di Monica Gasbarri - 19 June 2022

Bici croce e delizia degli italiani: riduce emissioni e traffico, ma per molti è ancora troppo pericolosa

I risultati dell’indagine condotta da Ipsos in 28 paesi, tra cui anche l’Italia, evidenziano anche che solo il 12% usa la bici per pendolarismo

Quanti sanno andare in biciletta? E tra chi sa andare in bicicletta, quanti ne posseggono una e la utilizzano non solo per fare attività fisica, ma per andare a lavoro o per percorrere gli spostamenti della vita di tutti i giorni? Sono queste alcune delle domande a cui ha cercato di rispondere il sondaggio condotto dall’istituto di ricerca Ipsos fra 20.000 persone fra i 16 e i 74 anni in 28 paesi (fra i quali l'Italia).

I dati parlano chiaro: nel mondo solo una piccola percentuale usa la bicicletta per spostamenti brevi (quelli entro i due km) e sono ancor meno quelli che usano per pendolarismo. Rispettivamente il 14% e il 12% degli intervistati. Questo perché sebbene l’86% del campione concordi nel ritenere che si tratta di un mezzo importante per ridurre l’inquinamento e l’80% riconosca il contributo alla riduzione del traffico, la metà delle persone (52%) ritiene che sia ancora troppo pericoloso pedalare nella propria zona. Ecco perché allora sulle brevi distanze si preferisce andare a piedi o in auto.

Certo ci sono delle eccezioni e dei paesi virtuosi, come l’Olanda dove la bicicletta è il sistema di trasporto più frequente per brevi spostamenti (45%), seguita anche da Cina (33%), Giappone (27%), India (21%), Germania (21%) e Belgio (20%). Mentre, a livello globale, la bici è vista principalmente come uno strumento per fare esercizio fisico: il 28% degli intervistati la usa per queste ragioni.

Se si guarda ai gruppi demografici non ci sono variazioni significative sulle percentuali di ciclisti, anche se sicuramente le cifre sono leggermente più alte fra i maschi, giovani, cittadini, benestanti e istruiti. Eppure, i dati parlano chiaro: c’è un gruppo che pedala molto più degli altri: il 55% dei gestori di business va in bici almeno una volta a settimana, contro il 35% della media globale.

E in Italia?

Guardando specificamente ai dati che riguardano il nostro paese, non ci si discosta molto dalle percentuali globali per quel che riguarda la convinzione che l’utilizzo della bicicletta svolga un ruolo importante nella riduzione delle emissioni di anidride carbonica (88%) e traffico (86%), ma sale invece di ben 10 punti percentuali il numero di quanti ritengono che pedalare nella propria zona sia troppo rischioso (62%).

Eppure, in un curioso rovescio della medaglia, l’Italia è anche il pese dove è altissima la percentuale di quanti ritengono che i ciclisti spesso non rispettino le regole della strada (76%) e quindi costituiscano essi stessi un pericolo per pedoni e automobilisti (70%).

Il dato, ovviamente, va incrociato anche con un aspetto collaterale, ma rilevante: la presenza, o meglio la non presenza, di adeguate infrastrutture ciclistiche e la coesistenza coatta di biciclette e automobili negli stessi spazi di mobilità, che sicuramente influenzano la percezione di sicurezza. Poco meno della metà degli italiani (43%), infatti, considera quelle presenti nella propria zona eccellente, mentre una ampia maggioranza di cittadini (71%) concorda sul fatto che i nuovi progetti di infrastrutture stradali nella propria area dovrebbero dare priorità alle biciclette rispetto alle automobili.

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