Tre amiche e la loro "Bike Therapy"

Tra pedalate e chiacchierate, un sodalizio di amiche ha scoperto nei momenti trascorsi in bicicletta uno spazio intimo dove ritrovare benessere, quasi una dolce terapia ciclistica. Tanto da chiamare il loro gruppo whatsapp "Bike Therapy".

Foto di Paola B. Caselli durante una pedalata al Parco Nord Milano

Tutto è cominciato per colpa, o merito, di un contrattempo: la bicicletta di Giulia, figlia della mia amica Giovanna, aveva dato forfait e io le ho intercettate sulla strada del loro ritorno a piedi.

Chiacchierando di tutto, come solo le amiche sanno fare, abbiamo deciso di vederci per un primo giro, un assaggio di compatibilità cicloturistica.

Appuntamento fissato per un sabato mattina ad un’ora per me antelucana, abbiamo pedalato da Sesto San Giovanni a Monza via canale Villoresi, 28 km tanto per gradire. Ero spezzata ma contenta, dolorante ma decisa a ripetere l’esperienza.

E cosi, aggiungendo via via domeniche e giorni feriali, abbiamo macinato chilometri, versato fiumi di parole, scaricato ansie e frustrazioni, chiarito dubbi e perplessità in un continuo e corroborante confronto, con lo scorrere delle ruote come terapia dolce.

Le nostre uscite prima dell’alba, con la pioggia o col sereno, hanno scatenato una serie di commenti tra l’incredulo e il preoccupato per la nostra salute mentale, che per inciso ha solo beneficiato di questa ‘cura’. Abbiamo addirittura fatto un’altra ‘vittima’: da quasi due mesi si è aggregata Chiara, anche lei amica di vecchia data, che ha aggiunto ulteriore carburante ‘vocale’ alle nostre uscite.

Per tutte le comunicazioni di servizio abbiamo il nostro gruppo WhatsApp (sigh…) che non a caso si chiama "Bike Therapy"! Grazie a questa chat ci scambiamo notizie e curiosità sul mondo della bicicletta, progettiamo nuovi giri e soprattutto decidiamo quando farli.

Armate di Garmin e Maps seguiamo le orme di chi ha già sperimentato quei percorsi, a volte perdendoci e così scoprendo nuove strade e paesaggi ma anche angolazioni diverse di un panorama conosciuto.

Il nostro è sicuramente un approccio da principianti; niente a che vedere con i ciclisti d’assalto che ci sfrecciano di fianco chiedendo strada nei modi più disparati, dal campanello al fischio al ringhio…

Ma la pista ciclabile è di tutti, velocipedisti performanti o della domenica, bambini e anziani, lavoratori e studenti, ognuno con le proprie esigenze e tempistiche. Una bella palestra per allenare l’empatia e la tolleranza. O no?

Foto di Paola B. Caselli durante una pedalata al Parco Nord Milano

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