Il museo dei mestieri in bicicletta è un viaggio nella vita quotidiana del nostro passato

A Gubbio, in Umbria, c'è un'esposizione permanente di biciclette che raccontano i mestieri del nostro recente passato e l'importanza della bicicletta come mezzo di trasporto per lavorare. La collezione, raccolta da un privato, è una traccia preziosa della nostra memoria, non solo per gli amanti del ciclismo.

Il museo si sviluppa su tre piani e raccoglie quasi 100 biciclette

E' un viaggio nel tempo che commuove e appassiona, e non solo gli amanti del ciclismo. Il Museo dei mestieri in bicicletta, che ha da poco trovato nuova sede a Gubbio, consente di immergersi nella vita quotidiana dei nostri nonni e bisnonni, scoprendo visivamente quanto fosse importante la bicicletta come mezzo per lavorare e quanti attrezzi specifici dei mestieri più diversi si potessero trasportare con la sola forza delle proprie gambe. Dall'arrotino al falegname, dal veterinario allo spazzacamino, dal carbonaio al pittore. E ancora: dal medico condotto all'ombrellaio, dal venditore di giocattoli al farmacista. Artigiani e professionisti avevano adeguato la loro due ruote (a volte anche con tre ruote) in modo tale da poter trasportare tutto l'occorrente di cui avevano bisogno, occupando ogni centimetro del telaio, o inventandosi portapacchi e agganci di una tale originalità da lasciare a bocca aperta.

La nuova sede a Gubbio

Esposta davanti all'ingresso, la bicicletta dei pompieri cattura l'attenzione dei passanti

Il museo esiste da diversi anni, ma aveva sede a Fabriano, nelle Marche, città originaria del proprietario della collezione, Luciano Pellegrini. Prima dell'inizio della pandemia, nel 2020, si è deciso di spostare la collezione oltre il confine regionale, nel più turistico borgo medievale umbro di Gubbio, celebre per l'incontro leggendario tra San Francesco d'Assisi e il lupo. Qui l'esposizione occupa su tre piani un edificio che si trova in posizione centrale, a pochi passi dal Palazzo dei Consoli, e fino alla metà degli anni '50 era adibito a lanificio, infatti accanto alle biciclette permangono alcuni macchinari per la lavorazione della lana.

Una collezione unica, iniziata da un ricordo di infanzia

A sinistra, la bici da cui tutta la raccolta ha preso il via: quella del raccoglitore di pelli. A fianco la bici della guardia svizzera. 

Ex pugile e appassionato di meccanica, Pellegrini è partito da un pezzo della sua infanzia: la bici con cui, da bambino, andava a raccogliere pelli insieme al padre. Attorno a questo frammento dei suoi ricordi ha messo insieme negli anni, tra acquisti e donazioni, una collezione unica, forse unica al mondo in queste proporzioni: sono infatti esposte in tutto 94 biciclette, di cui alcune sono bici da corsa e ben 77 riferite ai mestieri (c'è anche una bici completamente in legno e un avecchia cyclette). E' difficile datarle con precisione, ma sono tutte relative agli anni tra il 1915 e il 1960.

Bici come quadri che raccontano un'epoca

A rendere ogni pezzo unico nel raccontare la storia di un mondo che non c'è più sono gli oggetti che fanno da corredo alle biciclette. Questi oggetti di lavoro sono gli originali che erano in possesso del proprietario del mezzo, anche se in alcuni casi sono stati reintegrati, cercando di rimanere il più possibile fedeli all'epoca e al tipo di attività. I barili del lattaio, i pettini e i rasoi del barbiere, la cinepresa del cinematografo, il palchetto del burattinaio, le spazzole del lustrascarpe, i paioli del venditore di croccanti e molti altri oggetti d'epoca. Ogni bici è un quadro che riporta indietro negli anni, uno spaccato di vita quotidiana autentica del nostro passato, un istante preservato dal tempo. Non sono pochi i visitatori che si commuovono, ricordando immagini e momenti della loro infanzia, associandole a fotografie e racconti dei loro genitori o nonni. Sul libro dei commenti qualcuno ha scritto che visitare questa mostra “equivale a un viaggio con la macchina del tempo”. Ed è così. Ma è anche una prova tangibile dell'ingegno dell'uomo, della sua arte di arrangiarsi e di inventarsi sempre nuovi modi per migliorarsi. E in questo la bicicletta ha avuto un ruolo fondamentale, che spesso si dimentica. Il metallo di queste bici è intriso di sudore ma anche di speranza nel futuro, di umiltà e lavoro duro ma anche di ambizione. Questo metallo non sarà il carbonio delle bici moderne, ma è leggero come i sogni che lo hanno cavalcato.

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Uno dei pezzi più particolari è la bicicletta Grattachecca, con il bidone di latta dal quale si grattava il ghiaccio per servire una sorta di granita 

Info e costi

Il museo si trova in via XX Settembre 12 a Gubbio. Orario: 10-13 e 14.30-18.30. Chiuso il lunedì. Il biglietto di ingresso costa 8 euro.

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Il museo dei mestieri in bicicletta si trova a pochi metri dal Palazzo dei Consoli, nel centro storico di Gubbio

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