di Lorenzo Scarpellini - 19 November 2021

Prendersi cura dei sentieri, nel rispetto della natura: l'arte del trail building

Conoscenza e rispetto della natura e delle comunità montane. Sono i valori alla base di quanti si adoperano per recuperare e tenere puliti i luoghi dove poi tanti amanti della mountain bike possono andarsi a divertire. Si chiamano trail builders e la storia di Bike Bernina ne è un esempio virtuoso. L'intervista e le bellissime foto in bianco e nero sono di Lorenzo Scarpellini.

Il sogno di ogni biker è trovare sempre sentieri puliti, senza dover impazzire per evitare rami da mezzo metro sparsi ovunque e senza sassi che schizzano dappertutto. Purtroppo però per molti appassionati questo è solo un miraggio: tutte le domeniche si trovano ad affrontare una sassaiola, mentre si graffiano le tibie con gli arbusti che invadono il sentiero e cercano di evitare di finire letteralmente con qualche bastone tra le ruote. In molti si sono rassegnati. E questo perché, dove i sentieri sono abbandonati a se stessi, non saranno mai dei perfetti trail da mountain bike. Ma quanto è realmente importante la manutenzione dei sentieri? Sarebbe bello avere a disposizione dei trail mantenuti in condizioni ottimali anche senza girare in bike park? Tutto diventa possibile quando istituzioni pubbliche e associazioni sportive lavorano in sintonia. Un valido esempio di trail building “non invasivo” che ben si mescola nell’ambiente in cui è inserito e messo a disposizione di tutti gratuitamente arriva dalla Valmalenco, dove da alcuni anni Bike Bernina si occupa della preparazione e manutenzione di "Trail Naturali", grazie alla collaborazione con i Comuni della valle. Ne abbiamo parlato con Roberto Calcagno, uno dei fondatori dell’associazione.

E' un lavoro che ha portato più bikers in valle?

Sicuramente si. La mountain bike è uno sport che sta crescendo molto negli ultimi anni in Italia, grazie anche alla popolarità delle e-bike che permettono a tutti di affrontare itinerari che prima erano troppo faticosi e riservati solo ai bikers più allenati. Nel nostro caso vediamo con gioia che sta crescendo molto anche l’interesse dei residenti, soprattutto nei ragazzi, che dopo la scuola si trovano per fare due curve nella Trail Zone o due salti nel pump track del centro sportivo di Caspoggio.

Il nostro obiettivo è quello di recuperare, ripristinare e mettere a disposizione di tutti - non solo dei bikers - tracce che altrimenti rischiavano di scomparire nel disuso.

Cosa speri per il futuro?

Spero che si superi il concetto per cui lavorare i sentieri per renderli ciclabili significhi impattare pesantemente sulla natura. Lavorando in sintonia con le amministrazioni locali - il cui supporto è fondamentale - è possibile fare trail building senza deturpare il bosco o la montagna, portare più appassionati sulle nostre montagne offrendogli la possibilità di divertirsi in sintonia con la natura. Inoltre abbiamo la possibilità di mantenere in uso sentieri che gli escursionisti stanno abbandonando, che magari hanno una storia che abbiamo così la possibilità di salvare. Recuperare significa anche risparmiare lavoro, materiali e minimizzare l’impatto sulla natura evitando la costruzione di nuovi sentieri. In questa direzione opera IMBA Italia ( International Mountain Bicycling Association), una associazione internazionale no-profit che ha come obiettivo assicurare e sviluppare un accesso sostenibile ai sentieri per i biker integrando la mtb con il territorio e la comunità. (www.imbaitalia.org)

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