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Greenways, le ciclovie ricavate dai percorsi ferroviari dismessi

La tendenza degli ultimi anni in tema di ciclabili e progettazione paesaggistica è trasformare i percorsi ferroviari abbandonati in itinerari turistici percorribili in bici o a piedi, sia in ambito urbano sia extraurbano

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Vecchie stazioni diventano punti d'interesse sulle ciclovie ricavate dalle ferrovie.

Ne sono nati progetti straordinari, ampiamente godibili da un pubblico molto trasversale, valorizzando territori e paesaggi dimenticati e altrimenti senza futuro. L’introduzione di tecnologie innovative quali il controllo centralizzato dei binari e le biglietterie self service hanno permesso di razionalizzare la presenza di personale ferroviario nelle stazioni, il che ha portato a non avere più la necessità di occupare edifici per viaggiatori e generando nuove entità chiamate “Stazioni impresenziate” ancora attive dal punto di vista tecnico, ma prive di personale. Ora questi spazi sono a disposizione per progetti sociali e turistici, sull’esempio di alcune soluzioni estere come la francese Via Venaissia, già in gran parte operativa con ristoranti, punti info e noleggi lungo il percorso. Questi percorsi ritrovati e rinnovati prendono solitamente il nome di greenway e, per quanto riguarda il nostro territorio nazionale, rappresentano un’enorme occasione per vivere, riscoprire e promuovere angoli speciali lasciati dormienti per troppo tempo. Alcuni tratti sanno ancora di ruggine e conservano le vecchie rotaie, utili a ricordare che è grazie all’esistenza dei treni che, in questi casi, possiamo fare gite in bici memorabili con poche pendenze, attraversando gallerie da parco di divertimenti, sempre fuori dal traffico automobilistico.

Lo sguardo alle occasioni di turismo sostenibile e slow è sempre più attento, anche grazie alla Fondazione Ferrovie dello Stato, che ha dato vita al progetto “binari senza tempo” riportando in funzione vecchie linee ferroviarie non più in esercizio su itinerari di natura, arte e cultura della provincia italiana su cui fa circolare i treni storici della Fondazione. Ben 491 stazioni sono già state dedicate ad attività che prevedono la valorizzazione del territorio o l’attivazione di servizi a favore della cittadinanza. Esistono al momento 1.400 km di linee ferroviarie dismesse di cui oltre 400 km sono state trasformate in linee turistiche, percorsi ciclabili e greenway. Vale la pena di sfogliare online l'Atlante delle Greenways su linee FS. Dal disuso al riuso (2018), volume che segue, il precedente: "Atlante di viaggio lungo le ferrovie dismesse”(2017): entrambi da leggere per scegliere la prossima gita con gli amici!

Un'alleanza AMODO

La Confederazione Mobilità Dolce, identificata dall'acronimo Co.Mo.Do., fondata dall'urbanista, cartografo e viaggiatore Albano Marcarini, è stata fra le prime realtà ad occuparsi del riuso delle vecchie ferrovie come ciclovie. Il suo obiettivo è stato quello di creare, monitorare e valorizzare una rete nazionale di mobilità dolce, tra strade bianche, argini, canali, strade dismesse e vecchie ferrovie, convinta che il viaggio in bici, ma anche a piedi sia la nuova frontiera del turismo (in grado di promuovere al meglio le risorse naturali e culturali del nostro territorio) e che la lentezza sia il ritmo perfetto per poter vivere e capire a fondo ogni luogo. Ovviamente per perseguire tutto ciò è necessario il supporto delle istituzioni locali e delle associazioni regionali impegnate nei settori turistici, ecologici e infrastrutturali e proprio questa sinergia sta cercando di portare avanti AMODO, l'Alleanza Mobilità Dolce, proseguendo il lavoro innescato da Co.Mo.Do. Ne fanno parte fra i tanti il Touring Club Italiano, Italia Nostra, Legambiente, Greenways onlus, Federazione Italiana Ferrovie Turistiche e Museali, Associazione Italiana per il patrimonio Archeologico Industriale, Federparchi.

La Via Vennassia

Nella nostra gallery vedete immagini della Via Venaissia, un percorso segnalato che parte dall'ex stazione ferroviaria di Jonquières a Carpentras, è lungo 14 km e segue la linea ferroviaria dismessa. Attraversa il Comtat Venaissin, regione intorno ad Avignone, in Provenza e, nei progetti, deve collegare Orange a Velleron per un totale di 30 chilometri. L'itinerario si affaccia sui vigneti, sul fiume Ouvèze, sul Mont Ventoux e sulle Dentelles de Montmirail. Partendo dalle stazioni ferroviarie di Jonquières, Sarrians e Aubignan-Loriol, ci sono altri quattro percorsi ciclabili segnalati, potete scaricate i fogli dei percorsi presso gli uffici turistici locali o scaricateli dal sito web La Provence à Vélo.

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L'accogliente bistrot tratto dalla vecchia stazione della Aubignan-Loriol, per farvene un'idea visitate il sito www.bistrotlagare.fr

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