17 September 2021

Il ritiro di Aru dalle gare per una vita meno frenetica e un altro figlio

Il campione sardo ha annunciato il suo ritiro dalle gare con l'obiettivo di una vita meno frenetica e trascorsa in giro per il mondo in sella a una bicicletta.

Vuole più tempo da dedicare alla famiglia Fabio Aru. Il campione sardo ha annunciato il suo ritiro dalle gare con l'obiettivo di una vita meno frenetica e trascorsa in giro per il mondo in sella a una bicicletta.

Il sardo di Villacidro, ma nato a San Gavino Monreale, ha le idee chiare per il futuro: "Voglio un futuro che mi consenta di stare più tempo a casa", ha spiegato ospite di un forum nella sede dell'Unione Sarda. Aru, 31 anni compiuti lo scorso 3 luglio, ha aggiunto che "non potevo stare fuori 200-230 giorni. Ora valuterò delle proposte che accetterò non prima del 2022. Ma sarà un lavoro che mi deve tenere lontano da casa al massimo 30 giorni. Mi piace fare sport, ieri ero in giro con gli amici di Villacidro, con orari diversi rispetto a quando mi allenavo per le competizioni. Ora mi muovo in orari impensabili, alle 14 o alle 18. Ogni giorno ci faccio qualcosa".

"Nel futuro vedo il matrimonio, e una sorellina o un fratellino per nostra figlia". L'addio alle corse è stato anche l'occasione per fare un bilancio per lui, che in carriera ha vinto la Vuelta 2015, una tappa al Tour de France, tre tappe al Giro d'Italia e due alla Vuelta, oltre al titolo nazionale nel 2017 e due podi al Giro. "A un certo punto sono diventato un'azienda, tanti impegni anche fuori dagli allenamenti e dalle gare. Nel corso degli anni ho anche avuto bisogno di collaboratori pagati da me. Qualcuno mi ha deluso, sono rimasto ferito".

La decisione annunciata oggi era nell'aria. "Tante volte in questi anni avrei voluto mollare ma non l'ho fatto. Mi piace ricordare l'ultima squadra, la Qhubeka, è stata la più bella. In altri team, forse è inevitabile, ci sono cose belle ma anche un po' di invidia. Qui mi sono sentito in famiglia, se non avessi smesso avrei continuato con loro". Lo stop alle corse significa riprendersi un pizzico di libertà in più anche a tavola. "Fin da quando ero giovanissimo non ho potuto mangiare a Natale e Capodanno come tutti gli altri. Ora con gli amici abbiamo mangiato un maialetto", ha scherzato infine Aru.

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