Pedalare in Alto Adige a tutta gravel con Q36.5

Dai panorami mozzafiato del Corno del Renon alla Strada del Vino, dalla ciclabile dell’Isarco ai boschi di Monticolo, una tre giorni con poco asfalto e tante emozioni.

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Foto Alessandro Campomolla/Q36.5

All’inizio di ottobre abbiamo acciuffato la coda dell’estate sulle strade e sui sentieri dell’Alto Adige, in una tre giorni gravel organizzata da Q36.5 per testare i capi autunnali da poco usciti sul mercato e per presentare le novità per la stagione estiva 2023. Mettiamo subito le cose in chiaro: non è stato propriamente cicloturismo. A scandire il ritmo in testa al plotoncino dei giornalisti italo-tedeschi del press camp è stato un instancabile Mario Kummer, oro olimpico della 4x100 a Seul con la maglia della DDR. A vegliare sulle traiettorie dei giornalisti più a loro agio con la bici da strada che con la gravel – categoria che mi include senza ombra di dubbio – sono stati altri due ex professionisti, Ivan Santaromita (campione italiano su strada 2013) e Antonio Santaromita (vincitore del Giro del Trentino 1989).

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Foto Alessandro Campomolla/Q36.5

Tre giorni di gravel

Il percorso della prima giornata si è sviluppato sulle alture di Monticolo, con lunghi tratti nel bosco, single track, salite su asfalto e su sterrato, panorami lacustri e veloci discese.

La seconda giornata è partita dalla sede bolzanina di Q36.5 per trasferirsi via funivia a Soprabolzano: da qui è iniziata la lunga risalita verso il Corno del Renon, un’ascesa caratterizzata dai panorami mozzafiato delle Dolomiti. Dopo avere scollinato a quota 2156 metri è iniziato un tratto di discesa seguito da una seconda ascesa che ci ha condotti alla Stöffl Hütte. Il tris di canederli assaporato in quota è stato il migliore dei premi possibili.

Poi dopo una lunga discesa tecnica fino a Chiusa, abbiamo percorso i 27 chilometri della pista ciclabile della Valle Isarco che ci ha ricondotti a Bolzano alle spalle della locomotiva Kummer. “Mario – gli ho detto a pedivelle ferme, facendomi portavoce del gruppetto di giornalisti – questo è stato l’allenamento dietro motori più lungo della mia vita!”.

L’itinerario della terza e ultima giornata si è sviluppato sui due assi della Strada del Vino e della ciclabile dell’Adige, una pedalata che ha avuto il suo momento clou sul muro di Sankt Jakob che ci ha portato sul Sentiero Castellazzo. Su quest’erta con un picco di pendenza al 20% ho provato una profonda gratitudine per il 42 della mia Wilier.

Nella risalita della valle dell’Adige abbiamo pedalato sulla pista ciclabile fra vigneti e frutteti. Difficile immaginare un territorio più a misura di ciclista dell’Alto Adige, l’integrazione fra le reti ciclabili urbane ed extraurbane è un modello per ora inimitabile e non è un caso che i dati su cicloturismo e ciclabilità urbana siano i migliori d’Italia.

Foto Alessandro Campomolla/Q36.5

Il completo perfetto per la mezza stagione

Durante la tre giorni della Gravel Experience in Alto Adige, sono state presentate le novità della stagione 2023 che vi racconteremo a tempo debito sulle pagine di Cyclist magazine. Le pedalate sono state l’occasione per provare l’equipaggiamento che il marchio bolzanino ha lanciato sul mercato per la stagione autunnale. Nelle prime giornate di ottobre abbiamo pedalato con un’escursione termica di una dozzina di gradi, dai 12° C dell’ora del tramonto e delle prime ore del mattino ai 24-25° del pomeriggio.

Grazie alla sua combinazione di tessuti (34% poliammide, 28% poliestere, 22% lana merinos, 14% elastane e 2% argento) la maglia Woolf mi ha garantito una termoregolazione perfetta in questo ampio range di temperatura. Questa combinazione di tessuti, infatti, mantiene caldi il petto e l’addome e lascia la schiena leggera e traspirante, facendo della Woolf un prodotto ideale per pedalare a braccia scoperte nelle mezze stagioni.

Contestualmente al test della maglia Woolf, ho indossato la salopette Gregarius Cargo Adventure caratterizzata da due tasche laterali pensate per contenere gel e barrette e per fornire una protezione extra in caso di scivolate sul terreno. L’eccellenza del prodotto è nei dettagli: dalla discrezione delle cuciture al taglio al vivo sul fondo gamba. Realizzata con filati provenienti al 100% da fonti riciclate, questa salopette pesa solamente 200 grammi ed è adatta per un ampio ventaglio di condizioni climatiche.

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