di Alessandro Ioli
22 August 2022

Gravelman Mont Blanc: 30 ore di pura fatica e grande spettacolo attorno al monte Bianco

Continuano le sfide epiche del nostro gravelman Ale Ioli, che questa volta si è misurato niente meno che col Monte Bianco. 250 km e 8 mila metri di dislivello, percorsi in 22 ore di pedalate con vista mozzafiato. In gravel ovviamente.

Qualche mese fa avevo proposto a Cyril di partecipare alla Gravelman Mont Blanc, poi per vari impegni di lavoro non ne avevamo più parlato fino ad una settimana prima della gara. Gli mando un messaggio, gli dico che ho il weekend libero, lui mi conferma la sua presenza, prenotiamo l'hotel a Chamonix e il treno da Parigi, mercoledì ultimo check alle bici, giovedì saliamo sul treno diretti a Chamonix, che epopea!

Arrivati all'hotel giusto in tempo per la cena (che divoriamo) facciamo l'ultimo check mentale e poi a letto presto per recuperare le energie.

Si parte... a spinta

Venerdì mattina sveglia alle 4.30, colazione veloce e via verso Chamonix per il ritardo pettorali. Partenza alle 6 in punto, inizia ad albeggiare sul monte Bianco, che spettacolo. Pochi chilometri dopo la partenza attacchiamo la prima salita, i primi chilometri sono asfaltati, un ottimo modo per scaldare le gambe, poco dopo la strada si trasforma in una carrereccia super ripida, piena di sassi e polvere. Cyril scende e inizia a spingere, io penso: non posso spingere alla prima salita. Stringo i denti e arrivo in cima e i primi 600m di dislivello sono volati via in un attimo.

La prima discesa serve per prendere confidenza con i mezzi e il terreno, dopo di che ci inoltriamo nella valle di Les Contamines-Montjoie fino al micidiale Col de Pre, con pendenze di oltre il 25% su sterrato, una vera mazzata, ma che panorama mozzafiato sul Bianco. Da qui la discesa sarà su strada, una serie di tornanti e drittoni velocissimi, davvero una goduria, ne è valsa tutta la fatica della salita.

È la prima volta che porto la mia gravel a 2600m: durante la discesa mi dimostra che non si spaventa davanti a niente, bisogna solo regolare la velocità e ammortizzare con il corpo

Arrivati a Beaufort ci fermiamo in panetteria, divoriamo un panino con pollo e pomodori e via di nuovo in salita verso Areches e Col plan de la Lai, passando per il lago di Roselend. La salita è composta da 3 salite, due discese e una parte di piano che costeggia il lago, per un totale di 50km e 2500m d+, tutto su asfalto, un viaggio eterno, ma che tra una battuta e l'altra passa via veloce e senza far troppo male alle gambe. In cima ci fermiamo a mangiare un altro panino e scambiare quattro chiacchiere con i ragazzi dell'organizzazione.

In gravel a 2600 metri

Da lì, in poco tempo arriviamo all'attacco del Col de Seigne 2600m sul livello del mare. Sulla prima parte asfaltata Cyril (la macchina da guerra, con all'attivo 3 race across France 2600km, 2 Paris Brest Paris, 2 Gravel tro Brest 1300km) mostra alcuni segni di stanchezza. Scherziamo un attimo e riaccende il suo motore diesel. Da qui in poi testa bassa e pedalare.

Arrivati alla parte sterrata, la stessa che si fa durante il Tour du Mont Blanc (a piedi), iniziamo a spingere le bici. 3km e 500d+ a spinta. In cima ci accoglie un venticello gelido e una magnifica vista sul Monte Bianco, Petit Mont Blanc e Aiguille Noire de Peuterey. È la prima volta che porto la mia gravel a 2600m, durante la discesa mi dimostra che non si spaventa davanti a niente, bisogna solo regolare la velocità e ammortizzare con il corpo. Riesco a fare tutta la discesa in sella, arrivati al lago Combal ho le braccia un po' affaticate ma niente che un buon piatto di pasta non possa risolvere, e visto che sono quasi le 19 iniziamo a pensare alla cena.

Arrivati a Courmayeur scopriamo che la strada per la val Ferret rimarrà chiusa per frana fino alle 21, pensiamo poco male, e decidiamo di fermarci a Entreves a mangiare un bel piatto di pasta e ricaricare le batterie.

Verso la Val Ferret

Fortunatamente quando finiamo il nostro piatto la polizia ha liberato la strada, risaliamo in sella e iniziamo la salita verso la val Ferret. Arrivati al primo campeggio decidiamo di chiudere se è possibile prendere una doccia, il proprietario ci fa entrare e ci dirigiamo verso le docce, con grandissima delusione l'acqua è solo fredda, poco male, sono le 22, una bella lavata ghiacciata può solo fare del bene.

Lavati e rivestiti ripartiamo, la luna piena si alza e illumina il ghiacciaio con una luminosità suggestiva e una stellata mozzafiato.

Verso le 23 arriviamo al rifugio Elena, nella mia testa speravo di trovare la porta del locale scarpe aperta e poter stare al caldo per qualche ora, vengo subito smentito e quindi girovaghiamo per qualche minuto in cerca di un riparo dal vento, lo troviamo, apriamo i nostri sacchi da bivacco, mettiamo in carica il cellulare e a "nanna". Ci svegliamo poco dopo a causa del freschino (ci sono 5 gradi e non abbiamo il sacco a pelo), il sonno è poco riposante e soprattutto molto breve, mangiamo una barretta, accendiamo la frontale e attacchiamo il col Gran Ferret.

Ci attendono 3km e 600m di dislivello da fare a piedi, spingendo la bici carica su per le ripide rampe di sassi. Verso il colle veniamo circondati da una grossa nuvola che rende la salita ancora più suggestiva e spettreale, arriviamo in cima verso le 3 di mattina, facciamo qualche foto, ci copriamo e giù in discesa verso La Fouly. Ci attendono circa 30km di discesa, il primo pezzo su un fantastico single-track che di notte ci fa divertire come dei bambini. Dopodiche il sentiero lascia spazio alla strada e qui iniziamo a prendere un po' di freddo, a causa anche l'alta velocità.

Per fortuna dopo i prim metri di salita troviamo un birrificio con le luci accese e un signore che ci guarda un po' stranito, sono le 5 di mattina, io gli chiedo se possiamo fermarci per un caffè, lui risponde che è chiuso ma anche lui ha voglia di caffè e quindi ci invita all'interno per offrircene due, chiacchieriamo per un buon quarto d'ora, dopodiché dobbiamo per forza ripartire verso la penultima grande insidia del nostro giro, il col Levron.

Fortunatamente i 15km e 1000m di dislivello passano abbastanza velocemente e senza farsi troppo sentire anche grazie alla temperatura ancora sotto i 15 gradi.

Durante la discesa il sole inizia a riscaldarci, per il momento è il benvenuto e ci dà un bella carica di energia.

Ritorno a Chamonix

Arriviamo a Martigny verso le 7.30, giusto in tempo per fare colazione, entriamo in panetteria e prendiamo dei panini con il tonno, una torta di carote, un mega caffè e una coca cola, un bel mix energetico.

Rifocillati guardiamo la traccia per capire cosa ci aspetta, ancora circa 40km e 1500m di dislivello, purtroppo però non abbiamo realizzato che i primi 400m di dislivello sono a fare a spinta, su un sentiero a scalini e gradoni di roccia che non ha nulla da invidiare a una vertical race a piedi, se non, per fortuna il dislivello.

Arrivati in cima al primo colletto per troviamo un altro ristoro organizzato dall'organizzazione, ci fermiamo, mangiamo (ancora) e ripartiamo in compagnia di un ragazzo che stava facendo la gara su strada, parliamo del più e del meno e così anche l'ultima grande insidia della gara passa veloce, adesso manca solamente l'ultimo piccolo colle di 150m di dislivello prima di arrivare a Chamonix.

Rientriamo in Francia per il col de la Montet che grazie alla vista sul monte Bianco ci fa dimenticare della fatica e ci rallegra pensando che oramai la gara sia finita, ma i sadici dell'organizzazione non smettono mai di sorprenderci e quindi decidono di mettere tratti di sentiero e single track fino al km -3, per fortuna che i sentieri sono super flow e molto divertitenti e in un ambiente magico immerso nei boschi e fiumiciattoli quasi in secca.

Il rientro a Chamonix è trionfale, un sacco di gente, turisti, ciclisti e alpinisisti di ogni nazionalista.

Chiudo in prima posizione sul percorso gravel completo con circa 22h pedalate e 28h totali, completando i 250km e 8000m di dislivello positivi, un giro davvero epico che avevo in mente da qualche anno, adesso è diventato realtà, e chissà se l'anno prossimo non mi inventerò qualcosa di nuovo.

Come tornare a Parigi? In bici!

Mentre mangiamo a Chamonix Cyril mi ricorda che non abbiamo ancora deciso di come tornare a Parigi, scherzando mi dice: in bici. Io con una birra e un hamburger in mano e il sorriso in faccia gli rispondo: ci sto!

Non so quanto fosse serio ma ormai era troppo tardi, prenotiamo un hotel a Ginevra e alle 16 ripartiamo per altri 80km (i 250 non bastavano).

Ripartiamo, i primi 50km sono in discesa ma la temperatura è assurda, a tratti superiore a 35 gradi, quando arriviamo nella valle sembra davvero di essere un forno. Arriviamo all'hotel alle 20.30, mangiamo un altro mega piatto di pasta e uno yogurt, sistemiamo le bici e ci facciamo la prima vera doccia calda e via a letto.

Domenica sveglia alle 5 e subito in sella per un'altra super giornata, ci aspettano 1500m di dislivello e un numero indefinito di km.

Il primo colle lo attacchiamo dopo 50km di pianura, il giusto per riscaldare le gambe e digerire la colazione, oggi la temperatura è clemente, circa 18 gradi, ma il cielo è grigio e minaccioso.

Arriviamo in cima al primo dei 3 colli di giornata e ci accoglie un bel acquazzone estivo che non ci darà tregua per 5 ore abbondanti, giusto il tempo di pedalare sulle due salite e le tre discese di giornata. Per pranzo ci fermiamo in un ristorante, per asciugarci, riscaldarci e rifocillarci per bene.

Nel frattempo Cyril mi dice che purtroppo deve essere a Parigi lunedì mattina per un problema di lavoro, quindi studiamo le varie possibilità, la più sensata è quella di arrivare fino a Dole e prendere un treno. Ci aspettavano ancora circa 70km attraverso le suggestive gole dello Jura.

L'arrivo a Parigi... con foratura

Arrivati a Dole cerchiamo un bar nell'attesa del nostro treno, purtroppo essendo ferragosto, sono tutti chiusi, dobbiamo accontentarci di un kebabbaro che non ha birre, ma almeno ha delle patatine fritte che sono perfette per placare la fame durante il viaggio in treno.

Arrivati a Parigi, rimontiamo le bici, usciamo dalla stazione, ci dirigiamo verso gli Champs-Élysées, arriviamo davanti all'arco di trionfo e… prima foratura, ovviamente il tubeless non ripara da solo e sono costretto a mettere una mesh, che sfiga, mancavano 5km per completare il viaggio senza problemi meccanici né forature.

Riassunto del giro

Gravelman Mont Blanc 250km e 8000m d+.

Chamonix, Col du Pré, les Contaminés, Areches, lago Roselend, Col plan de Lai, Col de la Seigne,Courmayeur, col Gran Ferret, Champex Lac, col Levron, Martignycol de la Montet, Chamonix.

20h39 di pura fatica e goduria

Tanto cibo e troppo poco sonno, ma le gambe giravano benissimo, la testa e il morale erano al massimo, il sorriso sempre presente e tanta buona compagnia.

250km 8000d+

E 240km 2500d+ in 3 giorni

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