuttosto frequente. Escluse situazioni eccezionali è sufficiente non intralciare il suo percorso, evitare di lanciare oggetti, non porsi tra la madre ed i piccoli e l’animale presto si allontanerà proseguendo all’interno del bosco”. In questa circostanza, sorpatutto se ci sono i cuccioli, è fondamentale che l'animale non si senta minacciato e privo di via di fuga.

“Situazione ben diversa – continua Pelliccioli - è un attraversamento sulla rete stradale che è improvvisa e non prevedibile. In tale caso è necessario innalzare il livello di attenzione alle segnalazioni dei cartelli stradali che individuano i tratti stradali maggiormente oggetto di questi attraversamenti. In questi tratti è opportuno aumentare l’attenzione soprattutto se si è soli e non c’è traffico di auto, quindi assenza di rumore, perché possono esser i momenti più favorevoli in cui gli animali possono attraversare la corsia”.

Qualche settimana fa, a Roma, un gruppo cinghiali ha invaso una pista ciclabile, ecco il video:

Per alleggerire una questione complessa

Quello che è capitato al povero ciclista è drammatico e la questione complessa. Intreccia il tema degli spazi portati via alla natura, del sovrapopolamento degli animali selvatici, delle politiche di contenimento in assenza dei carnivori che dovrebbero fare quel lavoro. E si potrebbe discutere a lungo sui provvedimenti possibili e le soluzioni più adeguate. Vogliamo però chiudere in modo leggero con una poesia-filastrocca, rivolta anche ai cilisti, scritta dal gruppo "Cinghiali per la libertà" , nato per sostenere con le rime gli ungulati urbani che popolano la città di Genova.

Avete reso assai felici quelli che amano la bici ma vi siete già scordati di noi poveri ungulati? Pretendiam corsie...

Pubblicato da Cinghiali per la libertà su Domenica 7 giugno 2020
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