18 July 2015

In Tour: MTN in festa con Cummings

A Mende, in uno degli arrivi più amati del Massiccio Centrale, Stephen Cummings regala la prima vittoria di tappa al team africano beffando i francesi Bardet e Pinot. Tanti scatti tra i big di classifica, con Froome e Quintana davanti a tutti. La tappa di oggi attraverso i suoi protagonisti

In tour: mtn in festa con cummings

La Montée Laurent Jalabert di Mende, nel Massiccio Centrale, è uno degli arrivi  più amati del Tour de France, tanto che i corridori di casa hanno provato fino all'ultimo a conquistare questo ambito traguardo: un desiderio sfumato negli ultimissimi metri per merito dell'inglese Stephen Cummings, che vince al termine di una corposa fuga. L'ascesa finale stuzzica anche le rivalità tra i big della classifica, che danno vita a un finale di scatti e controscatti che non riesce a indebolire Chris Froome (ancora una volta il migliore) ma mostra un Nairo Quintana in crescendo di condizione verso le Alpi, e fa rivedere in testa per qualche metro anche Vincenzo Nibali. Riviviamo questa tappa attraverso i suoi protagonisti sulle strade del Tour.

In salita
Della presenza della MTN al Tour de France, prima squadra al 100% africana nella storia della Grande Boucle, se ne è parlato fin troppo. Una squadra dall'organico panafricano, dagli investitori internazionali e dalla gestione fortemente radicata in Sudafrica, che quest'oggi può festeggiare la sua prima vittoria di tappa proprio nel giorno in cui il mondo intero rende omaggio a Nelson Mandela. Una coincidenza casuale, ma non per questo meno significativa, il cui merito è tutto di Stephen Cummings, 34enne scalatore inglese che dopo una vita da gregario in questa stagione sta sorprendendo il gruppo con prestazioni degne di nota. La vittoria di Mende è il momento più alto della carriera di Cummings, come testimonia la sua commozione sul traguardo, ma non arriva per caso, è anzi frutto di una giornata in cui l'inglese ha saputo coniugare la fatica di una lunga fuga, la capacità di stringere i denti per non accumulare troppo distacco dai primi e la sagacia tattica con cui sui primi è rientrato e li ha saputi superare di slancio. Una vittoria da corridore d'esperienza, insomma, per una squadra ancora giovane ma la cui esperienza è destinata a lasciare il segno nel futuro prossimo del ciclismo.

In discesa
E' dalla vigilia della Grande Boucle che tutta la Francia si aspetta grandi numeri da parte di Thibaut Pinot e Romain Bardet, i due giovani talenti del ciclismo transalpino destinati negli anni a venire alla lotta per riportare la maglia gialla in Francia a 30 anni da Hinault. Non si sa se sia stata la tensione dovuta a un'attesa così pesante, se siano degli evidenti limiti di condizione o soltanto il ruolo della sfortuna, ma Pinot e Bardet da quella maglia gialla si trovano già troppo lontani, tanto che sarà difficile ripetere anche solo le prestazioni dell'anno passato, quando chiusero 3° e 6° in classifica. Oggi i due ci hanno provato di nuovo, sotto gli occhi del presidente della repubblica Hollande ospite della corsa, ma la loro giornata di gloria si è conclusa con uno scambio di sguardi, e una vittoria quasi regalata che farà sentire ancora più forte il mal di gambe dopo una giornata in fuga.

In Tour
Eduardo Sepulveda sin qui aveva disputato un ottimo Tour de France: dopo i Pirenei si trovava in 19a posizione in classifica generale, miglior corridore della Bretagne - Séché (alla pari con l'instancabile fuggitivo Périchon) e sulla strada per realizzare la miglior prestazione della sua giovane carriera. Oggi Sepulveda ha pensato bene di rovinare tutto, invece: nel tratto più duro della salita che conduceva verso Mende ha spezzato la catena senza fare in tempo ad attirare l'attenzione da parte della propria ammiraglia, fermatasi un centinaio di metri più avanti per assisterlo. Una distanza breve ma con pendenze in doppia cifra, tanto che il sorprendente argentino ha pensato bene di saltare su un'auto dell'AG2R per farsi accompagnare a destinazione, attirandosi l'inevitabile "cartellino rosso" da parte della giuria, che non ha potuto fare altro che mandare a casa un corridore responsabile di una trasgressione al regolamento così marchiana. E imperdonabile.

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