Verdiana, l'artista che racconta le donne in bicicletta, sognando un film in stile Disney

Verdiana Pagnano, in arte Vermesia, è una giovane "character designer" che studia per realizzare e produrre film di animazione, ma ha anche una grande passione per la bicicletta, che declina con disegni coloratissimi e accattivanti: raccontano e trasfigurano il mondo ciclistico in ogni sua componente, con un'attenzione particolare per il tema dell'emencipazione femminile.

Donne e bicicletta (e anche gatti) sono al centro delle tematiche di Verdiana (I crediti di tutti i disegni della pagina sono di Verdiana Pagnano)

Disegno e ciclismo sono le due grandi passioni che si incontrano e prendono vita sotto la penna digitale di Verdiana - in arte Vermesia - giovane artista visuale fiorentina, specializzata in "character design", che vive e studia a Londra, sognando di realizzare un grande film di animazione e, chissà, magari collaborare un giorno con case di produzione come la Disney. Molti lavori che ha realizzato sono profondamente segnati da un viscerale amore per la bicicletta, trasmessole da suo padre, sempre in sella alla bici da corsa, con il quale ancora esce in lunghi giri quando rientra a casa, tra una sessione di esame e l’altra. Intanto che frequenta il master in "animation production" alla Aub University, Verdiana sta collezionando diverse collaborazioni in ambito ciclistico: meravigliose illustrazioni per locandine di corse come la Muretti Madness o la Spoleto-Norcia; stampe su magliette e borracce per negozi come Cicli Conti o disegni per Ciclismo Classico o l’associazione Cicloidi, fino ad un vero e proprio breve film di animazione realizzato per l’università, che celebra i luoghi, le tinte e lo spirito dell’Eroica, epica corsa su strade bianche che attraversa le colline senesi. I lavori di Verdiana impreziosiscono e trasfigurano i soggetti e i paesaggi raccontati, trasformandoli in un sogno di colori saturati e avvolgenti, visioni dalle quali non ci si può non sentire entusiasmati. “Quando voglio lavorare su qualcosa che mi piaccia davvero – spiega l’artista con il suo misto di accento toscano e termini in inglese - disegno qualcosa che ha a che fare con le bici”.

Verdiana con una maglietta realizzata per il negozio di biciclette fiorentino Conti Cicli 1927

La bici mi fa sentire libera, ma in Italia non mi sento libera di vestire come voglio. C'è sempre qualche uomo che fa commenti e mi dà noia. Con i miei disegni vorrei infrangere gli stereotipi e raccontare le donne forti, indipendenti, dalle gambe muscolose: come le cicliste.

Verdiana, raccontaci meglio il tuo rapporto con la bici

Vivo per la bicicletta, la bici mi fa sentire libera e non potrei mai immaginarmi senza. Se non la uso mi sento limitata e incompleta. Quando nei primi anni in Inghilterra studiavo a Farnham, non penso ci sia stato un solo giorno che non sono uscita in bici, mi faceva sentire felice e pedalavo per ogni spostamento, tanto che in paese mi conoscevano come 'quella che va sempre in giro in bici'. Da quando vivo a Londra la uso meno: ho una bici a scatto fisso, ma non mi sento molto a mio agio su queste strade trafficate, sono molto pericolose e ho fatto anche un incidente... niente di grave, ma sono dovuta andare in ospedale e mi sono spaventata. Come artista però devo dire che Londra è una fonte incredibile di ispirazione e stimolo, anche in tema ciclistico. Nella mia arte prendo me come punto di vista ma anche le persone che mi circondando. E Londra è una città piena di cultura, di stimoli e di persone interessanti, ci vuole un attimo a trovare ispirazione, c’è una tale creatività e varietà di stili: dall’underground all’afro di Brixton, a quello turbolento dei giovani dell’East London dove abito; gente che indossa di tutto e di più con bici super stilose e vestiti eccentrici. Ed è bello perché nessuno viene indicato o etichettato per questo, come purtroppo avviene in Italia, dove è tutto un giudicare. Quando torno a Firenze sono sempre in giro in bici, ogni giorno, ma purtroppo non mi sento libera di vestire come voglio. In particolare come donna. Mi dà noia perché c’è sempre qualcuno che lo reputa oltraggioso o uomini che mi perseguitano con commenti e catcalling.

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Vermesia ha realizzato il manifesto ufficiale della Spoleto-Norcia gravel 2021, oltre ad una serie di personaggi pubblicati sui canali social della manifestazione.

La donna è quindi un tema fondamentale per la tua produzione?

Sì, mi sono concentrata molto sul tema femminile, in particolare nell’ultimo periodo ho illustrato soprattutto donne, approfondendo la loro raffigurazione durante il master. Volevo cercare di infrangere alcuni stereotipi di genere, legati in particolare alla rappresentazione comune della donna. Le cicliste secondo me incarnano quella via di mezzo tra essere un po’ in carne e la magrezza tonica di chi fa sport, perché hanno comunque un corpo robusto e potente, con gambe grosse e muscolose. Volevo quindi giocare su questo contrasto nelle mie illustrazioni per dare spazio alla donna: nel ciclismo di donne ce ne sono tante, eppure è ancora un po’ uno sport di nicchia, quindi vorrei cercare in qualche modo di poter contribuire a cambiare lo status quo illustrando più donne, o cercando di comunicare alcuni messaggi, come quello che si può essere forti e indipendenti e la donna che va in bicicletta ne è un potentissimo simbolo. Ho recentemente studiato la storia della bici e dell’emancipazione femminile nel Novecento e ho scoperto cose allucinanti che non sapevo, ma anche quanto la bicicletta sia stata di impatto per raggiungere certi obiettivi e certe libertà in termini di parità di genere. E’ un tema che sento molto e in futuro mi piacerebbe lavorarci e magari, perché no, realizzare un film di animazione proprio su questo.

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"Un giorno ho visto una donna in metro che ballava e mi ha colpito moltissimo: aveva una tuta metallizzata e questi calzettoni enormi, rosa da danza. Mi sono ispirata a lei per la mia ciclista intitolata "Tokyo ride", ho voluto realizzare un effetto "blitch urbano", tipo videogioco, ed è come immagino Tokyo, piena di luci e colori". Verdiana trova continua ispirazione dalle persone che incontra in giro per Londra, la città in cui attualmente vive per studiare. Dal punk all'underground, dall'abbigliamento dei giovani allo stile afro. Il crogiolo di culture e la creatività che percepisce ogni giorno sono di grande stimolo per trovare personaggi sempre nuovi e originali. "Spesso frequento locali come Rapha a Soho, vero punto di riferimento per i ciclisti, dove mi fermo ad osservare gli stili e i modi di fare veramente unici di chi usa la bici qui a Londra. Come quello di un corriere che si portava la catena legata in vita e la ruota di scorta appesa sulla schiena".

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Se Verdiana vive a Londra, nei suoi lavori non dimentica le radici italiane e in particolare toscane che la contraddistinguono. In una bellissima illustrazione, raffigura una ragazza in bici davanti a una delle cosiddette "buche del vino" di Firenze. Sulle mura di molti palazzi storici della città in cui è cresciuta, infatti, ci sono queste aperture usate in passato per la vendita diretta del vino. Nel 2018, come lavoro finale per l'università, Verdiana ha realizzato, insieme alla compagna di studi Chiara Congeddu, un film animato di due minuti dal titolo "Eroica". La storia, ambientata negli anni '70-'80, è quella di un padre e un figlio che vivono un trauma, ma riescono a superarlo anche grazie alla passione per la bici. "La bici mi aiuta sempre a uscire dai momenti difficili" dice Verdiana. Il film ha i colori e le ambientazioni dell'Eroica, la celebre gara su strade bianche che riporta in vita il ciclismo epico di un tempo. In particolare, in una scena, l'artista ha voluto rendere omaggio a Luciano Berruti, figura fondamentale del ciclismo toscano, che partecipò alla prima edizione dell'Eroica nel 1996 con il pettorale numero 1. Clicca qui vedere il film di animazione "Eroica"

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La figura della donna è al centro dei personaggi creati da Verdiana. In particolare, vuole ribaltare gli stereotipi più mainstream, raccontando la loro forza. Quella fisica, tipica delle cicliste che hanno gambe grosse, muscolose. Ma anche quella di carattere, di persone indipendenti. La bicicletta è stata storicamente protagonista di questa lotta per l'indipendenza, ed è su questa linea che Verdiana sta portando avanti i suoi studi. Verdiana usa oggetti anche dal valore contrastante in questo senso: in una immagine la ciclista porta a tracolla, come fosse una borsetta, la catena per legare la bici. Ed ecco che un simbolo normalmente di oppressione, si trasfigura in un oggetto di coraggio, di libertà di movimento. Per fare un altro esempio, il corsetto che si vede su un'altra ciclista da lei raffigurata: da simbolo tradizionale di oppressione, questo diventa ora un'icona di stile e femminilità cui non rinunciare perché molto più comodo rispetto a un tempo, quando bloccavano i movimenti. E ancora: la gonna con sotto i pantaloni, per una donna che vuole poter essere femminile ma anche comoda, senza doversi sempre preoccupare della sessualizzazione costante cui è sottoposto il corpo da parte degli uomini. In quest'ottica di ribaltamento degli stereotipi, anche Babbo Natale diventa "mamma Natale", e ovviamente niente renne ma gambe e bicicletta! I suoi lavori, insomma, raccontano molto non solo sul ciclismo ma anche sulla figura femminile. Uno degli ultimi disegni, un cut-out di una ragazza con un vestito a pois e cappellino da ciclista coordinato, ha questa didascalia su instagram: "Voglio vedere ancora più donne che pedalano in questo 2021. Chi è con me?"

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