02 October 2013

Hbm 27,5"

Mezzo aggressivo con telaio in alluminio e ruote di 27,5". E' guidabile, pur mantenendo notevole piglio agonistico

Hbm 27,5"

Hbm è una piccola azienda artigianale, con sede ad Arquata Scrivia, specializzata nella costruzione di telai per bicicletta "su misura". Si tratta di una delle poche realtà in Italia che, partendo dai "tubi grezzi", produce realmente telai, in fibra di carbonio e alluminio, con il proprio marchio e anche conto terzi. I suoi, quindi, son o prodotti d'alta gamma destinati a un’utenza di ciclisti e biker esigenti che cercano originalità e, soprattutto, la massima personalizzazione che solo il "su misura" può dare. Proprio per questo motivo Hbm per la produzione dei telai in fibra di carbonio utilizza la tecnica della "stratificazione" . In questo modo riesce a realizzare telai, prototipi (anche su progetto di altri) per aziende e corridori, tra cui diversi professionisti che si avvalgono anche della loro consulenza bio meccaniche. Insomma, stiamo parlando di persone che il carbonio sanno esattamente cosa è e come si lavora per ottenere bici più che competitive. Però non hanno dimenticato nemmeno l'alluminio che, anzi, considerano ancora un materiale estremamente valido, soprattutto per ottenere telai dalle elevate prestazioni agonistiche.

La bici che ci hanno proposto, per esempio, è la mtb personale di Davide Niccolai (uno dei tre artigiani che danno vita a Hmb) che oltre ad occuparsi in seno all'azienda della realizzazione e stratificazione dei telai in fibra di carbonio, è anche un biker di notevole spessore. Nel 2007, per intenderci, vinse in coppia con Pietro Cuffini l'Iron bike in sella a una bici prodotta proprio da loro, e attualmente si sta dedicando con ottimi risultati anche alle gare di Enduro. Proprio in considerazione della sua esperienza come telaista per la fibra di carbonio, ma anche come biker agonista, è curioso notare che, per realizzarsi una bici "cattiva" da Cross country con ruote di 27,5", ha preferito l'alluminio e una geometria estremamente reattiva.

Alluminio, scelta ancora attuale

«L"alluminio è ancora un materiale che consente di realizzare telai di alta qualità e dalle notevoli prestazioni agonistiche, perché sa restituire al meglio l'energia del ciclista». Sembra non avere dubbi nemmeno Roberto Parodi, un altro dei soci della Hbm, quello che si occupa di progettazione e biomeccanica. Ci ha accompagnato durante la prova della loro mtb (prestandosi anche come modello per la foto in movimento), rivelandoci tra uno strappo in salita e un single track tecnico, un po' di segreti della loro produzione. In mountain bike se la cava ancora molto bene, anche se adesso preferisce la specialissima da strada e la corsa a piedi, ma è stato un ottimo biker capace di vincere nel '94 la Trans Alp, la mitica gara a tappe sulle montagne Cunesi. «Tutti ora vogliono il carbonio - ci spiega Parodi alla fine del giro di prova - perché pesa meno, è esteticamente accattivante ed è alla moda. Ma, a parte un centinaio di grammi in meno, un telaio come questo ha poco da invidiare, soprattutto per gli agonisti. Può essere molto reattivo e scattante, forse anche di più del carbonio, e per di più costa molto meno. Non perché vale di meno, intendiamoci.

Lo sviluppo dei tubi di alluminio non si è mai fermato e oggi ci sono materiali dalle alte prestazioni e dal peso contenuto. Il mercato, però, ha deciso che una bici in alluminio, anche se di notevole qualità, deve per forza costare meno del carbonio, anche se di bassa qualità. Anche se poi non è del tutto in fibra di carbonio, ma in parte in vetro resina... sai, ce ne portano tanti da riparare, di tutte le marche e quindi ne vediamo di tutti i colori…». In effetti, le prestazioni ed i pesi dei telai in fibra di carbonio sono molto variabili e, paradossalmente, ad un produttore adesso com adesso può costare meno realizzare (o comprare all'ingrosso in oriente) un telaio in fibra di media gamma, che le sole tubazioni in alluminio d'alta gamma in Italia. E' il caso emblematico anche di questo Hbm: utilizza delle tubazioni di ottima qualità, quali le "Fire Competition Light di Dedaccia, in lega 7005 con triplo spessori e curvature, come quella continua dell'obliquo, ottenute con idroformatura, che determinano un peso del telaio di circa 1.300 grammi. In più è realizzato "su misura" con grande cura artigianale", ma ha un prezzo di listino di soli 820 euro. In proporzione, non è certo è tanto, se si considera anche che ci vogliono circa 15 ore di lavorazione per realizzarlo. Si perché alla Hbm fanno le cose con calma, proprio come dovrebbero essere fatte. La saldatura, per esempio, avviene nodo per nodo. Si salda una sezione e si lascia raffreddare. Poi si mette sul banco di controllo e si centra. Solo successivamente si salda l'altro nodo. In questo modo, che richiede più tempo rispetto a saldare in un unico tempo, si riduce al minimo lo stress e lo snervamento del metallo, a cui l'alluminio è molto soggetto.

Anche le saldature sono fatte con cura particolare, anche se paradossalmente non traspare se non ad un occhio esperto: il cordone è volutamente grosso, con i punti di saldatura molto ravvicinati e assolutamente non limati. Questo perché è importante apporre e lasciare la giusta quantità di materiale, così come è importante indugiare sulla parte da saldare il tempo giusto. Più tempo significherebbe indebolire il metallo, che ormai ha spessori minimi, così come limare le saldature indebolisce la zona. Le rotture, infatti, avvengono quasi sempre in prossimità delle saldature. Piccoli dettagli che fanno la differenza e la cura delle lavorazioni è una prerogativa della Hbm. Come la sgolatura dei tubi. Dev'essere molto precisa per ottenere la maggiore precisione e resistenza del telaio, soprattutto con il carbonio, ma anche con l'alluminio. Facendo molti telai su misura, che richiedono angoli di sgolatura sempre differenti, in Hbm hanno messo a punto un software che in base alle misure del telaio imposta automatizzante il macchinario con gli angoli giusti di sgolatura. Insomma, se per quello che riguarda tecnologia, design e spessori dei tubi, ci si affida totalmente ad aziende serie e scrupolose, come la Dedacciai per esempio, la differenza in Hbm cercano di farla proprio sulla lavorazione del telaio. Il nodo sterzo conico, per esempio, è fatto realizzare apposta su proprio specifiche, e in qualche caso addirittura realizzato internamente alla Hbm con il tornio, per ottenere forme e spessore in grado di caratterizzare il telaio. L'elemento, comunque, più tipico è la possibilità di avere il telaio, strada o mtb che sia, perfettamente su misura. In Hbm lavorano sia sulle misure portate dai clienti sia consigliando al cliente finale, dopo una consulenza bio meccanica, le misure più adatte per ottenere determinate caratteristiche da una bici.

La bici in prova, che come dicevamo è realizzata per lo stesso Davide Niccolai, è un'interpretazione molto personale di come intendere un hardtail da 27,5". A partire dalla scelta del materiale, fino alla geometria tutto va nella direzione di ottenere un mezzo estremamente reattivo, con brutali doti di accelerazione e maneggevolezza. L'angolo sterzo, per esempio, è particolarmente in piedi (72°), mentre il carro è soli 430 mm e conseguentemente anche l'interasse è molto contenuto. Lo stesso progetto, oltre che con ruote da 27,5" è declinato con tubazioni specifiche anche con geometria per ruote da 26 e 29".

Le nostre conclusioni

Un mezzo veramente aggressivo, capace di esaltare gli amanti dei mezzi super reattivi e maneggevoli. Le ruote da 27,5" per la verità, stemperano l'irruenza del telaio, rendendolo più guidabile ma mantenendone il notevole piglio agonistico. Ideale per il Cross country agonistico perché estremamente scattante, anche se no facilissimo da guidare.

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