di Jacopo Altobelli
23 September 2021

Il riconoscimento della ghiaia: dall'anno prossimo ci sarà un calendario UCI ufficiale e un Campionato del Mondo Gravel

E' una grande notizia per gli amanti del mondo gravel e potrebbe segnarne l'evoluzione per i prossimi anni. L'UCI ha annunciato l'aggiunta di questa disciplina al calendario internazionale del Campionato del Mondo. Anche il gravel avrà così la sua maglia iridata. E' la rivincita dello sterrato o sarà la sua morte?

Ian Boswell, vincitore dell'edizione 2021 di una delle gare gravel per antonomasia l'americana Unbound (foto Unbound)

Era nell'aria, lo si sapeva. Era solo questione di tempo. Ed ecco che con un comunicato ufficiale è arrivata dall'UCI la comunicazione che sconvolge il mondo delle strade bianche. Dalla prossima stagione ci sarà un campionato del mondo dedicato alla categoria gravel. Durante la riuunione del comitato organizzativo tenutasi a Bruges, in Belgio, ai margini del campionato del mondo di ciclismo su strada che si sta svolgendo in questi giorni, la direzione dell'Unione Ciclistica Internazionale ha deciso di aggiungere la disciplina gravel al calendario internazionale 2022. In collaborazione con la società organizzatrice di eventi Golazo, verranno organizzati una serie di appuntamenti competitivi approvati e rubricati come Gravel World Series per consentire agli atleti di qualificarsi per l'UCI Gravel World Championships finale. Non sono state fornite molte informazioni in più, né sul regolamento né sul genere di gare che saranno predisposte, o se si sfrutteranno le più importante gare attuali.

(Foto Jeroboam Series)

L'idea di fondo è però che quella gravel sia una disciplina che mette insieme elementi del ciclismo su strada con elementi di mountain bike e che si svolge principalmente su strade sterrate come quelle fatte di ghiaia, ciottoli, strade forestali in terra più o meno sassose o strade di campagna. Nel comunicato UCI viene specificato, tuttavia, che le gare della serie saranno eventi di grande partecipazione. Sicuramente ci sarà chi griderà alla morte del fenomeno gravel, cresciuto tantissimo negli ultimi anni ma che ha finora saputo conservare quel carattere spurio, naif e festoso che lo metteva su un altro piano, più trasversale, nel mondo delle due ruote. Un po' esplorazione, un po' viaggio, celebrazione collettiva della natura e dello stare insieme. Chissà se, nonostante l'ufficializzazione a competizione internazionale il gravel riuscirà a mantenere la sua purezza e diversità. Il fatto che si parli comunque di eventi di massa, fa ben sperare, affinché l'atmosfera delle attuali gare non si perda. Certamente, soprattutto nell'ultimo periodo, in tutto il mondo stanno esplodendo le competizioni dedicate a queste bici, gare con percorsi anche molto lunghi, come l'Italy Divide o Badlands in Spagna, che ricalcano il modello americano, da disputare con ruote spesso molto larghe per via dei fondi irregolari impegnativi, ma che si corrono comunque a tutta. E' il gravel veloce, sul quale anche molti marchi puntano ultimamente, lanciando biciclette altamente performanti a volte anche quasi al livello di quelle su strada.

A destra Mattia De Marchi durante la Nova Eroica 2021 (foto Chiara Redaschi)

Quanto allo scenario dove si potrebbero disputare questi primi campionati gravel, è ancora tutto da decidere: gli organizzatori de L'Eroica, competizione famosa in tutto il mondo nata provincia di Siena, già dall'anno scorso si erano resi disponibili per ospitare le future gare sulle iconiche strade bianche toscane. Il fondatore dell'Eroica Giancarlo Brocci si era persino recato a Aigle, in Svizzera, nella sede UCI, avanzando la sua proposta. Si unirebbe così l'idea di un ritorno al ciclismo eroico di un tempo a quella del recupero delle strade dimenticate, di un senso di libertà e coraggio e solidarietà che erano alla base del ciclismo delle origini. Ma è forse più probabile che la prima nazione a ospitare la competizione sia quella degli Stati Uniti, dato che lì il fenomeno gravel ha già preso piede ormai da diversi anni e ci sono già parecchie competizioni che hanno anticipato la rotta, come Unbound, Dirty Kanza o Gravel World. E' comunque ancora tutto da vedere, e si aspetteranno nuove e più dettagliate informazioni con ansia. "Il ciclismo continua a innovare - ha detto il presidente UCI David Lappartient - in questa occasione verso il mondo off-road". Già nel 2019 Lappartient aveva confessato che UCI stava guardando con grande interesse al boom del gravel e aveva lasciato intendere che un campionato mondiale sarerebbe stato possibile. Poi però la pandemia aveva congelato tutto. Forse ora ci si è resi conto che proprio la pandemia ha, in qualche modo, dato nuova spinta a questa strana disciplina, nuova e vecchia insieme, per via del senso di libertà che ti sa dare, per il contatto con gli elementi primordiali come la terra e la natura. Il riconosciumento del gravel la fa diventare la decima disciplina riconosciuta UCI (si aggiunge strada, pista, mtb, bmx freestyle, bmx racing, ciclismo indoor, trial, cyclocross e ciclismo e-sport).

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