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Il Marocco ferito di Nico Valsesia: "Dopo il terremoto, bisogna andarci per sostenerlo"

L'ultracycler Nico Valsesia ci parla del legame con il Marocco e della raccolta fondi che ha lanciato insieme al comico Giovanni Storti per dare una mano dopo il tremendo terremoto che ha colpito la zona dell'Atlante. A supportare il progetto, anche il marchio di abbigliamento Slopline, che ha creato una collezione dedicata per finanziare la ricostruzione

Nico Valsesia e Giovanni Storti hanno lanciato una raccolta fondi per la popolazione colpita dal terremoto.

È passato ormai più di un mese dal terremoto che ha devastato il Marocco provocando quasi 3 mila morti. Mentre a livello mediatico la notizia è ormai scivolata lontana dalle pagine dei giornali e dalle scalette dei tg, incalzata da altri, terribili fatti di cronaca - dalla Libia, al Medio Oriente al terremoto in Afghanistan - c’è chi non si dimentica di uno dei luoghi molto amati dagli appassionati di avventure in bicicletta. Il Marocco è infatti meta ambita per i ciclisti e teatro di uno tra i più rinomati eventi del panorama gravel internazionale: l’Atlas Mountain Race. Una gara di 1.300 km e più di 21 mila metri di dislivello attraverso la catena montuosa dell’Atlante: uno scenario particolare, che diventa ancora più suggestivo se esplorato su due ruote. Proprio questi monti sono stati l’epicentro del sisma e molti, pittoreschi villaggi sono stati completamente rasi al suolo, con le case di argilla o pietra a secco polverizzate in pochi secondi.

Ne abbiamo parlato con Nico Valsesia, autentico fuoriclasse dei viaggi d’avventura in bicicletta, il cui motto è "la fatica non esiste" e ha un legame profondissimo con il Marocco. Gestore di un negozio di bici a Borgomanero, Valsesia è conosciuto per il suo passato di competizioni in giro per il mondo, dal quale spiccano, oltre all'Atlas, le numerose partecipazioni alla famigerata RAM, la Race Across America, una corsa tutta d'un fiato da un oceano all'altro degli Stati Uniti, nella quale ha ottenuto anche un secondo posto. Organizzatore di viaggi e giri in bici, dal 2011 ha ideato il format "From zero to", che prevede la salita alpinistica di una cima facendo l'avvicinamento in bici partendo dal livello del mare.

In questi giorni, grazie a Valsesia, in Marocco è in arrivo un camion pieno di materiale di supporto raccolto in Italia per dare un aiuto concreto alla popolazione. Si tratta di tende da campo, vestiti e attrezzature utili per gestire l’emergenza. L’ultracycler ha lanciato inoltre una raccolta fondi, promossa insieme al suo amico e grande sportivo, il comico Giovanni Storti e sta pensando di organizzare un'altra delle sfide della serie "From Zero To..." proprio sulle montagne dell'Atlante: "From Zero to Atlas".

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Nico Valsesia durante in un'uscita gravel durante un tramonto marocchino (foto Nico Valsesia).

Nico, perché hai voluto organizzare questa raccolta di materiale e di fondi?

"Perché è casa mia lì. È da vent’anni che vado in Marocco, faccio cose, organizzo eventi. Ho conoscenti che sono morti e tanti amici che hanno perso casa e tutto quello che avevano. Mi è venuto naturale fare qualcosa. Ho anche tre attività, mi sembra doveroso dare una mano. Nella zona dell’Alto Atlante avevano già poco, ora non è rimasto loro più nulla. Tre anni fa avevo portato 3.000 paia di sci per i bambini e i ragazzi e avevamo insegnato loro a sciare. Sono molto legato a quel luogo: è la mia seconda casa".

Il tuo rapporto con il Marocco da dove nasce?

"Dai viaggi. Vent’anni fa sono stato per la prima volta in Marocco e poi sono tornato, sempre più spesso e sempre più volentieri. Lì ho fatto di tutto: corse in montagna, il finale di un mondiale, scialpinismo. Ho portato gente a pedalare, a sciare, a camminare".

Il Marocco offre una quantità incredibile di panorami, dai villaggi del deserto alle montagne e al mare (foto Nico Valsesia).

Come mai questo Paese ti ha colpito così?

"Bisogna andare per capirlo. Quando vai in questi villaggi dell’Atlante, soprattutto in quelli berberi, lo si capisce. Ci si innamora. Per il loro modo di vivere, per l’accoglienza che hanno. Pur non avendo nulla, ovunque tu arrivi non aspetti un minuto che sei già a casa di qualcuno a dormire e a mangiare, senza che tu chieda. L’ospitalità che c’è in Marocco è qualcosa di incredibile e indimenticabile".

E dal punto di vista del paesaggio, perché uno dovrebbe andare in Marocco?

"Perché c’è tutto. Ci sono diversi mondi: c’è il deserto, ci sono le montagne, c’è la neve. Ci sono le foreste di cedri con le scimmie che saltano da una parte all’altra, c’è il lusso e la povertà, c’è il mare, il surf, spiagge immense. In pochi chilometri puoi trovare dimensioni completamente diverse".

Nico Valsesia a cavallo nei pressi della fattoria che avrebbe dovuto inaugurare a breve ma che è stata distrutta dal terremoto (foto Nico Valsesia).

Dicevi che hai anche delle attività proprio in quelle zone, di cosa si tratta?

"La nostra base è a Lalla Takarkoust, che si trova a una trentina di chilometri da Marrakech e vicino a Amizmiz, una delle zone più colpite dal terremoto. Lì abbiamo appena realizzato un hotel chiamato Piccolo Bike Hotel e una trattoria chiamata La Cadrega [ovviamente il nome è ispirato al film Tre uomini e una gamba, ndr]. Queste attività hanno aperto il 10 ottobre perché fortunatamente non hanno subito danni. Inoltre stiamo aprendo un negozio di noleggio bici e organizzazione attività sportive, che abbiamo battezzato From Zero to Atlas. Ad un chilometro di distanza, avevamo anche una fattoria con cavalli, muli e degli alloggi ecolodge, ma questa bisognerà ricostruirla completamente perché ha subito danni importanti".

Come si può aiutare la popolazione colpita?

"La nostra raccolta fondi è ancora attiva, i soldi andranno all’associazione For Atlas e saranno mirati ad aiutare alcune famiglie colpite dal terremoto. Inoltre è importante continuare ad andare in Marocco. In questi giorni tantissimi turisti hanno annullato le loro prenotazioni, aggiungendo ulteriori danni. La gente in maniera sbagliata rinuncia ai viaggi in Marocco. Il modo migliore per dare una mano è proprio andarci, ora più che mai ed è quello che loro vogliono per risollevarsi, se non ci vai li abbandoni. Le strutture agibili sono sicure perché sono state subito controllate dai vigili del fuoco e dagli ingegneri. Io stesso in questi giorni sono qui per un doppio tour sull’Atlas, prima a piedi e poi in bici".

Qui il link per la raccolta fondi di Nico e Giovanni.

L'esterno del Bike Hotel appena inaugurato da Nico Valsesia in Marocco con i disegni di Bi.Simo (foto Nico Valsesia).

Maglie da ciclismo per il Marocco

Alla chiamata solidale per il Marocco lanciata da Nico e Giovanni ha aderito anche un marchio di abbigliamento ciclistico. Slopline ha lanciato una serie di 4 magliette dedicate al Paese nordafricano. Le maglie, il cui profitto sarà interamente devoluto all'associazione For Atlas a favore della ricostruzione, sono realizzate con i colori della bandiera marocchina e impreziosite dai disegni dell'artista Simone Bonetta, in arte Bi.Simo. Quando è avvenuto il terremoto, il writer era appena rientrato dal Marocco, dove aveva illustrato le facciate del Bike Hotel di Valsesia, da qui l'idea di realizzare subito una linea per raccogliere fondi. Le maglie sono realizzate tessuto tecnico antibatterico che garantisce la massima traspirabilità, aerodinamicità e aderenza. Qui il link per la collezione.

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