26 June 2021

Dolomiti Paganella Bike Park. 10 anni di adrenalina per i mountainbiker

Meta degli amanti del gravity di tutta Europa, è considerata una delle migliori destinazioni per chi cerca divertimento e adrenalina. Il week end del 25-26 giugno il Dolomiti Paganella Bike Park compie 10 anni.

La storia della Mountain Bike più tosta passa dai sentieri della Paganella, in Trentino. Fino a 10 anni fa, per girare nei bike park bisognava spostarsi in Francia o in pochissime altre località. Oggi, la Paganella Bike Area è il riferimento per gli italiani appassionati del gravity ed è diventata la meta di tanti ciclisti provenienti da tutta Europa. Qual è il segreto che ha permesso alla bike area di costruirsi una così alta reputazione in poco tempo? Lo abbiamo chiesto a Ezio Cattani, project manager di Dolomiti Paganella Bike Area e Christian Sandoval, l’ingegnere che ha firmato quasi tutti i progetti della Bike Area.

Quali sono stati gli elementi fondamentali che hanno portato al successo del bike park?

“E’ un insieme di fattori, una ricetta difficilmente replicabile, che va dalla location al management, dal periodo storico, ai trail builders. La Paganella è composta da tre aree limitrofe con peculiarità diverse, un buon numero di impianti di risalita, una quota media piuttosto bassa ed una posizione vicina alle primarie vie d’accesso.Inoltre, è fondamentale essere un gruppo variegato, motivato, critico e preciso, con una strategia e una visione unica: questo sicuramente ci ha permesso (e ci sta permettendo) di muoverci in maniera sincrona con tutti i partner del progetto.
Infine, siamo in un momento in cui le attività outdoor sono in crescita esponenziale, e tra questi la mtb ne è il primo rappresentante.”

Com’è cambiato il mondo del bike park negli ultimi 10 anni?
“In questi 10 anni è cambiato veramente tutto. Le mtb sono totalmente diverse, sono molto più performanti e permettono velocità ben diverse anche ai bikers dal basso livello tecnico. Inoltre è aumentato il numero di praticanti, e la tipologia del praticante. 10 anni fa, era uno sport per appassionati (di alto livello tecnico, di basso livello tecnico, poco importa), ora è sicuramente uno sport di massa e di moda. I bikers “chiedono” e pretendono cose completamente diverse, sono molto più esigenti a volte non conoscendo perfettamente le loro necessità o limiti. Poi c’è il discorso della sicurezza, che è estremamente complesso. I i bikers tendono a percorrere qualsiasi tracciato (facile-medio-difficile- tecnico o flow), ed hanno la curiosa aspettativa che il tracciato dovrebbe modificarsi seguendo le loro aspettative e non il contrario. Pertanto oggi, vengono fatte molte scelte costruttive che permettano l’approccio dello stesso tracciato ad un numero molto vasto d’utenza, ed a velocità e capacità tecniche completamente diverse.”

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