Quando si viaggia è divertente fotografare variando le proporzioni del soggetto rispetto al contesto; posizionandolo su piani diversi... che poi sarebbero i concetti di base della fotografia, della pittura, del cinema. Bisogna distinguere fra campi e piani. Per esaltare il paesaggio ai massimi livelli è bello che la bici vi sia inserita piccola (campo lungo o lunghissimo). Più piccola è, più importanza sarà data alla maestosità dello scenario che la circonda. Idem se, al posto della bici, avessimo un villaggio, una chiesetta, un gruppo di persone. Il messaggio di questo tipo di foto è: “Guardate che meraviglia di posto stiamo attraversando”. Nel campo medio, il soggetto si vede benissimo. Se fosse la bici si vedrebbe che modello è, chi c’è in sella, com’è vestito, com’è equipaggiato. Ma, allo stesso tempo, si capirebbe bene il genere di paesaggio. Il messaggio sarebbe: “Questi siamo noi e stiamo attraversando questo posto”. Col primo piano, lo sfondo perde totalmente importanza. Il messaggio della foto è tutto concentrato sul soggetto. In un viaggio in moto può essere la moto in movimento o posteggiata (per esaminarne ogni particolare o ammirarne una piega in curva), oppure un ritratto dei compagni di viaggio, o di persone del posto che ci colpiscono per lineamenti o abbigliamento. Ma andiamo più nello specifico. Campi: quando prevale lo spazio, quando cioè viene dato rilievo all’ambiente in cui si svolge l’azione. Piani: quando prevale la figura umana.
Campo lunghissimo: lo spazio inquadrato dalla camera è vastissimo. Molto utilizzato dal cinema western classico, proprio per valorizzare i grandi spazi naturali, il campo lunghissimo può avere una triplice utilità: illustrare, dare una visione complessiva, isolare la figura umana dall’ambiente per fini espressivi.
Campo lungo: non è dissimile dal precedente ma lo spazio delimitato dalla camera è minore. In questo caso, l’elemento umano assume dei contorni più visibili. Nonostante si tratti ancora di una ripresa in esterni, i personaggi sono più facilmente individuabili rispetto all’ambiente.
Campo totale: equivale all’incirca ad un campo lungo ma la sua caratteristica è di designare la totalità di un ambiente, sia esso un esterno (una piazza, uno stadio, etc.) o un interno (una stanza, una palestra, etc.).
Campo semi totale: inquadra solo una parte di un ambiente circoscritto.
Campo medio: le figure inquadrate sono abbastanza vicine da divenire riconoscibili, ma lo spazio è ancora predominante rispetto alla figura umana.
Americano: il suo margine inferiore taglia i personaggi all’altezza delle ginocchia. La figura umana è ripresa dalle ginocchia in su. È un’inquadratura classica usata nel periodo d’oro del cinema di Hollywood.
Piano medio: l’inquadratura si concentra sui personaggi e l’ambiente in cui agiscono perde quasi di significato. Comprende la parte superiore della figura tagliata alla vita (a mezzo busto) ed è solitamente usata quando si vuole far interagire due personaggi in stretta vicinanza e sottolineare la relazione che si sta instaurando tra loro.
Primo piano: la versione più classica di questa inquadratura comprende la testa e le spalle del personaggio. Viene usato per sottolineare la psicologia del personaggio, dà notevole rilievo drammatico all’azione, rileva tensioni e sentimenti dei personaggi.
Primissimo piano: l’inquadratura contiene solo il volto del personaggio, di cui viene messa in rilievo l’intensità psicologica, concentrando l’attenzione dello spettatore sui piccoli segnali trasmessi dalle espressioni del viso. Il quadro è riempito dal solo volto dell’attore.
Dettaglio: l’inquadratura si sofferma su un particolare (il dettaglio di un occhio, di
Soggettiva: è una particolare inquadratura che corrisponde al punto di vista del personaggio che è in scena. La camera viene messa all’altezza dei suoi occhi e lo spettatore capisce subito che quello è lo sguardo del personaggio e si identifica nella sua percezione visiva.