20 December 2015

Namur: l'urlo di Van der Poel

L'iridato olandese torna alla vittoria in Coppa del Mondo tra le mura della Cittadella. Van Aert è battuto di poco ma conserva ampiamente la testa della classifica. Tra le donne, Eva Lechner torna leader di Coppa grazie al terzo posto di giornata.

Namur: l'urlo di van der poel

Era lo scorso febbraio quando il giovane fenomeno Mathieu Van der Poel conquistava il suo ultimo successo importante, il Superprestige di Hoogstraten, nel ciclocross internazionale. Sono passati soltanto dieci mesi ma sembra una vita fa: allora Van der Poel correva come quasi come un nuovo, giovanissimo, imperatore della disciplina: tanto che quella vittoria di Hoogstraten era stata la quarta consecutiva, in due settimane fenomenali che gli avevano portato prima la maglia iridata di campione del mondo e poi la classifica generale del Superprestige stesso. A rovinare un crescendo di carriera così perfetto, invece, era giunta la scorsa estate una brutta caduta, con conseguente lungo strascico di operazioni piccole e grandi che hanno rinviato il rientro in corsa dell'olandese sino a poche settimane fa. Il ritorno alla vittoria, invece, si è fatto attendere sino ad oggi, quando in cima alla Cittadella di Namur il campione del mondo è riuscito a piegare la resistenza del suo rivale Wout Van Aert e alzare finalmente le braccia al cielo.

Quella di Namur è una corsa particolare nel calendario del ciclocross: si corre nel cuore dell'antica capitale della Vallonia, tra boschi e vighe e la splendida cittadella fortificata, che fa di questa una delle prove dal maggior impatto visivo. Minore è invece l'impatto del pubblico, proprio perchè lontano dalle Fiandre che del ciclocross sono il cuore pulsante, anche se la discesa dalla Cittadella garantisce anche qui una "curva da stadio", come in tutti gli altri weekend invernali. Un pubblico forse meno numeroso ma altrettanto carico, accolto dallo spettacolo delle prove del mattino (bravissimo Gioele Bertolini, battuto solo da Eli Iserbyt tra gli under23, e ancora più brava Eva Lechner, che con il terzo posto nella prova femminile vinta da Nikki Harris riconquista la leadership di Coppa) e scaldato subito dall'entusiasmante partenza della prova elite.
A rendere spettacolare la corsa da subito ci ha pensato Sven Nys, che qui ha sfoderato probabilmente una delle migliori partenze della sua carriera: uscito lanciatissimo dalla prima curva, su un terreno non molto pesante, il vecchio campione ha aggredito la corsa da subito con un primo giro a tutta potenza in cui solo il dominatore di questa stagione, Wout Van Aert, sembrava in grado di tenere la sua ruota. Vedere Nys salire in sella la durissima rampa di metà giro, quando tutti i suoi avversari erano costretti a montare bici in spalla, e pennellare alla perfezione le traiettorie in discesa ha fatto pregustare a tutto il pubblico una corsa molto spettacolare. Invece si è rivelato presto un fuoco di paglia: Nys era probabilmente conscio di non essere al top e ha provato a fare selezione da subito per poi correre di conserva, ma quando ha visto che Van Aert non sembrava intenzionato a collaborare in questo suo piano ha preferito rallentare e lasciare che il gruppo si ricompattasse, tanto che tra secondo e terzo giro il plotoncino di testa è arrivato a contare anche più di 12 elementi.
Dopo un tentativo di Toon Aerts, il primo attacco serio della corsa arriva da Lars Van der Haar (in maglia blu di campione d'Europa): il forcing dell'olandese contribuisce ad isolare un gruppo di otto corridori, tra i quali sorprende il francese Clément Venturini, finalmente in grande giornata. Ma proprio quando Van der Haar sembrava essere riuscito a fare selezione, ecco arrivare puntuale il piccolo errore dell'olandese, che sbaglia traiettoria in curva, tocca i freni e scivola a terra. Si giunge così al quinto giro con un gruppetto di testa in cui Nys inizia a perdere terreno, superato da un rientrante Klaas Vantornout, ma è proprio a metà della corsa che arriva l'azione decisiva della gara, e ancora una volta a promuoverla è Wout Van Aert, che attacca deciso in salita e se ne va in compagnia dell'iridato Mathieu Van der Poel. L'unico in grado di rientrare sui due è Kevin Pauwels, che riesce in un faticoso quanto veloce congiungimento mentre gli avversari alle sue spalle si disperdono all'orizzonte. Da qui al traguardo la corsa sarà in mano di questo trio composto dal leader di Coppa (Van Aert), dal campione del mondo (Van der Poel) e del vincitore uscente della Coppa (Pauwels): Venturini proverà a rientrare in ogni modo ma sarà costretto ad arrendersi ai cambi di ritmo di Van Aert, ritrovandosi completamente svuotato di energie nel finale.

Si arriva così all'ultimo giro e al trionfo di Mathieu Van der Poel: una tornata che inizia in maniera molto tattica, con i tre impegnati più a controllarsi a vicenda che ad attaccare, ma che esplode quando il campione del mondo prova ad aprire il gas. Prima Van der Poel si esibisce in un bizzarro zig-zag a tutta velocità per prendere la testa, poi reagisce con grande prontezza all'inevitabile attacco di Van Aert. Tra i due giovani va in scena la nuova puntata del duello destinato a monopolizzare il prossimo decennio, con Pauwels che si ritrova suo malgrado a fare da spettatore: Van Aert riesce a prendere la testa con un sorpasso di gran classe, ma Van der Poel oggi è palesemente il corridore con la gamba migliore, tanto da abbassare di ben 20" -un'enormità- il suo tempo sul giro proprio nella tornata finale. Non resta che attendere la stoccata dell'iridato che arriva puntuale prima del rettilineo del cambio-bici: un attacco deciso che basta a scavare quel margine sufficiente per raggiungere il traguardo e liberare lì, a cavallo della linea bianca, l'urlo di rabbia con cui Mathieu Van der Poel scarica questa lunghissima attesa. Un urlo che porta con se' tutta l'irruenza di un campione giovanissimo e ambizioso, ma anche un po' del sollievo degli appassionati di ciclocross tutti, che con questa vittoria danno il "bentornato" al fenomeno iridato e il "benvenuto" a una seconda parte di stagione che si preannuncia finalmente combattuta da più protagonisti.

Ordine d'arrivo:
1. Mathieu Van der Poel 1h02'43"; 2. Wout Van Aert a 01"; 3. Kevin Pauwels a 07"; 4. Klaas Vantornout a 42"; 5. Lars Van der Haar a 58".

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