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LO STELVIO DALLA A ALLA Z

Il Passo dello Stelvio è il più alto d’Italia, ma il suo primato è nel fascino che trasmette, fatto di storia, tornanti e panorami commoventi. Chi vuol definirsi ciclista deve salirci almeno una volta: è l’esame di ammissione al mondo delle due ruote a pedali (ma anche a motore)

Apertura Passo

La strada del Passo dello Stelvio esiste dal 1825 e fino al 1915, con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, era aperta tutto l’anno per consentire il passaggio delle diligenze. Dagli ultimi anni dell’800, però, a percorrere il passo in pieno inverno era quasi esclusivamente la diligenza del servizio postale (visibile, insieme a molte altre, al Museo Civico di Bormio), che veniva trainata da sei cavalli. Oggi il Passo è aperto da fine maggio a fine ottobre, ma le date variano a seconda elle condizioni del tempo. Il giorno dell’apertura è speciale per i ciclisti e i motociclisti, che l'attendono per fare la prima salita della stagione e gustarsi la strada da enormi muri di neve.

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L'apertura del passo avviene a maggio.

Braulio

È lo storico amaro della Valtellina a base di erbe nato nel lontano 1826. A inventarne la “formula” con il personalissimo mix di erbe fu Francesco Peloni di Bormio, farmacista ed appassionato di botanica. In Centro a Bormio troviamo anche il Bar Braulio, che merita una visita e… un assaggio.

Gelato al gusto di Amaro Braulio.

Case cantoniere

Sono il luogo dove si faceva il cambio dei cavalli. Le carrozze che percorrevano il Passo si fermavano nelle Case Cantoniere per far riposare i cavalli o per sostituirli con altri freschi. Salendo da Bormio si incontra la prima Cantoniera, andata distrutta in un incendio anni fa. La più importante storicamente, nonché la più grande del Passo si trova sulla salita lombarda in corrispondenza della strada che sale da Santa Maria Val Monastero in territorio svizzero. Si trova a 2.503 m di quota, a circa tre km dalla vetta.

Salendo da Bormio si incontra la prima Cantoniera, andata distrutta in un incendio anni fa.

Donegani

Carlo Donegani è il progettista della strada del Passo dello Stelvio. L’ingegnere ebbe l’incarico nei primi anni dell’800 dall’imperatore Ferdinando I d’Austria, il quale voleva una strada che collegasse la Val Venosta alla Valtellina e quindi Milano, all’epoca austriaca. Venne scelto Donegani perché era l’ingegnere capo della Provincia di Sondrio e perché aveva già dimostrato, realizzando il Passo dello Spluga, che conosceva bene la montagna e le sue problematiche. I lavori iniziarono nel 1822 e si completarono in tempi record già nel 1825. All’ingegnere è dedicato un museo in cima al Passo

Il museo dedicato a Carlo Donegani, il progettista che ha disegnato la strada dello Stelvio.

Forte Gomagoi

Le fortificazioni austriache sul confine italiano si ritrovano chiaramente anche sullo Stelvio. Le due più importanti, costruite nel 1859, sono il forte Gomagoi, vicino all’omonimo paese, pochi km sotto Trafoi (a 1.270 m di quota), e il forte Weisser Knott, sempre sul versante della Val Venosta ma ben più su, a quota 2.200 m. Questi forti, insieme ad altri minori, formavano il cosiddetto Sbarramento Gomagoi.

Epiche vittorie

C’è un uomo solo al comando…”, la frase riecheggiava nell’aria quando Fausto Coppi compiva una delle sue memorabili imprese. A lui viene dedicata, a ogni edizione del Giro d’Italia, la cima più alta che si raggiunge. Lo Stelvio è stato più volte la Cima Coppi del Giro, anche se per molti anni non è stato inserito nel tracciato di gara in quanto a inizio giugno, a queste quote, c’è ancora il rischio di nevicate ed è accaduto in passato che dovettero annullare la tappa. Le sfide sullo Stelvio, però, sono state la storia del ciclismo e per questo, da luglio a settembre/ottobre questa strada viene presa d’assalto dagli appassionati che decidono di sfidare una delle strade più dure, ma anche più affascinanti, di tutte le Alpi.

Lo Stelvio è stato più volte la Cima Coppi del Giro.

Grande Guerra

Sembra che siano morti più soldati per il freddo che non per i colpi dei nemici. Questo è un dato che fa capire quale inferno umano si sia consumato nelle trincee allestite su queste montagne. Come in molte altre montagne sulla catena delle Alpi (il Lagazuoi sulle Dolomiti, per fare un esempio famoso), anche qui si sono scavati chilometri e chilometri di gallerie, per ripararsi dai nemici e per sorprenderli. La storia che racconta il ruolo dello Stelvio durante la Prima Guerra Mondiale è raccontata nel Museo dello Stelvio, sul passo.

Hotel Gustav Thöni

Uno dei miti dello sci è nato e vive tutt’oggi sullo Stelvio. Il quattro volte vincitore della Coppa del Mondo (1971,1972, 1973 e 1975) ha un albergo a Trafoi molto curato e accogliente. Imperdibile una visita alla sua galleria storica: Gustav l'ha realizzata, all’intero dell’hotel, dove ha raccolto cimeli e ricordi di una vita dedicata allo sci, comprese le Coppe del Mondo, le medaglie olimpiche, i suoi primi sci ecc. Lui, inoltre, è sempre presente e organizza bellissime escursioni. Per info, www.bella-vista.it.

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All’interno dell’hotel di Gustav Thoni è possibile visitare la galleria dei trofei, dove ha raccolto le sue coppe e medaglie oltre a molti cimeli della sua carriera di grande sciatore.

Km lanciato

Fino a pochi anni fa esisteva sul ghiacciaio anche una pista per il KL, il chilometro lanciato, ma oggi non è più utilizzabile a causa della sempre minor estensione del ghiacciaio stesso.

Interesse culturale

Lo Stelvio è il soggetto di molti musei, da quello dedicato al suo progettista Carlo Donegani (www.popso.it/donegani/ museo.html), che racconta della costruzione della strada, ma anche della Grande Guerra, con numerosi cimeli di quell’epoca, a quello dedicato alle tradizioni del luogo e ai mezzi di trasporto che si usavano nell’800 per attraversare il passo (Museo Civico di Bormio, www.bormio3.it). Ma c’è anche un museo della montagna, che parla dello Stelvio e delle imprese alpinistiche sulle sue vette con una sezione dedicata all’Ortles: è il Messner Mountain Museum (www.messner-mountain-museum.it), realizzato dal famoso alpinista Reinhold Messner nella frazione Solda, Stelvio (BZ).

L'ingresso de Messner Mountain Museum a solda (BZ).

Latte e latticini

Salendo da Bormio, giunti a Pian di Grembo, si incontra l’Alpe Stelvio, dove è possibile acquistare i formaggi locali, come il Grasso d’Alpe (formaggio grasso a pasta semicotta prodotto con latte vaccino intero crudo) e le ricotte. I gestori sono anche molto disponibili e spesso portano i turisti a visitare la loro profumatissima cantina e spiegano come realizzano i loro prodotti. Tenete posto nelle borse per una bella fetta di Grasso d’Alpe, ne vale la pena.

La cantina di formaggi dell’Alpe Stelvio, che si trova a Pian di Grembo, a circa 15 km da Bormio.

Mina

Salendo da Bormio si incontra un rifugio con una spettacolare cascata d’acqua alle sue spalle. Da lì parte una delle salite più caratteristiche, una serie di tornanti in rapida successione, che si inerpicano per una costa di montagna molto ripida. Prima del penultimo tornante, sul muretto di cemento che trovate a sinistra salendo, fa capolino questa mina inesplosa rimasta lì, e poi cementata con la punta di fuori. Ovviamente è solo un involucro…

La mina inesplosa che si trova a bordo strada salendo da Bormio.

Natura

Fondato nel 1935, il Parco Nazionale dello Stelvio ha un’estensione di oltre 130.000 ettari. È il più vasto di tutte le Alpi, infatti si sviluppa in quattro Provincie: Brescia, Sondrio, Trento e Bolzano, per un totale di 24 Comuni. In più, confina a nord con il Parco Nazionale Svizzero dell’Engadina e, a sud, con il Parco dell’Adamello. L’area protetta di cui fa parte copre quindi 300.000 ettari. Salendo lungo la strada non perdete l’occasione di cercare con lo sguardo gli stambecchi che spesso si piazzano sulle pareti di roccia più scoscese.

Ortles

Quello dell’Ortles-Cevedale è l’imponente gruppo montuoso che comprende il Parco Nazionale dello Stelvio. È suddiviso tra le province di Trento, Bolzano e Sondrio ed è compreso tra la Val Venosta, a nord, la Val Camonica, a sud-ovest, e l’alta Valtellina a ovest, alla quale si accede proprio tramite il Passo dello Stelvio (3.905 m) era la più alta di tutto l’impero austro-ungarico ed è stata scalata nel lontano 1804.

Pedalare

Per chi pedala, i due versanti sono assai diversi: molto più tosto quello altoatesino, con un dislivello maggiore (Prato allo Stelvio è a quota 915 m, mentre Bormio è a 1.225 m), più km (26 contro i 22 del versante lombardo) e con una pendenza media del 7%, una massima, negli ultimi km, dell’11% e nessun falsopiano dove tirare il fiato. Salendo da Bormio, invece, la pendenza massima è intorno al 9%, nonostante la media sia sempre intorno al 7%, ma c’è il Pian di Grembo, dopo circa 15 km di salita, che permette di “riposarsi” un po’.

Soprattutto nei weekend lo Stelvio è invaso da ciclisti.

Quota

Questa lettera non poteva che essere dedicata a “quota”, anche se sappiamo bene di infilarci in un ginepraio. Sul numero di 2.758 metri siamo tutti d’accordo, perché è quello indicato al passo, ma ci sono infinite discussioni sul guinness di valico o strada più alta d’Italia o d’Europa. In realtà la questione è semplice, basta intendersi sui termini: vogliamo sapere qual è la strada, anche sterrata, più alta d’Europa? Pico de Veleta (Spagna, Pirenei), con 3.367 m, ma dopo i 2.500 è vietato percorrerlo, quindi il più alto passo percorribile diventa il Col du Jandri (Francia, Les Deux Alps) con 3.151 m. Però questo è sterrato, perché tra quelli asfaltati svetta l’Iseran (2.764 m - Francia). Se invece non consideriamo i passi, intesi come valichi, ma le semplici strade, ecco che da Solden si può salire ai 2.829 m del Otztaler Gletscherstrasse (Austria). Questa, però, è una strada senza sbocco, si sale e si scende dalla stessa parte, un po’ come il Sommeiller (Bardonecchia), che sfiora i 3.000 metri, ma è sterrata e cieca. Diversi sono i 2.802 m.s.l.m. del Col del la Bonette. In realtà non è esatto chiamarlo Col, ovvero passo, perché la strada sale sulla montagna e scende dall’altro versante, ma non rappresenta un valico tra due montagne. Tutto questo per dire che lo Stelvio non è una strada record di quota a livello europeo, ma è il valico asfaltato più alto d’Italia, e il secondo in Europa, dietro il Col de l’Iseran (Francia), che con i suoi 2.770 m, supera lo Stelvio di soli 12 m!

Record

Questa è solo una curiosità: a quota 2.758 m, proprio in cima al passo, c’è un bancomat della Banca Popolare di Sondrio. Questo è lo sportello bancario più alto d’Europa.

Lo sportello bancario che si trova in cima al passo è il più alto d’Europa.

Sciatt

Se non li avete mai assaggiati, vi siete persi qualcosa: sono uno dei piatti tipici delle valli che portano al Passo dello Stelvio: sciatt e pizzoccheri sono un simbolo della Valtellina. Gli sciatt in particolare sono, per sintetizzare brutalmente, delle frittelle di formaggio e grano saraceno. Detto così non sembra neanche troppo invitante, invece sono eccezionali e molto saporiti, perché oltre alla pasta c’è, all’interno, anche il formaggio locale, che fila e dà gran gusto a questo antipasto.

Tornanti

Qual è il punto dal quale se ne vedono di più? La vista più incredibile si ha salendo sopra il passo, a fianco al rifugio Tibet. Da lì è possibile vedere distintamente 24 tornanti!

Università dello sci

Lo sci estivo allo Stelvio risale ai primi anni Trenta, quando il CAI Bergamo realizzò il rifugio Livrio, dove si tenevano le prime scuole di sci. Quella più rinomata, però, è stata fondata negli anni 50 da Giuseppe Pirovano, l’Università dello sci. Ci sono due strutture ricettive dedicate, una proprio al Passo, l’altra sul ghiacciaio sovrastante. Oggi l’Università dello sci Pirovano è di proprietà della Banca Popolare di Sondrio, che continua l’attività del suo fondatore. Con il sempre crescente flusso turistico sono nate negli anni molte altre scuole di sci.

L'Università dello sci Pirovano.

Versanti

Il Passo dello Stelvio collega Lombardia e Alto Adige e, più precisamente, la Valtellina con la Val Venosta. Quello lombardo, che sale da Bormio, è lungo 22 km e conta 36 tornanti, quello altoatesino misura 26 km a partire da Prato allo Stelvio, per 48 tornanti. Il versante più entusiasmante da fare in moto è quello della Val Venosta, soprattutto per gli ultimi chilometri di tornanti, incredibilmente suggestivi.

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Il versante altoatesino dello Stelvio.

Zig Zag

Si meritava di chiudere questo alfabeto lo "zig zag" spettacolare offerto dalla strada dello Stelvio. Ne abbiamo già parlato alla lettera "D". Ma qui ne vogliamo esaltare la forza del suo disegno, che sembra ricamato con una macchina da cucire.

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