15 July 2015

In Tour: Majka in fuga sul Tourmalet

A Cauterets il compagno di squadra di Contador festeggia il successo dopo una cavalcata sulle salite leggendarie dei Pirenei. Con la sua storia, raccontiamo i personaggi di giornata e questa caldissima tappa del Tour

In tour: majka in fuga sul tourmalet

La seconda tappa pirenaica di questo Tour era quella che prevedeva in programma due salita leggendarie come l'Aspin e il Tourmalet: una tappa dal finale poco selettivo e perfetta per i tentativi di fuga. Tanto che è proprio una lunga fuga a premiare Rafa? Majka, mentre gli ultimi chilometri segnano la nuova piccola crisi di Vincenzo Nibali, distaccato ancora una volta dalla maglia gialla Chris Froome e dai migliori uomini di classifica.

In salita
Il talento sceglie strade strane per affermarsi: si fa notare sempre, ma poi ha bisogno del tempo per emergere. Lo sa bene Rafa? Majka, vincitore di tappa a Cauterets. Che il polacco fosse un corridore di talento, il mondo del ciclismo se ne è accorto in breve tempo, sin dalle sue numerose vittorie da dilettante nelle corse italiane, passando per due ottimi Giri d'Italia, con un settimo e un sesto posto nel 2013 e 2014. Per vederlo alzare le braccia, però, è stato necessario aspettare il Tour dell'anno passato, quando Majka trasse il massimo profitto dalle massime sventure: convocato in extremis per l'esclusione di Kreuziger, liberato dagli obblighi di squadra per il ritiro di Contador, il polacco conquistò due tappe e una maglia a pois. Ieri Contador è uscito quasi definitivamente di classifica, e oggi per Majka è arrivato il terzo successo al Tour, e c'è da scommettere che il suo talento emergerà ancora.

In discesa
Se c'è un corridore in gruppo che rappresenta la sfortuna, negli ultimi anni, quello è Daniel Martin, che tra cadute e piazzamenti a salutato malinconicamente sin troppi traguardi in tempi recenti. Il problema è che troppo spesso Martin si trova a piangere per i suoi stessi errori, come quando sbaglia l'ultima curva alla Liegi e o cade tirando giù mezza squadra alla cronosquadre del Giro. O come in questo Tour, dove fa una doppietta di secondi posti dopo aver sbagliato per due volte i tempi, tra il Mur de Bretagne e la fuga rincorsa e dispersa quest'oggi. "Chi è causa del suo mal pianga se stesso", Martin sarà d'accordo, ma spera almeno di non cambiare modo di dire e passare a "non c'è due senza tre".

In Tour
Tra i corridori che stanno emergendo metro dopo metro, ora che il Tour è entrato nelle sue giornate più difficili, Serge Pauwels è probabilmente il più sorprendente. Sergio, così è soprannominato in gruppo con un accenno di fantasia da calciatore brasiliano, ha alle spalle una vita da gregario: a 32 anni la sua vittoria più importante resta la maglia di miglior scalatore al Tour Down Under, la corsa con meno montagne al mondo. Eppure in questi due giorni, Pauwels corre come i campioni: 14° ieri a La Pierre, meglio di Nibali, Uran e Rodriguez; in fuga tutto il giorno e quarto al traguardo oggi. Avanti così, e questo rischia di diventare anche il Tour di Sergio.

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