di Alberto Zampetti
17 February 2023

Giro d'Italia: Roma caput bici

È stato presentato in Campidoglio il Grande Arrivo del Giro d’Italia 2023, la tappa finale che sui Fori Imperiali decreterà il vincitore della Corsa Rosa. Si corre nel cuore della Capitale, toccando tutti i punti più iconici della Città Eterna. Storia e ciclismo, per una giornata da emozioni forti.

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Da sinistra: Giuseppe Saronni, Mauro Vegni, Roberto Gualtieri, Urbano Cairo, Alessandro Onorato, Paolo Bellino e Nicola Lanzetta. (Foto Lapresse)

Svelato in via definitiva a ottobre scorso il percorso generale del Giro d’Italia 2023, 106ª edizione, ecco le rifiniture: dopo la Grande Partenza dall’Abruzzo, è la volta del Grande Arrivo a Roma, il prossimo 28 maggio, con la tappa finale (la numero 21) presentata in Campidoglio. La Capitale in salsa Rosa.

Il Giro a Roma è arrivato spesso: da quel remoto 1909 (quarta tappa dell’edizione n° 1) a oggi, la Corsa Rosa ha registrato un arrivo di tappa all’ombra del Colosseo per ben quarantanove volte, quattro delle quali (1911, 1950, 2009 e 2018) come ultima frazione.

Il tracciato è di grande suggestione, lo sport nel cuore dei simboli più iconici della Città Eterna, che poi sono la testimonianza della nostra Storia e della Civiltà stessa. Si parte dall’EUR a metà pomeriggio. Una scelta obbligata per permettere alla carovana il trasferimento dal Friuli dove, il giorno prima, si sarà disputata la velenosissima crono sul Monte Lussari, 7,5 km in piedi come un muro, che possono stravolgere la Generale.

Tracciato entusiasmante

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Il tracciato della tappa 21 che concluderà il 28 maggio il Giro d'Italia con il Grande Arrivo a Roma

Si parte dall’EUR e si scende fino al Lido di Ostia con la via Cristoforo Colombo, per rientrare al punto di partenza con la stessa strada a ritroso: giusto una quarantina di chilometri per le foto di rito, i brindisi in sella e la scampagnata da ultimo giorno di scuola. In attesa della coltellata. Perché è pur sempre tappa da ruote incandescenti, con i velocisti a digrignare i denti (del 10), pronti ad azzannarsi per una delle poche tappe a disposizione. È pure l’ultima, poi. Sai il valore simbolico? Roma come i Champs Élysées al Tour. Solo che Roma... è Roma! Loro hanno la Torre Eiffel e Roma ha il Colosseo, i Fori Imperiali, l’Ara Pacis, Villa Borghese, Castel Sant’Angelo, il Circo Massimo e le Terme di Caracalla.

Superate le Mura Ardeatine, il circuito cittadino (17,6 chilometri da ripetere cinque volte) tocca tutti questi punti, sfiorando - come se non bastasse - Piazza Navona, Piazza del Popolo e l’Isola Tiberina, correndo sul Lungo Tevere, ammirando l’imponenza der Cupolone da Via della Conciliazione.

Un circuito di enorme interesse storico e turistico, che porterà in mondovisione una cartolina di Roma in Rosa di effetto debordante: nemmeno la Ryder Cup di fine settembre (il terzo evento sportivo più seguito al mondo, per la prima volta in Italia. Ovviamente, a Roma) sarà tanto densa di emozioni. I corridori andranno a tuono perché questa è la regola dell’ultima tappa, perché è frazione da gladiatori dei pedali, perché i treni delle squadre sgomiteranno per tenere la testa in attesa del rettilineo di arrivo, settecento metri di drittone in leggerissima ascesa con fondo in sanpietrini.

Già, i sanpietrini. Quelli che nel 2018 crearono parecchi malumori; quelli che nel 2009 tradirono il russo Menchov, in rosa, con uno scivolone (pioveva) che avrebbe potuto costargli la vittoria finale. Il prossimo 28 maggio i tratti con fondo in sanpietrini sono ridotti al minimo e sono in buono stato. La maggior parte delle strade sono larghe, tutte sono ben pavimentate, le curve degli ultimi tre chilometri sono ampie. Il palcoscenico, insomma, è solido. E la scenografia, abbiamo visto, è stellare. La conclusione del Giro 2023 sarà un’apoteosi. Roma è Roma e avrà il suo imperatore in Rosa.

L'immagine si commenta da sé: Roma si tinge di Rosa con il Grande Arrivo del Giro d'Italia numero 106. (Foto Lapresse)

Il sindaco Gualtieri: "Splendida vetrina"

Alla presentazione della tappa in Campidoglio, sede del municipio della città, sono intervenuti tutte le autorità coinvolte nell’evento: il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri; il presidente di RCS Mediagroup, Urbano Cairo; l’assessore ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda di Roma, Alessandro Onorato; l’amministratore delegato di RCS Sport, Paolo Bellino; il presidente del CONI, Giovanni Malagò; il direttore del Giro d’Italia, Mauro Vegni; il presidente della Federazione Ciclistica Italiana, Cordiano Dagnoni; il direttore Italia del gruppo Enel, Nicola Lanzetta; il direttore della Gazzetta dello Sport, Stefano Barigelli; il vicedirettore della Gazzetta dello Sport, Pier Bergonzi; il direttore di Rai Sport, Alessandra De Stefano; Giuseppe Saronni, vincitore di due Giri d’Italia (1979 e 1983); e tante altre istituzioni, rappresentanti dei media e dei partner della Corsa Rosa.

Vegni: "Duecento Paesi collegati"

«Il Grande Arrivo a Roma rappresenta una splendida vetrina per il Giro d’Italia», ha spiegato Mauro Vegni, direttore del Giro d’Italia durante la presentazione. «Ci saranno oltre duecento Paesi collegati, un numero che sottolinea sempre di più il profilo internazionale della Corsa Rosa che si chiuderà nella città simbolo del nostro Paese. Abbiamo pensato a un percorso che, oltre a toccare tutti i punti storici e iconici della città, mostrerà anche altre zone meno note al pubblico internazionale, come l’EUR, dove ci sarà la partenza, e il Lido di Ostia. Da lì proseguiremo fino al circuito che esalterà le bellezze di Roma prima dell’arrivo ai Fori Imperiali, con il Colosseo sullo sfondo».

Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri con Giuseppe Saronni. (Foto Lapresse)

Il rimpianto di Saronni

«Uno dei rimpianti della mia carriera, in cui ho ottenuto tante vittorie in diverse regioni d’Italia, è di non avere nessuna foto con lo sfondo di Roma», ha ammesso Saronni, evidenziando proprio il fascino sotteso alla Città Eterna. «Vincere il Giro d’Italia è importante ma lo sono altrettanto il contesto e lo scenario in cui lo si fa. Chi arriva con la Maglia Rosa a Roma se ne ricorderà per tanti anni».

Cairo: "Giornata di grande festa"

Un magnetismo di cui si è detto certo anche Urbano Cairo, presidente di RCS MediaGroup: «Ritrovare Roma come chiusura del Giro d’Italia ha sempre un fascino molto speciale. La Città Eterna è legata a doppio filo con la Corsa Rosa. Basti pensare che già nella prima edizione del 1909 Roma fu città di arrivo della quarta tappa, per la quinta volta sarà la casa del Grande Arrivo e per la 49ª volta sede di un arrivo di tappa. Sono certo che il 28 maggio sarà una giornata di grande festa sia per Roma che per il Giro, in uno scenario unico al mondo».

Il video del Grande Arrivo

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